Concluso il primo semestre di monitoraggio idrogeologico per il Progetto Acqua Negra – RG1709

Zona d’ingresso della Risorgiva dell’Acqua Negra (Foto Alberto Maizan)

Marzo 2024 il primo semestre del ciclo di monitoraggio idrogeologico per il Progetto Acqua Negra è stato raggiunto.

Il progetto deriva da un accordo di partnership che vede, oltre Commissione Grotte “E Boegan” SAG CAI di Trieste, il Centro Ricerche Carsiche “C. Seppenhofer” APS di Gorizia, il Gruppo Grotte Associazione XXX Ottobre CAI Trieste, la Società Adriatica di Speleologia APS di Trieste, l’Unione Speleologica Pordenonese CAI di Pordenone, e il coordinamento scientifico del Laboratorio Speleologico e di Tecniche Fluorimetriche.

Il Progetto Acqua Negra è un progetto di ricerca in ambito speleologico volto alla conoscenza del bacino idrogeologico del Torrente Foce, un affluente di destra del Torrente Arzino, nel cuore delle Prealpi Carniche. Nella parte terminale della forra del Foce, a valle, in destra idrografica si trova la Risorgiva Acqua Negra: una delle maggiori sorgenti carsiche di questo settore prealpino. L’obiettivo del progetto è scientifico, anche se sono aperti rilevanti quesiti esplorativi che si stanno man mano affrontando.

Il progetto è iniziato nell’estate del 2023, mentre il monitoraggio dell’importante risorgiva Acqua Negra (accoppiato a quello di uno dei grandi inghiottitoi della zona) ha avuto lo start nel mese di ottobre. Si registrano in continuo i principali parametri dei corsi d’acqua mediante CTD-Divers, mentre mensilmente vengono eseguiti prelievi d’acqua e misure fisico-chimiche in situ nonché la portata con metodo ionico all’Acqua Negra, con la determinazione poi, in laboratorio accreditato, dei principali parametri chimici.

Lo scorso mese è stata realizzata un’accurata fotogrammetria 3D di un deposito di riempimento interno nel ramo superiore dell’Acqua Negra, particolarmente rappresentativo, nonché i primi campionamenti geologici delle rocce attraversate. Essa servirà per lo studio della successione stratigrafica del deposito che sarà effettuato, puntando non solo sugli aspetti mineralogici etc., anche sulla radiodatazione.

Nei mesi scorsi, la partnership, oltre alle revisioni topografiche delle principali grotte dell’area (inghiottitoi Arco Naturale, Tinei, Mineres, etc.) accompagnate da acquisizioni geologiche e geomorfologiche (lavori in corso), ha dato inizio all’esplorazione della forra del Torrente Foce, particolarmente impervia e praticamente sconosciuta ai fini scientifici, giacché in essa si ipotizzano significative perdite nel sottosuolo. L’esplorazione della forra – segmentata anche in diversi settori di misura di portata – risulta perciò assolutamente propedeutica alla realizzazione del multi-tracer test programmato.

Con la stagione favorevole, si pianificherà la spedizione subacquea con un team internazionale che nella Risorgiva dell’Acqua Negra che dovrà esplorare, topografare e documentare con video la lunga galleria inferiore, in zona freatica carsica, che si estende sommersa a 60-70 metri di profondità. Una spedizione che lo scorso anno, causa le pessime condizioni meteo, all’ultimo momento si è dovuto rimandare. Sempre con la bella stagione riprenderemo con il rilevamento dell’Acqua Negra poiché abbiamo potuto topografare appena mezzo chilometro di sviluppo (di cui si occupa la CGEB). Bisogna attendere un periodo di magra in quanto il sifone temporaneo pensile (“piccolo Tipperary”) deve essere accessibile e transitabile in sicurezza.

In questi mesi di lavoro gli speleologi della CGEB hanno pure partecipato ad un paio di specifiche ed intense giornate formative (misure di portata, calcoli, strumentazioni, rilevamento strutturale etc.) nell’ambito della partnership.

Il Progetto Acqua Negra dimostra come sia consono affrontare problematiche di speleologia di ricerca, di vasto respiro, attraverso partnership funzionali allo scopo. In questo senso, il progetto può essere un esempio all’interno della speleologia del Friuli Venezia Giulia. 

Rino Semeraro