Storia

In questa sezione della biblioteca riportiamo testi storici che raccontano la speleologia, il suo sviluppo, le sue storie incredibili, le tutele normative che nel corso degli anni hanno formato e sviluppato questa disciplina ed altri testi storici del nostro territorio.

I sepolti vivi della grotta di Lurloch

La ristampa anastatica de «I sepolti vivi nella Grotta di Lur-loch» non vuole essere una celebrazione letteraria poiché l’opera non ne ha certo le qualità. Vuole però, corredando l’opuscolo con una raccolta degli articoli giornalistici più significativi del quotidiano «II Piccolo», consentire al lettore di oggi di farsi una valutazione critica dell’episodio con tutte le implicazioni sociologiche ed umane ad esso connesse.                                                                                       Sergio Dambrosi

Scarica il libretto in formato pdf

La legge speleologica n. 27 -1966

II 6 settembre è stata pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Friuli-Venezia Giulia la legge regionale No. 27 concernente le «Norme di integrazione della legge statale 29 giugno 1939, N.o 1497, per la tutela del patrimonio speleologico della Regione Friuli Venezia Giulia. La legge statale No. 1497 ha lo scopo di tutelare tra l’altro partico­lari aspetti del paesaggio naturale e fenomeni di ‘notevole interesse geologico; in base a questa legge fino dal lontano 1942 sono protetti, per esempio, i terreni soprastanti la Grotta Gigante.

Testo della legge speleologica anno 1966

PRIME CONSIDERAZIONI SULL’INTERVENTO LEGISLATIVO

Nel settembre del 1966 è entrata in vigore la legge regionale n,. 27 « Nor­me di integrazione della legge statale 29 giugno 1939 n. 1497 per la tutela del patri­monio speleologico della Regione Friuli-Venezia Giulia », comunemente detta a Trieste « legge speleologica ». La legge statale 29 giugno 1939 n. 1497 a cui viene fatto riferimento tutela il pae­saggio e le bellezze naturali per cui si può ritenere che tutte quelle grotte che posso­no essere considerate fra le cose immobili che hanno cospicui caratteri di bellezza o di singolarità geologica, espressamente protette dalla legge, ricadono nella sua tutela.

Intervento di Marino Vianello

I primi 20 anni della Società Speleologica Italiana

La Speleologia italiana ha naturalmente un’età superiore ai vent’anni. Anche senza giungere all’età romana, agli scrittori classici, è certo che già Vallisnieri si occupò di temi speleologici. Dal punto di vista organizzativo lo stimolo a raggruppamenti speleologici derivò dalla istituzione nel 1879 della Società speleologica austriaca. Quattro anni dopo nasceva a Trieste, con ele­menti italiani, la Commissione grotte della Società Alpina delle Giulie. Poi via via si ebbe il Circolo speleologico-idrologico friulano, il Circolo speleolo­gico bresciano, quello romano. Nel 1903 si ebbe un primo tentativo di So­cietà nazionale {Società speleologica italiana) ad opera di Alzona e Gortani; essa pubblicò per breve tempo la Rivista italiana di Speleologia.

Scarica il volume in formato pdf

Storia e vita negli abissi 1969

II presente opuscolo, oltre a rievocare gli episodi o le imprese più importanti di 2 3 anni di vita del Gruppo Speleologico Monfalconese, intende essere una breve guida della mostra documentaria allestita nel  settembre 1969 nei locali del Palazzetto Veneto. La mostra si propone di far conoscere a un sempre maggior numero di persone e in particolare di giovani la speleologia e il suo, anche se rischioso, fascino.

Scarica il volume in formato pdf

Grotte di Postumia il nuovo impianto elettrico del 1931

II 28 ottobre 1928 (VII), annuale di un gior­no  fatidico per la  rinnovata Italia,  inau­gurandosi  a  Postumia   il   nuovo  palazzo-ristorante costruito all’ingresso delle Grotte, il gr.uff. dott. Valerio Marangoni, Consiglie­re Delegato dell’Azienda, dopo aver ricordato che « tale grandiosa opera costituisce una af­fermazione di italianità nella zona di con­fine fra il Tricorno ed il Nevoso » aggiun­geva: « II Governo Fascista ha ordinato la costru­izione del palazzo col concetto che da esso « debba irradiare nel mondo la maggior conoscenza delle meravigliose Grotte definite l’an­tro immenso per eccellenza; ed ancor più » perché Postumia divenga centro e faro italiano di studi speleologici, ben sapendo quale ardente passione di esplorazioni ardimentose nelle viscere della terra infiammi i cit­ttadini della Venezia Giulia.

Scarica il progetto tecnico in formato pdf

Statuto della Società d’Acquedotto Aurisina Trieste – 1883

Il provvedere di acqua potabile la città di Trieste fu pensiero e desiderio grandissimo dei tempi passati e dei pre­senti, i quali videro nell’ abbondanza di acqua per gli usi della vita e per gli opifìcì, causa potente di salubrità e di prosperità,  e ne deplorarono  il  difetto. L’Augusta Maria Teresa, a suggerimento del Conte Rodolfo de Choteck suo ministro, nell’ ordinare quei provvedi­menti che dovevano alzare Trieste a città ed emporio consi­derevole, comprendeva la costruzione di un acquedotto che fu anche eseguito nel 1720…

Scarica la pubblicazione in formato pdf

Sul quesito d’approvvigionamento d’acqua alla città di Trieste

Dal principio di questo secolo s’agita l’importante e giustissima questione di provvedere Trieste di una conduttura d’acqua atta a soddisfare gli imperiosi bisogni della città, e di migliorarne le condizioni igieniche. Sono adunque circa 80 anni che questa provvida idea s’è fatta strada, alternativamente sorretta e obbliata, accarezzata nei giorni dei più urgenti bisogni, e quando l’esempio delle città sorelle era stimolo ad uscirne una buona volta, abbandonata nei giorni di tregua, rimessa d’anno in anno a nuovi studi ed a nuove ricerche.

Scarica la pubblicazione in formato pdf

Parere conclusionale sulla soluzione dell’approvigionamento d’acqua per la città di Trieste

Nel mio parere del Maggio 1911 ho sottoposto a dettagliata, discussione tanto il ritiro dell’ acqua dal ba­cino del Recca, derivando la sorgente del Bistrizza sus­sidiata da un lago artificiale da costruirsi nella valle di Klivnig  o  del  Si sena,  quanto il progetto  del  Timavo. Meno a fondo ebbi a trattare della provvista, di ac­qua a mezzo di pozzi artesiani nella, pianura friulana e ciò per il motivo che questa soluzione veniva in allora in seconda linea e non avevo fatto alcun sopraluogo nel Frinii. Si procede quindi nella relazione che segue, ad un’ esame comparativo dei tre accennati progetti sulla base dei  nuovi  materiali  raccolti.

Scarica lo studio in formato pdf

Il provvedimento d’acqua dal Timavo inferiore

Matura ormai per una decisione definitiva è la questione del provvedimento d’acqua per la nostra città, anzi la soluzione del problema s’impone in modo assoluto. Lo scrivente, sia per chiarire qualche dub­bio insorto sulla portata delle misure di protezione da adattarsi al  Timavo  inferiore, sia per corrispondere a preciso incarico della Commissione ai provvedimenti d’acqua, ha 1’onore   di presentare questa breve relazione che, senza ri­petere quanto è stato in modo esauriente esposto dal signor direttore dell’Ufficio idrotecnico e dal Chimico del civico Fisicato, riassume le vedute dell’ufficio d’ Igiene sull’ opportunità, della adozione immediata del progetto d’ acquedotto, sia sulle modalità relative alla tutela delle ac­que da convogliarsi ed al loro trattamento.

Scarica la pubblicazione in formato pdf

Sui provvedimenti di forza a buon mercato onde promuovere le industrie presso di noi

Per promuovere il generale benessere d’un paese conviene avere principal­mente di mira la generalità, che, divisa, costituisce altrettanti centri di attività propria ed indipendente, altrettante pic­cole sorgenti di lucro. Se il paese trae le principali risorse dal traffico, nel prov­vedere a prò del grande commercio, non devesi dimenticar il piccolo, non dovrebbesi far cosa a vantaggio del gran­de, se non quando imperiose circostanze eccezionali lo esigono, e non dovrebbesi cessare di proteggere ed innalzare il pic­colo, onde il lucro risulti fra molti di­viso.

Scarica l’articolo in formato pdf

Acquedotto combinato Trebiciano-Recca.

Parecchi sono i progetti sorti per dotare Trieste di un quantitativo di acqua bastevole ai bisogni attuali ed ai bisogni sempre maggiori che l’auspicato sviluppo dell’ amata città im­porterà in un prossimo avvenire. Gli ultimi progetti, pur essendo completi, offrono il fianco a facili critiche, soprattutto perché, per provvedere largamente ai bisogni che la città avrà fra qualche diecina d’anni, impongono, già fin d’ ora, un’ inve­stizione di  capitale  enorme  e del tutto  sproporzionata.

Scarica il volume in formato pdf

IL CONFINE ORIENTALE D’ITALIA DALLE ALPI CARNICHE AL MARE – 1920

La Società Alpina delle Giulie, per il diritto che l’è dato dai molti lustri d’intensa attività, allorché educando lo spirito ed il corpo dei giovani al coraggio ed alla resi­stenza li guidava alla conquista delle aspre vette alpine, confortandoli con la serena, commossa fede, che gli ideali tanto sospirati sarebbero stati inevitabilmente raggiunti, e ogni passo battuto sull’Alpe rinsaldava un cuore sempre pronto e una volontà sempre ferma, non deve e non vuole tacere oggi, quando compiuta la Patria, lunghe ed umilianti tergiversazioni mettono in pericolo la sua integrità.

Scarica il volume in formato pdf

MAZORANA L., 1893 – LA PARTE INDUSTRIALE DELL’ACQUEDOTTO BISTRIZZA-RECCA E LA SUA CONVENIENZA ECONOMICA

L’ideato acquedotto del Bistrizza-Recca, deliberato dal Consiglio di Città già nel 1882, subisce la sorte che tocca a le opere di pubblica utilità, le quali ledono gli interessi di sin­goli a vantaggio della immensa maggioranza; l’impresa vien quindi dai sostenitori ritenuta apportatrice di grandi benefìci, mentre gli oppositori la fanno apparire un disastro finanziario pel Comune. M’interessa particolarmente di trattenermi alquanto sugli avversari dell’acquedotto, per rilevarne l’indole e la maniera di manifestarsi.

scarica la relazione tecnica in formato pdf

MAZORANA L., 1890 – ACQUEDOTTI COMUNALI E IGIENE PUBBLICA

E da pochi decenni soltanto che si è riconosciuta l’importanza che un’aria pura e un’acqua eccellente hanno per le condizioni sani­tarie dei grandi centri popolati. Questi principi fondamentali della moderna igiene cittadina erano però conosciuti da parecchi popoli dell’antichità. I Persiani, gli Egizi, gli Ebrei, e particolarmente i Romani coltivavano con somma cura l’igiene pubblica, come lo dimostrano i grandiosi acquedotti e le importanti opere di canalizzazione compiute dai nostri padri, in parte conservateci ancora in buono stato, ed in parte ridotte a rovine che appalesano i grandiosi ed arditi concetti dei padroni del mondo.

Scarica il documento in formato pdf

PROGETTO DELLA DERIVAZIONE DELLE ACQUE DEL BISTRIZZA E DEL RECCA

In seguito ai deliberati dell’inclito Consiglio municipale, la città di Trieste deve essere provveduta di acqua potabile e d’uso publico-industriale dalle sorgenti del Bistrizza e dal fiume Recca e precisamente in guisa che le sorgenti del Bistrizza forniscano l’acqua a scopi alimentari e per gli usi domestici ed il fiume Recca quella per gli usi pubblici ed industriali. L’operato in presentazione comprende l’intero sviluppo tecnico del progetto in tutti i suoi particolari, per cui esso può senz’altro servire di base alla sua esecuzione.

Scarica il progetto in formato pdf

SCHWARTZ C OBERST C. – PROVVEDIMENTO GENERALE D’ACQUA

La Giunta provinciale, seriamente preoccu­pata dalle gravi conseguenze che trae seco la mancanza d’acqua nell’Istria, vuoi nei riguardi igienici, che nei riguardi economici, già parecchi anni addietro si occupò dell’importante questiono d’ un provvedimento generale di acqua per la provincia. Nell’anno 1898 presentò un memoriale al .Mi­nistero dell’Agricoltura chiedendo che venisse incaricato l’ufficio idraulico dello Stato, di Trieste di elaborare un progetto di massima per un tale provvedimento di acqua dalle sorgenti nella Val-Quieto e nella  Val-Arsa.

Provvedimento generale d’acqua

REISER e BRAIDOTTI- 1912

La questione del provvedi mento dell’ acqua, potabile è quella che maggiormente interessa la nostra cittadinanza e che attende una  conveniente,   definitiva  e  pratica  soluzione. La città, che specialmente da ciò aspetta il miglioramento delle sue condizioni igieniche, non può e non deve restare più oltre con questa questione soppesa, ma deve procurarsi, a costo di qualunque sacrificio, acqua buona ed abbon­dante.

Relazione della Commissione municipale ai provvedimenti d’acqua  per la città di Trieste

Piacentini – 1912

Nel 1896 per la città, allora di 165,000 abitanti e che nel 1920 appena si riteneva dovesse raggiungere i 200.000, l’amministra­zione civica fissava un programma di acquedotto dal Bistrizza-Recca sontuosamente dimensionato per 225.000 m. e. Nel 1911 per la città, ormai cresciuta già a 230,000 abitanti, veniva proposto un’ altro acquedotto dallo stesso territorio, capace però di 50.000 m. e. soltanto e che si dichiarava, contemporaneamente, non suscettibile di ampliamento ed aito a sodisfare i bisogni della città per quaranta anni.

Contributi alla soluzione del problema dell’acqua per Trieste

Amministrazione della Grotta Adelsberg

Pubblichiamo di seguito alcuni opuscoli turistici e libercoli degli anni 1913-1925 editi dall’amminitrazione dell’allora grotta di Adelsberg ora grotte di postumia che descrivevano le meraviglie turistiche che si ptevano ammirare durante la visita: La stazione d’ Adelsberg giace a metà strada tra Lubiana e Trieste 0 Abbazia-Fiume, sulla linea della Meridionale, poco distante dalla città omonima, tanto rinomata per le sue magnifiche grotte. Adelsberg (553 m sul livello del mare) conta 2000 abitanti, è sede d’ un capitanato distrettuale, d’ un tribunale provinciale e di un ufficio imposte. Ha pure ufficio postale e telegrafico, farmacia, parecchi medici, bagni caldi ed alla scuola popolare d. 5 classi è annessa la citta­dina. La città giace ai piedi del monte Sovic, (676 mt) sulla cui vetta s’ergono le rovine dell’ antica rocca dei signori d’ Adelsberg. È fornita d’ una conduttura d’ acqua, illuminata a luce elettrica e canalizzata perfettamente. Viene visitata ogni anno da più di 50.000 forestieri, che vi giungono da tutte le parti del mondo per ammirare la magnifica grotta, unica al mondo che misuri un’ estensione di 21 chilometri. Gli opuscoli vennero editi in varie lingue.

La rinomatissima grotta di Adelsberg

Adelsbergi Kiralyi Cseppkobarlang

Fuhrer in die Grotten un Hohlen sowie in die Umgebung von Adelsberg

Grotte demaniali di Postumia, Trieste

Le meraviglie del mondo sotterraneo di Postumia

1861 – Adelsberg und seine Grotten

1872 – Beschreibung der beruchmten Adelsberger Grotte in Krain

1877 – Beschreibung der beruchmten Adelsberger Grotte in Krain

1884 – Beschreibung der beruchmten Adelsberger Grotte in Krain

Società Alpina delle Giulie, 1916

Uno dei vari centri intellettuali che Trieste era orgogliosa di possedere e dove l’opera costante era inspirata sempre al supremo interesse della patria, fu certo Ia Società, Alpina delle Giulie. Ebbe ben 32 anni di vita e l’esistenza sua cessò nel giugno scorso per disposizione del Governo austriaco. AIlo studente Oddone Zennali, leggendo una rassegna della Società Alpinisti Tridentini, sorse nel 1883 l’idea di fondare una società alpina, con gli stessi intendimenti di quella.

La Società Alpina delle Giulie di Trieste

Note cronologiche relative alla questione dei provvedimenti d’acqua per la città di Trieste

La questione del provvedi mento d’acqua, che appassiona quanti amano la nostra Trieste, ha attraversato negli ultimi anni parecchie fasi di sommo interesse, le quali hanno condotto bensì ad una soluzione interinale, l’ampliamento, oramai votato, dell’acquedotto di Aurisina, non però alla soluzione definitiva, la quale si impone ai fattori deliberanti, che debbono avere in mira  il   risanamento   della   città. Per dare al lettore una idea esatta di tutte le fasi per le quali è passata la questione dell’acqua dal memorabile voto consigliare del 1882 in poi, ci pare utile cosa di qui pubblicarne la cronologia dal novembre 1882 a tutto dicembre 1905, completando così quelle note cronologiche di cui l’ing. Gairinger, egregio relatore della Commissione del 1882, aveva, iniziato la pubblicazione appunto fino a quell’anno.

Scarica il volume

Dal quotidiano Il Diavoletto 1848

Intervento pubblico sulla opportunità di escavazione di pozzi artesiani per lk’approvigionamneto d’acqua della città di Trieste.

Sull’acqua di Trieste

Grotta d’Adelsberg in Carniola

Il nome della borgata d’Adelsberg deriva cer­tamente dall’antica denominazione «Adlersberg», ciò che viene confermato anche dal nome sloveno «Postojna» cioè aquila. Già nelle vecchie urbarie del 1136 troviamo menzionato il nome «Ariperch», poscia nel 1300 «Arisperch» e nel 1375 «Arens-perch» cioè «Aarsberg», ossìa «Adlersberg» (monte dell’aquila). È certo che lo Schlossberg (Sovic) è stato sempre un refugio prediletto della regina dell’aria, perciò non è improbabile che sia tale il motivo della denominazione tanto del castello e più tardi anche della borgata.

Scarica il volume

Scarica il volume illustrato

1923 – Le Grotte di Postumia

PERKO G. – 1913

È certo uno dei più bei punti della terra la regione di Adelsberg: è un vero paradiso terrestre e nessuna fantasia di poeta saprebbe dipingersela più bella, più deliziosa e più ricca, che da sola possiede tutte quelle differenti qualità che rendono attraente la regione del Carso: verdi prati, boschi ombrosi, laghi .pieni di mistero, sonanti cascate d’ aqua, rocce scoscese, oscure caverne con scintillanti formazioni calcaree e baratri sotterranei e gole dirute, corse da selvaggi torrenti scroscianti, e queste bellezze tutte fan sì, che ogni anno in maggior numero vi affluiscono gli amici della natura.

Le meraviglie del mondo sotterraneo di Adelsberg

La Grotta Gigante – Turismo speleologico

Chi, viaggiando in treno ferroviario, s’appressa alla spiaggia del nostro Adriatico e dal margine dell’ altipiano carsico scorge d’un tratto a cento metri sotto di se il ceruleo mare ed a sinistra lo scintillio delle case della città di Trieste si rallegra di solito vivamente di avere una buona volta supe­rato felicemente la desolazione del deserto carsico. Gli è che il viaggiatore non s’immagina punto che, stando allo spor­tello dello scompartimento, non si possa abbracciare che un quadro molto unilaterale del vero e proprio carattere del Carso. Alle insigni meraviglie dei dintorni di Trieste s’è ora degnamente aggiunta la Grotta Gigante dischiusa di recente al visitatore. È questa una delle più magnifiche grotte stalattitiche, ma fino a poco tempo fa sol qualche alacre speleologo l’ aveva visitata mediante scale di corda. Ora, per cura dell’operoso e solerte Club Touristi Triestini la Grotta è stata resa accessibile al viandante e si dischiude al concorso dei forestieri.

La Grotta Gigante di Brisciki presso Opcina (Trieste)

Die Riesengrotte in Brisciki bei Opcina (Triest)

Preistoria e Protostoria del Caput Adriae

La Società Alpina delle Giulie-Sezione di Trieste del C.A.I., sin dalle sue origini si è dedicata, tramite la sua Commissione Grotte, anche alla ricerca archeologica, soprattutto sul Carso triestino, territorio densamente abitato nella preistoria e le cui caverne sono state frequentate, anche se con vari intervalli, dal paleolitico sino al medioevo. Molti specialisti di paleontologia, preistoria e protostoria hanno spesso operato a fianco o con la collaborazione degli speleologi della Commissione Grotte “E. Boegan” nelle operazioni di individuazione, scavo e rilevamento dei siti. Parecchi dei risultati di queste ricerche sono stati resi noti attraverso le pubblicazioni sociali, dapprima tramite la rivista «Alpi Giulie» (1896, tuttora in corso) e quindi con «Atti e Memorie», rivista scientifica della Commissione Grotte, sezione della Società Alpina delle Giulie, che si dedica agli studi sulle grotte e sul carsismo (1961, in corso).

Speleologia e archeologia il ruolo della rivista Atti e Memorie

LINEAMENTI  DELL’ATTIVITÀ’  SPELEOLOGICA   REGIONALE

Gli argomenti che il Comitato Organizzatore ha creduto opportuno far trattare in questo primo Convegno regionale di speleologia sono in stretta relazione con le leggi che la regione autonoma Friuli-Venezia Giulia, fin dal suo sorgere, ha emanato. La più importante per l’attività speleologica dei Gruppi Grotte è la legge 1.9.1966 intitolata «Norme di integrazione della legge statale 29 giugno 1939, n. 1497, per la tutela del patrimonio speleologico della Regione Friuli-Venezia Giulia». Le norme in realtà riguardano tre argomenti: la protezione delle grotte, ì contributi per l’attività speleologica, la costituzione del Catasto. La protezione delle grotte è un tema che viene discusso ormai in cam­po internazionale ed è sentito tanto che, come ci ha già comunicato il prof. Cigna che è anche Presidente dell’Unione Speleologica Internazionale, il prossimo anno in tutti i paesi del mondo gli speleologi saranno chiamati a dibattere questo problema. Le disposizioni della Regione sono certamente un segno dell’attenzione delle Autorità regionali a questo riguardo, ma ri­mangono inadeguate perchè non possono discostarsi dalla legge statale del 1939 che, oltre ad essere di-non facile applicazione per le cavità naturali, appare superata. I problemi connessi alla protezione sono il danneggia-mento, il deturpamento, la distruzione delle grotte, l’inquinamento delle acque sotterranee di cui il Timavo è l’esempio maggiore. Se aggiungiamo gli scavi archeologici clandestini che sottraggono prezioso materiale allo studio degli esperti ed il turbamento sempre più massiccio delle condizioni ambientali esterne, potremo concludere che l’ingente patrimonio sotterraneo della nostra Regione è, in qualche notevole parte, seriamente minacciato.

Lineamenti dell’attività speleologica regionale

LE SOCIETÀ SPELEOLOGICHE MINORI A TRIESTE

L’A. si propone, con questa nota, sia di portare un contributo – se pur modesto – alla conoscenza della storia della speleologia triestina, sia di risvegliare l’interesse per gli studi storici sul nostro ambiente. Le brevi righe sulla vita di quattro gruppi che hanno operato sul Carso negli anni 50-60 (G.T.E., G.E.S.T., S.C.T., G.G.T.) vogliono infatti essere non soltanto un giusto e doveroso riconoscimento verso speleologi che hanno amato e percorso il Carso quando gli speleologi degli anni ’80 dovevano ancor nascere ( e non solo in senso figurato), ma altresì un invito a quanti sono in possesso di dati sulla vita di gruppi ormai scomparsi a volerli rendere pubblici. I grottisti triestini sono depositari di una tradizione orale molto ricca, fatta di storia e di storie, di drammi e di aneddoti, tradizione formatasi con un lento e secolare stillicidio di esplorazioni e ricerche cui hanno dato il loro apporto tutti, gruppi e speleologi, grandi e piccoli. Sarebbe un vero peccato se questi dati andassero perduti: essi fanno parte integrante della speleologia triestina, che se oggi è quella che è lo deve anche al lavoro di chi ci ha preceduto.

Le società speleologiche minori a Trieste

Appunti sulla storia della speleologia in Friuli

Per quanto e dato di conoscere di grotte nel Friuli se ne e cominciato a parlare già nel 1500 (Jacopo Valvasone di Maniago, 1565, Descrizione di citta e terre del Friuli; Anonimo, 1588, Relatione del Clarissimo Signor Vincenzo Bollani veditor di Cividale) e nel ‘600 (Partenopeo H., 1604, Descritione della nobilissima Patria del Friuli ecc.; Palladio degli Olivi E., 1659, Rerum Forojuliensium); naturalmente si trattava soltanto di accenni, e per di più vaghi, a cavita sedi di fatti storici o leggende: per avere qualche notizia più in chiave scientifica bisogna attendere sino alla prima meta del secolo XIX (Catullo T.A., 1844, Sulle caverne delle Provincie Venete).

Appunti sulla storia della speleologia in Friuli