RITORNO IN NIKAJ MERTURI

Tra fine agosto e la prima settimana di settembre si è svolta una breve spedizione in Albania a ripercorrere la speciale struttura sotterranea che è Shpella Kole e Geges. La spedizione è stata abbinata ad un profondo e commovente momento di ricordo per commemorare il nostro socio onorario Ndoc Mulaj che causa un incidente in montagna a fine anno 2021 ci ha lasciati. La cerimonia si è svolta presso il municipio di Lekbibaj, presente la moglie Viola, la sorella Merita, i figli e tutta la famiglia, gli amministratori locali e tutti gli amici della vallata assieme a molti altri venuti da lontano. Ndoc oltre che grande amico è stato nostro referente e coordinatore per l’attività speleologica in Albania. Questa cavità segnalata e scoperta da Ndoc nel 2016 è già pubblicata sul n° 63 e 64 del nostro bollettino Progressione. Lo scopo della spedizione anche se breve, è stato quello di controllare ed aggiornare la documentazione topografica, procedere con alcuni rilievi specifici per determinare la struttura geomorfologica della grotta, la raccolta di campioni di roccia, misurazioni fisiche delle acque in grotta ed in ambiente esterno, oltre che ovviamente l’esplorazione della parte finale, la quale però non ha dato per ora i risultati attesi.
L’ultima parte, dopo un p 10, è interamente nel calcare; di fatto la grotta si riduce in dimensioni, la zona attiva risulta impraticabile, le dimensioni del laminatoio dove scompare l’acqua non sono dunque percorribili, rimane un passaggio non tanto agevole al tetto, (risalita di circa 10 metri), dove uno sbarramento in deposito chiude per ora la via. Con l’aggiornamento topografico la cavità si attesta sui 230 metri di profondità e 1.200 metri di sviluppo. Il cattivo tempo, caratterizzato dalle piogge molto intense del giorno successivo, ci ha poi costretto a rivedere e restringere il programma che prevedeva una puntata in Kakverrit, la notevole dolina periglaciale, e la sua galleria di innesto su quella principale che ancora attende delle verifiche dopo la forzatura di un passaggio nel 2014. Abbiamo così trascorso alcune intense giornate, passate esclusivamente in grotta, nello splendido territorio del monte Suka e Mazit lungo le sue selvagge pendici sud, le quali sprofondano rapidamente in canali, pareti e boschi scoscesi nel lago Koman, nel territorio tra il villaggio di Palce e di Varg.
In “Kole e Geges”, con pazienza ci siamo dedicati all’osservazione e rilevamento delle principali faglie presenti lungo l’asse principale della grotta, ricordo che è una cavità attiva con un ruscello al suo interno che scorre con acque perenni. La galleria principale è di grandi dimensioni, specialmente nella parte centrale dove la presenza delle faglie hanno dato origine a colossali crolli ed è larga fino a 25/30 metri ed alta una ventina. La base della galleria in quasi tutto il suo tracciato è costituita da marne, le quali in diversi casi sono scavate, incise dalle acque, anche se l’acqua scorre maggiormente sui detriti di crollo, materiale dunque misto sia calcareo che arenaceo. Affascinanti le erosioni nel calcare della volta che per più di un chilometro dove non soggetta a crolli presenta come già scritto nei precedenti numeri delle erosioni del tipo anastomizzate, dovuti a flussi antigravitazionali, sono una caratteristica di questa cavità, assieme ad una colonia di pipistrelli presenti fino oltre la metà della galleria principale per cui a circa 140 metri di profondità e più di 600/700 metri di sviluppo interno.
Con la finalità di studiare la conoscenza geologica e geo-strutturale della cavità, i campioni di rocce e suolo raccolti, assieme agli aggiornamenti e alle nostre osservazioni sono in fase di studio dalla Prof.ssa Romana Melis presso il Dipartimento di Matematica e Geoscienze dell’Università di Trieste.
Ringraziamo sentitamente la Famiglia di Afrim Giergji e suo fratello Nduo per l’ospitalità a Palce e l’indispensabile supporto logistico per la nostra attività; hanno partecipato Massimo Baxa, Lucio Comello, Riccardo Corazzi e Louis Torelli.
Louis
===============================================================================
Ha fatto rientro in Italia, a inizio Settembre, la spedizione leggera della Commissione Grotte E. Boegan di Trieste, che dopo quattro anni è ritornata nel distretto carsico del Nikaj-Merturi, nel profondo Nord dell’Albania. L’obiettivo della spedizione era orientato a rivedere le parti rimaste inesplorate della cavità “Kole e Geges”, “Kakverrit” e partecipare e patrocinare la cerimonia della posa di un targa in memoria del nostro socio onorario Ndoc Mulaj, tragicamente scomparso in quota a fine 2021.






Il primo giorno operativo è stato dedicato appunto alla cerimonia della posa della targa commemorativa, con tutta la famiglia Mulaj al completo e le maggiori rappresentanze amministrative e tribali del Nikaj-Merturi: la targa, fissata su di una quercia centenaria al centro del villaggio di Lekbibaj, riporta l’omaggio della CGEB a imperitura memoria e ricordo dell’amico Ndoc. Successivamente, come da antica tradizione montanara albanese, siamo stati ospiti di un tipico convivio voluto dalla famiglia.





Dopo il trasferimento nelle zone operative, il giorno successivo sono iniziate tre giornate consecutive di riesplorazione della cavità “Kole e Geges”, affiancando l’attività d’indagine alla raccolta di campioni di roccia, suolo e misurazioni dei valori di EC, T° e PH del torrente interno (stimato con portata di 30 l/s). Contemporaneamente sono state svolte misure legate alla determina della struttura geomorfologica della cavità, che è una grotta di contatto tra calcari del Trias superiore e marne/arenarie del Maastrichtiano. Si è provveduto a topografare 150m nuovi, che portano oggi i dati metrici a 1200m di sviluppo per una profondità di -230m: dati parziali, in quanto al fondo sono individuate delle prosecuzioni e diverse zone con rami (apparentemente) minori non sono state topografate e sufficientemente indagate. Misure sulle acque e di rilevamento geologico sono state svolte anche sui versanti esterni tra i villaggi di Palce e Kotec, chè hanno portato, tramite la selezione per discriminazione EC, a individuare esattamente il torrente che entra nella cavità. I campioni di rocce e suolo sono attualmente in determina alla dott.Prof. Romana Melis, presso il Dipartimento di Matematica e Geoscienze dell’Università di Trieste. Ospiti dell’eccezionale guida e amico Afrim Gjergji, e di tutta la sua famiglia, il trasferimento organizzato per l’ultimo giorno utile di spedizione dedicato al trasferimento in quota per esplorare le prosecuzioni nella cavità “Kakkverrit”, è stato frustrato dal maltempo e da fitte piogge torrenziali che si sono abbattute sulla zona, attivando frane sulle arterie stradali già precarie. E’ rimasto quindi un mesto rientro verso la plumbea cittadina di Bajram Curri. Il giorno successivo, affrontando le mille serpentine e incognite della strade per Puke e Fushe-Arrez, sino a transitare per la più tranquilla Bosnia e il suo continuo, estenuante e ipnotico orizzonte carsico, è concluso il rientro a Trieste della spedizione, a cui hanno partecipato Massimo Baxa, Lucio Comello, Riccardo Corazzi e Louis Torelli.












Riccardo Corazzi