VOLUME V – 1965

INDICE GENERALE VOLUME V – 1965

Trieste 1966

CARLO   D’AMBROSI: considerazioni sull’origine e sul  periodo di svolgimento del ciclo carsico in atto  nella Venezia Giulia con  particolare  riguardo all’istria e al carso di Trieste

 Vengono presi in considerazione e discussi gli elementi atti a far maggior luce sulle vicende geologiche e geoidrologiche della Venezia Giulia dalla crisi orogenetica dinarica in poi, onde da questi risalire all’origine del ciclo carsico tuttora in via di svolgimento   e   seguirne  lo   sviluppo   attraverso  le   sue  varie   fasi   fino   ai   nostri   giorni.

SERGIO   ANDREOLOTTI: I  depositi  di  riempimento nelle cavità del carso Triestino osservazioni sulla loro genesi e successione

Nel presente lavoro si è cercato di stabilire, dopo numerose osservazioni con­dotte sul terreno, i tipi di riempimenti più comuni presenti nelle cavità carsiche del territorio  triestino e  la loro  successione  stratigrafica. I riempimenti più profondi sono formati da potenti depositi stalagmitici di origine molto antica. Seguono depositi giallastri sabbiosi e argillosi (raramente ciotto­losi) di origine prevalentemente alluvionale. Superiormente si trovano i tipici depositi di argille e terre rosse accompagnate spesso da brecce e da formazioni calcitiche più recenti. Infine ci sono i depositi di   origine recente e attuale, come i terreni più o meno ricchi di sostanza organica e i cumuli detritici, direttamente influenzati  dalle condizioni climatiche esterne. Interpretando tale successione si è cercato di presentare un ipotetico quadro molto schematico del complesso processo d’incarsimento ipogeo che ha interessato il Carso di Trieste.

TULLIO  PIEMONTESE: La grotta della Fornace (3913 V.G.) e l’antico reticolo idrografico del solco di Aurisina

II presente lavoro si riferisce ad una cavità del Carso di Trieste, la «Grotta presso la Fornace di Aurisina» nella quale è stata trovata una nuova galleria molto bella e interessante. Spronato da questa scoperta, l’Autore fa una descrizione molto dettagliata della cavità e della sua particolare morfologia, che la fa rientrare nella categoria degli inghiottitoi diretti, ovvero quelle cavità formate dall’azione diretta di un corso d’acqua operante  un’erosione  dalla  superficie  verso   l’interno della roccia calcarea. In seguito si fanno dei paragoni con molti altri inghiottitoi del Carso di Trieste tutti allo stato «fossile», che sono localizzati, come la cavità in questione, nel Solco di Aurisina, antico percorso del Paleotimavo. Si pensa che essi siano stati originati dall’erosione diretta di alcuni torrenti che scorrevano sulle alluvioni arenacee del Paleotimavo, dopo che esso aveva cambiato il suo corso.

FABIO   FORTI   –   TULLIO   TOMMASINI: Prime notizie su di una indagine termometrica sistematica alle risorgive del Timavo a San Giovanni di Duino ed alle   sorgenti del vallone di Moschenizze (Carso Triestino)

Si espongono sotto forma di tabelle e di diagrammi i dati della temperatura di sei risorgive carsiche che sgorgano lungo il margine occidentale del Carso Triestino, ottenuti in  un  biennio  di  misurazioni  con  frequenza  quattordicinale. Dopo aver accennato al problema generale della ricerca idrica sotterranea nei terreni carsici, gli autori danno una breve descrizione delle sorgenti in esame, e concludono con un commento sulle differenziazioni del regime termico sinora riscontrate.

MARIO  BUSSANI: Le cianoficee  nelle cavità carsiche

Si parla di alcune specie di Alghe, appartenenti alle cianofigee, rinvenute nella  Grotta Gigante, sul Carso  di Trieste.

MARINO  VIANELLO:Il  fenomeno carsico dell’altipiano dell’Alburno e  la sua  evoluzione

Dopo   brevi   cenni   geografici   e   geologici   sulle   ricerche   compiute,  viene  descritta la morfologia  carsica  superficiale  della zona. Seguono quindi per le principali cavità studiate, le descrizioni morfologiche e genetiche, con particolare riguardo alle relazioni intercorrenti tra le cavità ed i feno­meni superficiali. Chiudono il lavoro considerazioni generali sul carsismo dell’Alburno il quale sembra aver attraversato più fasi a partire dalla prima emersione, supposta nell’Eocene,  ad oggi.

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