2003 – Grotte di Limousis e Cabrespine

 

IN ATTESA DEL CONGRESSO

L’arco naturale sul fiume Ardeche (Foto E.vatta)
Pubblicato sul n. 49 di PROGRESSIONE – anno 2003

Da alcuni anni uso recarmi in Francia nelle zone dell’Aude – Roussillon – Langue-doc; la prima volta grazie a Giuseppe No­velli del CAI Bolzaneto, le successive co­munque quasi sempre lui, ed è a Giuseppe che devo il più delle cose imparate nel paese transalpino tra cui l’aver cominciato a masticare qualche parola di francese. Giuseppe, oltre ad essere un’ottima guida, conosce molti posti dove si spende meno.
Questa volta è mia intenzione parteci­pare al 25° Congresso della Federazione Francese di Speleologia che si terrà ad Ollioulais.
A metà maggio, dopo aver fatto buona scorta di reclame per la Grotta Gigante, mi viene la classica idea dell’ultimo momento; recarmi nell’apposito ufficio a recuperare un po’ di materiale pubblicitario della mia regione. Purtroppo la quantità di materiale richiesto non è immediatamente disponibile ed io voglio partire il giorno dopo. In quell’ufficio mi viene a mente che pure Fran­co Gherlizza del CAT (Club Alpinistico Tri­estino) intende partecipare al congresso con una bella mostra di vecchi materiali speleo e così gli offro la ghiotta occasione di aiutarmi, delegando a lui il ritiro di quan­to mi verrà messo a disposizione e la suc­cessiva consegna direttamente alla sede congressuale.
Il giorno dopo parto verso le due di notte, per essere a Genova in tempo per trovare parcheggio nei pressi dell’abita­zione di Giuseppe. Silvia e Carlita sono già uscite così con la caffettiera si cimen­ta lui offrendomi quell’ottimo caffè alla IstroFriulanScottischEbraicoGenovese che solo lui riesce a fare perché “troppo forte fa male” dice. Si parte con l’auto strapie­na per la presenza di varie cose che Giu­seppe porta a Pierre-Jean Texier, un suo amico di Antibes che studia le tecniche preistoriche di lavorazione. L’auto è tal­mente piena che Giuseppe è costretto aL’arco naturale sul fiume Ardeche, nei pressi di Vallon Pont D’arc.Più avanti, a Pont St. Esprit, l’Arde che entraviaggiare con roba sulle ginocchia.  Non c’è un male se non c’è un bene: la sco­modità del viaggio mi è compensata dal poter finalmente conoscere Pierre-Jean del quale da anni sento parlare.
Da Antibes, molto più comodi, ci spo­stiamo a Seine sur mer ad un paio di km da Ollioulais per scaricare il più della propaganda per la Grotta Gigante e la roba per il “Gran Pampel”.
Al parcheggio di un supermercato ci recupera Jean-Jaques, speleologo già co­nosciuto a Trieste, socio del Groupe Spe-leologique Ollioulaise (GSO) che ci guida alla sua abitazione. Lì rivedo volentieri Brigitte, la sua signora, e faccio la conoscen­za di Madeline, la loro bella figliola. Passe­remo la notte da loro, perché hanno deciso che siamo stanchi e prima di confezionare un’ottima cena ci fanno provare un buon numero di preparati tra i quali il più analco­lico ha circa 42°. Già che ci siamo, assieme a Giuseppe, facciamo l’iscrizione al con­gresso e scopro che lui però è intenzionato a rientrare a casa entro la domenica sera in treno. Da J.J. ricevo in anteprima un cd-rom prodotto da loro, dal titolo “Aproche de la speleologie” che presenteranno alla riunione degli istruttori presenti al congres­so. Dopo cena, visita alla sede del gruppo ad Ollioulais, a pochi km da Seine dove i soci sono impegnati negli ultimi dettagli inerenti il prossimo succitato grosso impe­gno nazionale. Chi ha, magari solo una vol­ta, organizzato qualcosa sa cosa vuol dire.
Alla fine della “rèunion” saltano fuori varie bottiglie di birra ed altro per conclu­dere in bellezza.
La mattina successiva si prosegue per Narbonne-Plage. Per l’alloggio ha già provveduto Giuseppe, una simpatica “mai-sonette” che guarda verso il mare, altitu­dine m 1 ,5, spiaggia a 150 m ed alle spal­le, a 200 m, la falesia de “la Clape” un simpatico massiccio calcareo.
Il giorno dopo, doverosa e piacevole visita ad Alphonse Bennes, in quel di Carcassonne. Alphonse è un anziano speleo, uno degli scopritori ed esplorato­ri della grotta di Cabrespine, ora turistica.
Alphonse ha girato abbastanza il mondo, per speleologia e pure per dare il suo contributo a filmati didattici.
Nelle giornate successive (caldissime) mi muovo solo per un giro alle Grotte di Limousis e di Cabrespine, più per dare un saluto alle simpatiche guide e rinnovare la propaganda della Grotta Gigante che per visitare le grotte che ormai già conosco e di cui ne consiglio la visita. Nella Cabrespi­ne in particolare, e previo accordo, si può visitare la parte non turistica. Nelle giornate successive mi muovo poco. Faccio una passeggiata sino alla Grotta dell’Olivier che si apre alla base della falesia vicino casa per prendere un po’ di fresco, una visita ai resti di un bunker con annesse postazioni per batteria costiera nella costruzione del quale, per quel che ne capisco, hanno ri­sparmiato abbastanza sui materiali. Verso fine del mese le notizie di prossimi scioperi fanno decidere a Giuseppe di rientrare a Genova in treno. Ritorno a dare un’occhia­ta ad una grotta sul Mas d’Auzil della quale non voglio dare la posizione e nella quale, secondo me, meriterebbe andare a scava­re non con martello e scalpello ma con attrezzi più delicati tipo scopette e pennelli. Utile anche una telecamera da utilizzare quando escono le numericamente inconta­bili colonie di chirotteri.
Il caldo opprimente non mi invoglia ad allontanarmi dalla comoda base di Plage, pur pensando ogni tanto alla grotta turi­stica di Lodève nella quale a chi vuole viene affittato il materiale per un percorso senza accompagnatore che come in altre grotte viene chiamato “speleosafari”. Non fa troppo caldo ed i km sono molti per muovermi. Del resto… chi me lo fa fare?! Non ho alcun obbligo a correre in giro. Finalmente la sera del 5 giugno, pensan­do a Napoleone deceduto da 182 anni e un mese, preparo l’auto per la partenza quando arrivano Yvette ed Alphonse a darmi un saluto, sanno che parto la mat­tina dopo. Mi spiace apprendere che non verranno al congresso: improvviso una cena e poi …au revoire …a la proche.
                                          Edvino Vatta