Pubblicato sUl n. 70 di PROGRESSIONE
Siamo arrivati al 2022, sedicesimo anno di scavi (anche se il compleanno si dovrebbe festeggiare il 15 aprile). La prima uscita (la 718a dall’inizio dei lavori), 8 gennaio, vede scendere Glauco, Paolin, Paolo, Pino e Maurizio; servizio esterno svolto da Roberto. Viene proseguito lo scavo del nuovo cunicolo: 53 secchi di materiale lapideo che vanno a finire sul nuovo muro. Altre due uscite in gennaio, altri secchi contribuiscono all’innalzamento del muro, poi il Makita si rompe. In febbraio tre uscite; alla fine del cunicolo – ora lungo poco più di tre metri – si apre un saltino di due/tre metri sul cui fondo, molto stretto, Marco individua un Leptodirus Hohenwarti, coleottero proveniente dal Reka e presente solo nella grotta di Trebiciano, alla Lazzaro Jerko e alla Luftloch, ulteriore segno della comunicazione della 87 con il Timavo ipogeo. Due uscite in marzo, ma una sola in aprile. I lavori sono condizionati dagli eventi meteorici, se piove troppo gli scavi laggiù diventano oltremodo onerosi e quindi pioggia e inconvenienti vari fanno diradare le uscite. Si riprende a scavare in giugno, con due giornate dedicate ad allargare l’ingresso del pozzetto seguite da altre due in luglio (Makita nuovamente in tilt) sempre con lo stesso scopo e quindi siamo arrivati ad agosto. Il 6 scendono Spartaco e Paolo, seguiti da Ciano e Pino, a cercare di aprire il fondo del pozzetto; appoggio esterno di Mario e Glauco che scendono parzialmente. Il 27 del mese vanno a lavorare sul fondo Andrea e Maurizio: liberato dal materiale il fondo del pozzetto (quota circa -260) aprono una fessura in cui il sasso cade per 4/5 metri e si ode un forte rumore di acqua scorrente.

Tre uscite in settembre, scavi a -260 (ma la fessura è scomparsa, coperta da materiale lapideo), sistemazione provvisoria di uno spezzone di scala e di una staffa sul P.3. In ottobre un’uscita soltanto (le forti piogge accrescono le venute d’acqua, soprattutto nel nuovo P.3 sul cui fondo si deve lavorare), e si inizia la costruzione di un muro, con pietre e sacchi, sopra il P.3, alla base di un alto camino. Il mese di novembre si apre sotto buoni auspici: il 5 scendono Spartaco e Andrea ad allargare il fondo del P.3, la settimana dopo Enzo, Paolin e Paolo recuperano il materiale – quaranta ziviere! – senza ritrovare la fessura che dava sul pozzetto intravvisto a fine agosto ma riodono l’acqua cadere e scorrere. Il 19 di nuovo sul fondo, rinforzati da Lorenzo e quindi in dicembre uscite il 3, il 10 e il 15 in cui sono presenti anche Riccardo e Stefano, sempre per scavi, anche pesanti, sul fondo. Fondo ora battuto da un costante e copioso rigagnolo d’acqua che, impastando il materiale di scavo lo trasforma in mota appiccicaticela. Alla fine dell’anno la fessura che alla fine di agosto faceva intravvedere un ulteriore pozzetto era scomparsa ed al suo posto c’era una conca di fanghiglia profonda mezza gamba. Il 15 dicembre 2022, ultima uscita dell’anno, Spartaco e Andrea scesi per allargare il fondo del P.3 avvertono una forte corrente d’aria proveniente da una fessura laterale. Le 25 uscite dei dodici mesi del 2022 sono state caratterizzate da una non massiccia presenza di scavatori: normalmente la Compagnia del Budello era costituita da due o tre, di rado quattro cinque, elementi. Che sono sempre, però, supportati dalla presenza di uno o due addetti alla cura del generatore attivo all’esterno. Questa grotta non è stata molto generosa: 25 uscite per avanzare di quattro metri e scendere di tre, speriamo sia migliore il 2023. Durante il 2022 hanno prestato la loro opera: Andrea Canciani, Andrea Miglia, Den-nis Dugulin (SAS), Enzo Caruso, Fabio Fere-sin, Fabio Tranchitella, Glauco Savi, Lorenzo Marini, Luciano (Ciano) Luisa, Marco Restai-no (SAS), Mario Privileggi, Maurizio Ravalico, Mauro Norbedo, Nicola Fontanini, Paolo Camerino (SAS), Paolo/Paolin Gabbino, Paolo Toffanin, Pino Guidi, Riccardo Corazzi, Roberto Prelli, Spartaco Savio, Stefano Colaprico, Giampaolo Vascotto.
87 VG, GLI SCAVI DEL 2023
Ed ecco quindi iniziato il 2023, diciassettesimo anno dedicato a questa grotta tima-vica in cui i lavori erano arrivati, nel dicembre 2022, a circa 265 metri di profondità. I giochi si riaprono il giorno sette gennaio con Ciano e Pino che, assistiti all’esterno da Roberto, dopo aver scanalato un gradino a quota -135 per agevolare il passaggio sistemano, mettendola in sicurezza, la linea elettrica dalla quota -135 alla quota -100. I lavori sul fondo invece proseguono qualche sabato dopo grazie alla presenza di Mario, Paolo, Maurizio, Enzo, e Fabio Tranchitella che riescono a spostare una trentina di secchi di fango. Quindi gli scavi vanno avanti fino ad agosto con uscite cui prendono parte Adriano Balzarelli, Aldo, Alessio, Andrea, Ciano, Enzo, Fabio T., Lorenzo, Mario, Paolo, Paolin, Pino, Roberto, Stefano Colaprico, Toffy (naturalmente non tutti assieme: a scavare sul fondo scendono sempre in due-tre, anche perché non c’è proprio posto per più persone). In questo lasso di tempo è stato aperto e attrezzato con scala fissa un ulteriore P.4 dopo il P.3 che segue al budello di -256 ed è iniziato lo scavo di un ennesimo cunicolo. Possibile cunicolo futuro, in quanto si tratterebbe piuttosto di una specie di meandro intasato da fango rappreso – medesima situazione trovata alla stessa quota, 24 anni prima, alla Lazzaro Jerko – che, purtroppo, diventa mota appiccicosa grazie all’abbondante acqua di stillicidio. Fango, comunque, frammisto a massi e a costolature da abbattere o frantumare. Gli ultimi mesi dell’anno le uscite si intensificano, grazie soprattutto alla presenza di nuove leve che, abbandonato momentaneamente il Makita, proseguono i lavori utilizzando trapani a batteria. Da segnalare che il 2023 si può considerare un anno di svolta: da quest’anno l’attività sul fondo è portata avanti non più dal cosiddetto “zoccolo duro” costituito dagli iniziatori dei lavori, ma da vari soci, anche sensibilizzati dal Direttivo dalla CGEB, divenuti nuovi e meno attempati Grottenarbeiter. Preso a cuore il notevole lavoro fin qui svolto dai “veci” per arrivare al Timavo, le “nuove” leve stanno continuando con gli scavi tra un notevole stillicidio e tanto fango, procedendo con gli sterri scendendo non alla mattina del canonico sabato (alla fine del 2023 sono stati ben 766 le giornate operative che i vecchi avevano dedicato a questa grotta, portata dai sette metri iniziali di profondità agli attuali quasi 265) ma con uscite infrasettimanali, per lo più pomeridiano-serali.
Pino Guidi – Roberto Prelli