Ancora sulla Grotta delle Gallerie

ANCORA SULLA GROTTA DELLE GALLERIE

pubblicato su ” PROGRESSIONE N 52 ” anno 2005
L’esplorazione del ramo NW della Grotta delle Gallerie (290/420 VG), poi battezzato ramo BERTINI, si poteva considerare completata anche se questo termine, in caso di grotte, non dovrebbe mai essere usato.
La risalita di un camino sopra l’ultima caverna non aveva dato risultati e la polla d’acqua sul fondo non era transitabile. Il pozzo nella caverna delle vasche sotto la seconda strettoia, setacciato da Natale BONE (Bosco), Giuliano ZANINI e Ciano FILIPAS, non aveva dato nessuna speranza e solo un piccolo pertugio nella concrezione alla base del P18 oltre la seconda strettoia presentava un leggero respiro anche se non troppo convincente.
Non rimaneva quindi che dedicarci al ramo SE dove, nella caverna finale e nella galleria antistante, due punti con una discreta circolazione d’aria meritavano la nostra attenzione.
Si comincia nella caverna finale. I primi metri di scavo procedono bene come d’altronde avviene sempre all’inizio. Nella caverna c’è spazio ed è facile stivare il pietrisco. Si scava seguendo piccoli passaggi esistenti ed il flusso d’aria naturale. S’insegue anche un ingannevole eco, vera fata Morgana che ti accende l’entusiasmo.
I metri scavati aumentano, il rivoletto d’acqua che scorre sul pavimento bagna tutti e come sempre accade i partecipanti diminuiscono. In una delle tante uscite mi trovo da solo dietro a Giuliano che armeggia con il trapano e, raggiunto da una zaffata di cherosene, gli chiedo se avesse lubrificato il mandrino. Al suo diniego mi guardo attorno e con sorpresa mi trovo i guanti sporchi di un liquido nero e puzzolente. Da micro fessure e porosità delle pietre appena spaccate colano gocce di petrolio che impestano l’aria. L’odore ci dà fastidio per parecchio tempo finché, superata la fascia di calcare interessata, non si affievolisce. Il fatto comunque ci dà lo spunto per battezzare il ramo SE come Ramo del PETROLIO.
Il cunicolo diventa sempre più lungo e cavi guida e pseudo teleferiche aiutano ad evacuare il materiale. Ad una quindicina di metri dall’ingresso, il cunicolo presenta due scelte: uno stretto meandrino percorso dall’aria che prosegue diritto ed un pozzetto laterale in cui le pietre cadono per alcuni metri e che risponde con una discreta eco. Si decide di allargare il pozzetto se non altro per usarlo come serbatoio. In effetti, il primo materiale lo scarichiamo dentro finché non ci si affaccia e, vista la configurazione promettente, si decide di svuotarlo. L’imbocco è stretto e, mentre Ciano scava sul fondo Giuliano, poco sotto l’orlo, facilita l’uscita dei secchi. Il lavoro procede bene finché Ciano non chiede un altro accendino per accendersi il solito toscano. Veloce scambio d’accendini e constatazione che il suo fuori del pozzo funziona bene ma sul fondo neanche quello nuovo si accende. Contemporaneamente Giuliano si lamenta che fa fatica a respirare. Meglio uscire ed abbandonare almeno per il momento. Resta da capire come Ciano riuscisse a respirare liberamente fino e quel momento. Forse effetto del sigaro.
Sospeso il lavoro in questo cantiere, passiamo al pozzetto nella galleria. Dopo un primo tratto in discesa, l’aria, piuttosto consistente, ci porta verso l’alto. Il lavoro anche qui prosegue a fasi alterne e con alterne partecipazioni. Il tempo passa ed i mesi si susseguono. Lungo la pista ciclabile incontriamo i soliti ciclisti e qualche escursionista. Incrociamo anche un paio di giovanotti la cui attrezzatura li indica come speleo scavatori. Ci incuriosisce il posto o la grotta che sono oggetto dei loro interessi ma senza approfondire. Un semplice saluto e via.
Un’altra cosa da fare è il rilievo dei nuovi rami per posizionarli in particolare rispetto alla sottostante grotta Martina (4910/5640 VG). Si procede innanzi tutto con la poligonale posizionando delle targhette numerate sui capisaldi.
Giuliano nel frattempo realizza un altro ventilatore con un motore a scoppio decisamente più potente dei precedenti. E’ il caso di metterlo in funzione per confermare i punti attuali ed individuarne eventuali nuovi.
Organizziamo quindi un’uscita dedicata a seguire l’aria. Il ventilatore è installato alla strettoia del ramo del pozzo. In questo caso, la corrente d’aria sempre presente tra i due ingressi della parte vecchia della grotta, permette l’evacuazione dei fumi del motore. L’intenzione è di forzare tutti i possibili punti mantenendoci in contatto telefonico per verificare le differenze tra ventilatore in moto e fermo. Altri soci, ma senza collegamenti particolari, verificheranno gli ingressi delle grotte circostanti.
L’aria esce dai due cantieri nel ramo del PETROLIO in maniera decisa ma inferiore alle nostre attese. Proseguendo nel ramo BERTINI incontriamo una perdita d’aria a livello di pavimento ma molto lieve mentre un rombo cupo si diffonde nella galleria. E’ indistinto, ma ne individuiamo l’origine a tre-quattro metri sul soffitto in corrispondenza di un ringiovanimento. La poligonale parziale ci permette di localizzarla con il soprastante ramo Cossiancich già oggetto di scavo alcuni anni or sono. Giunti alla prima strettoia costatiamo che è percorsa da una notevole quantità d’aria. Da questa fino alla seconda strettoia, pur mettendo il naso ed il fumino in tutti i buchi, non troviamo più tracce dell’aria; gli ambienti sono grandi e l’aria si perde. Anche il pozzo sotto la seconda strettoia, pur avendo l’ingresso stretto non dà segni di circolazione. Solo alla seconda strettoia ritroviamo l’aria anche se non così evidente come alla prima, ma questa ha una sezione maggiore. Da questo punto, gli ambienti sono grandi e la perdiamo completamente. Neanche il foro nella colata alla base del successivo P18 è coinvolto dall’aria forzata. Mantiene sempre il suo flusso naturale. Particolare curioso: mentre siamo nella zona del successivo P7 sentiamo rumori di scavo anche se non riusciamo a stabilirne la direzione.
All’uscita della grotta incontriamo i ragazzi già conosciuti sia da noi lungo la pista ciclabile che da Ciano in altra occasione. Essi c’informano che in concomitanza con l’azionamento del ventilatore hanno notato una forte aspirazione nella grotta in cui scavano. La grotta è un pozzetto di pochi metri già catastato con il N° 1620/4522 VG, situato sotto la “Curta de Lucio”, cui lavorano già da parecchio tempo. Hanno aperto diversi passaggi seguendo un filo d’aria e scendendo di parecchi metri; si trovano in una fase d’impasse per la solita difficoltà di smaltire il materiale scavato. La cosa è interessante e decidiamo di dar loro una mano.
Inizia così la collaborazione con Gianluca DEPRETIS e Co. Collaborazione che mette insieme un gruppo numeroso per alcune uscite dedicate allo smaltimento del materiale accumulato lungo la grotta. Alla fine c’è spazio per accumularne altro ed andare avanti.
Per proseguire nella direzione giusta, anche su questo pozzo è applicato un ventilatore che genera il solito rombo dell’aria forzata nei passaggi da aprire. Nell’ultimo ambiente raggiunto sembra che soffitto e pavimento si chiudano senza ulteriori possibilità. Ma non si demorde. “Sbisigando” tra l’argilla si apre il solito pertugio che, allargato, permette a Gianluca, Giuliano, Galliano BRESSAN e Denis l’accesso ad una breve galleria. Più avanti, un’ampia caverna molto alta e con grandi colate calcistiche blocca l’esplorazione. L’accurata ricerca non dà risultati evidenti. Solo verso l’alto, risalendo le colate, potrebbe esserci qualche possibilità.
All’uscita successiva partecipano diverse persone: Gianluca, Giuliano, Franco BESENGHI, Ciano, Galliano e Mauro KRAUS del GSSG che si dedica all’arrampicata. Parte e ben presto sparisce alla vista. Da sotto sentono solo i suoi commenti ed il rumore dell’arrampicata. Dopo un’ora e mezza e quindici metri di risalita si affaccia ad un pertugio e comunica le sue impressioni man mano che lo attraversa:
“Eco – Galleria – Caverna……….. N°21………Cavo telefonico ..…..Scala……” Era sbucato nella caverna delle vasche attraverso il pozzo sotto la seconda strettoia. Pozzo che era stato già esplorato da Ciano, Giuliano e Bosco e che durante le varie prove con i ventilatori non aveva mai dato segni di vita. Nessuno di loro, arrivandoci da sotto, lo aveva riconosciuto né aveva trovato segni del precedente passaggio.
Successive prove effettuate con i ventilatori chiudendo l’imbocco del pozzo che collega le due grotte, evidenziarono altri punti interessanti in varie direzioni. Alcuni di questi punti hanno alte probabilità di finire nuovamente nella Grotta delle Gallerie mentre altri quasi sicuramente no. La delusione però di esserci finiti dentro e l’elevata probabilità di ritornarci, ha raffreddato un po’ l’entusiasmo ed i lavori sono stati temporaneamente sospesi e dirottati su altri scavi ma questo sarà un altro argomento.

Augusto DIQUAL

1 La scoperta, segnalata all’Università, ha portato successivamente ad un’indagine con campionamenti estesa anche allo scavo effettuato nell’altro cunicolo ed è stata oggetto di una tesi di laurea.