“Ascoltando l’abisso Davorjevo” non è un progetto che tratta propriamente di grotta.
Uno dei modi più semplice per approcciarci alle grotte è quello d’interpretarle come cosiddette isole di vuoto, di cui esploriamo le forme, lo sviluppo, i possibili collegamenti, i misteri. Cerchiamo incessantemente di comprendere il “mondo nascosto” celato ai nostri occhi. Questa visione è sicuramente romantica e cattura l’immaginazione di chiunque ma … riflettiamoci un secondo. Forse cominciamo a idealizzare troppo l’esistenza di questo “mondo nascosto”. Infatti, il “mondo” di cui parliamo è sempre lo stesso: il nostro pianeta Terra!

In quanto uomini inconsapevoli, sentiamo la necessità di etichettare qualunque cosa. Qualificare e catalogare sono azioni che ci facilitano la vita di tutti i giorni, distruggendo però la fantasia. Lo speleologo che leggerà questo breve testo dovrà fare uno sforzo immenso nell’abbandonare la sua corsa verso il fondo dell’abisso. Piuttosto dovrà fermarsi e volgere la sua attenzione “all’ingresso”, per scoprire come “il fuori lo si possa vedere anche dall’interno”.

Questa è l’idea, inizialmente proposta da Andrea Bussani, dalla quale il progetto ha poi preso vita: osservare come l’esterno dialoghi con l’interno. Coltivando questo concetto, ci capaciteremo di come la luce solare possa in realtà testimoniare la sua presenza in luoghi dove un raggio di sole non potrebbe mai penetrare, di come queste variazioni atmosferiche, in parte misteriose o poco conosciute, interagiscano con la grotta stessa.

Quanto detto è una versione rielaborata del discorso introduttivo al poster “Listening to Davorjevo abyss”, da me presentato alla 29th International Karstological School, organizzata dal Karst Research Institute (ZRC SAZU) presso Postojna (SLO). Non vi nasconderò la paura provata nel presentare questo lavoro ad una platea mostruosamente più competente di me, confortato solamente dalla consapevolezza del non aver una reputazione accademica da difendere. Nonostante il mio timore reverenziale nei confronti del KRI (uno dei più grandi enti speleologici di fama mondiale), è andato tutto splendidamente, grazie anche ad un ambiente estremamente gioviale dove potersi esprimere in libertà sulla passione che ci accomuna. Titoli accademici, percorso professionale ed età anagrafica erano concetti magnificamente estranei alla manifestazione.

Sono potuto presenziare solamente alla prima giornata, pertanto non esprimerò altro giudizio all’infuori di: WOW! Provare per credere.
Per chi avesse piacere, può trovare gli atti di questa edizione al seguente link:
https://iks.zrc-sazu.si/wp-content/uploads/2022/06/29IKS-SPELEOLOGY_book_cmyk.pdf
[“Listening to Davorjevo abyss”, pag. 102]
I miei personali ringraziamenti vanno a:
- Stefano Venica senza il quale nulla sarebbe stato possibile, in particolare per l’incredibile disponibilità e competenza.
- Giuseppe Adriano Moro (Mayo) per la disponibilità al confronto e l’intuizione del “Polar vortex”.
- Andrea Bussani per l’aiuto nell’elaborazione dati e l’incredibile disponibilità nel condividere il suo bagaglio tecnico ed esperienziale.
- Augusto Diqual, Lucio Comello, Giuliano Zanini, Renato Roberto Colucci, Riccardo Corazzi, Davor Masarec, Fabio Besenghi, Maurizio Ravalico, Aldo Fedel, Mario Privileggi, Piero Gherbaz e Enrico Merlak.
Da ricordare che NON siamo neanche all’inizio!
Altri link utili:
- http://www.boegan.it/wp-content/uploads/2009/10/09-Influenza-delle-maree-atmosferiche-sulle-misure-di-temperatura-della-grotta-C.-Doria.pdf
- https://www.boegan.it/2007/06/2007-effetti-delle-maree-atmosferiche-in-una-cavita-del-carso-triestino/
- https://www.youtube.com/watch?v=-32A1FiIuCM&ab_channel=CGEB
- Diqual A. (2015), “Un insolito metodo d’indagine speleologica”, website Commissione Grotte Eugenio Boegan – Legislazione e tecnica.
Igor Ardetti