Geomorfologia e idrogeologia del massiccio del Monte Hekurave

 

SPELA ZEZE E DINTORNI – RILEVAMENTI GEOMORFOLOGICI ED IDROGEOLOGICI

Pubblicato sul n. 57 di PROGRESSIONE – Anno 2010

Figura 1 L’area del Monte Hekurave: in arancione l’ingresso della grotta Shpella Zeze, in rosso pozzi e inghiottitoi, in azzurro la sorgente torrente Kuquit.

Congiuntamente alle esplorazioni speleologiche dal 21 al 27 agosto si è svolta una campagna di rilevamenti geomorfologici e idrogeologici per una preliminare caratterizzazione dei fenomeni carsici del versante sud orientale del massiccio del Monte Hekurave.
L’area di studio è caratterizzata da una potente successione carbonatica triassica intensamente carsificata e sede di un esteso ed articolato acquifero. Tale acquifero è limitato alla base da un piano di faglia inversa a basso angolo che mette a contatto i calcari permeabili parzialmente metamorfosati e carsificati con argilloscisti impermeabili. Si determina così uno sbarramento idraulico che consente l’emergenza delle acque presenti nei calcari in una delle principali sorgenti della catena dell’Hekurave (Fig. 1).

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Secondo la classificazione di Civita (2005) si tratta di una sorgente per soglia di permeabilità sottoposta che drena le acque di una zona satura estesa e caratterizzata da cospicue riserve idrogeologiche. Alla fine di agosto 2010, verso il termine della stagione secca le portate della sorgente del fiume Kuquit erano ancora superiori ai 500 l/s.
L’alimentazione e la ricarica dell’acquifero sono assicurate dalle notevoli precipitazioni che nelle zone montane superano abbondantemente i 2000 mm all’anno. La grande quantità di neve e ghiaccio che si accumula nelle depressioni e nelle conche degli altopiani posti alle quote più elevate permette una graduale e continua alimentazione con acque di fusione anche durante i periodi siccitosi estivi (Fig. 2). Dal punto di vista geomorfologico il territorio si può suddividere in tre settori: il primo, posto mediamente ad una quota superiore ai 2000 m, è caratterizzato dalle cime, dai circhi glaciali e dalle conche glaciocarsiche. E’ il principale settore di infiltrazione delle acque attraverso i numerosi inghiottitoi che caratterizzano tutta quest’area (Fig. 2).
Il carsismo è particolarmente sviluppato ed è presente con forme prevalentemente verticali conseguenti anche al fatto che l’acquiclude e il livello di base si trovano a quote inferiori di diverse centinaia di metri in profondità. Durante un veloce sopralluogo del settore nordoccidentale della catena sono stati individuati 23 punti idrovori fra inghiottitoi e pozzi (Fig 1). La massa rocciosa si presenta molto suddivisa e il crioclastismo determina una notevole produzione di detriti che vanno a coprire estesi areali e ad intasare la maggior parte degli inghiottitoi.
Il secondo settore, posto indicativamente fra le quote di 2000 e 900 m s.l.m., è quello corrispondente ai versanti, è caratterizzato da elevate pendenze e profonde incisioni che seguono i principali lineamenti tettonici. I morfotipi carsici sono meno diffusi e sviluppati, le acque meteoriche in parte ruscellano e si raccolgono nei principali rii ed in parte si infiltrano e vanno ad alimentare l’acquifero carsico.
Il terzo è rappresentato dal fondovalle nei pressi dell’abitato di Qerec, dove diminuiscono le pendenze affiorano i terreni non carsificabili ed alluvionali e vengono a giorno le acque sotterranee. Al limite tra questo settore e quello a versanti sono ubicate la sorgente del torrente Kuquit e alcune sue risorgive di troppo pieno; tra queste la più importante ed estesa è Shpella Zeze (Grotta Nera).
Specifici rilevamenti geologico-strutturali sono stati eseguiti nella cavità per comprendere la genesi e l’evoluzione del reticolo carsico ipogeo. L’ingresso della grotta è ubicato a poche decine di metri al di sopra del contatto tettonico tra i calcari e gli argilliscisti a circa 960 m s.l.m., è normalmente asciutto, ma durante le piene eccezionali si attiva facendo fuoriuscire le acque sotterranee che non riescono ad essere drenate dal sistema sorgivo e dai vicini troppo pieni posti più a valle a circa 800-850 m s.l.m.
Tutto il complesso ipogeo di Shpella Zeze è condizionato dalla presenza del lineamento tettonico con orientazione NO-SE ed inclinazione verso NEche caratterizza la destra idrografica del fiume Kuquit. L’assetto strutturale della massa rocciosa ha guidato lo sviluppo del carsismo ipogeo: si rilevano diversi piani di faglia ad andamento NO-SE e NE-SO, con tratti di cavità nei quali gli sforzi tettonici hanno fortemente suddiviso e metamorfosato la roccia (Fig. 3).
Parallelamente, sono state condotte anche osservazioni sulle caratteristiche geochimiche delle acque presenti nei sifoni e nelle sorgenti. Si tratta di acque bicarbonato calciche a bassa conducibilità (valori compresi tra 161 e 247 μS/cm) indicanti tempi di residenza relativamente bassi e circolazione in rocce prettamente carbonatiche. Particolarmente significativa in fase esplorativa è risultata l’analisi dei valori della conducibilità: la comparazione dei dati misurati nei sifoni in grotta e nelle sorgenti ha permesso di individuare il sifone collegato idraulicamente con le emergenze.
La sorgente presentava mediamente una conducibilità di 174 μS/cm e solo il terzo sifone era comparabile con tale valore avendo una conducibilità di 161 μS/cm. Il primo ed il secondo sifone avevano rispettivamente valori di 273 e 247 μS/cm evidenziando la presenza di acque ferme non direttamente collegate idraulicamente con i circuiti attivi, come dimostrato anche dalle esplorazioni speleo subacquee.
I tenori estremamente bassi di cloruri, solfati e potassio confermano l’alta qualità delle acque sorgive e l’assenza di inquinamento antropico.
Nel suo complesso tutta l’area sia in superficie che in profondità è di notevole pregio naturalistico ed ambientale, nonché di estremo interesse scientifico sia dal punto di vista geomorfologico che idrogeologico.
Luca Zini Dipartimento di Geoscienze, Università degli Studi di Trieste