Ritrovamenti di ossa di pipistrello in Grotta Gigante

Quando dici GROTTA dici PIPISTRELLI!

Questo assioma è ormai assodato dalla stragrande maggioranza della gente comune, ma ci sono MOLTE eccezioni… ad esempio nella Grotta con la più grande sala al mon­do, NON c’è un pipistrello che ci soggiorni. Può capitare sporadicamente che uno di loro entri, ma dopo aver fatto una visita all'”appartamento” decida di riprendere la porta riuscendo, cercando altrove. Perché? Bella domanda!

Troppa luce? Troppo rumore? Troppo Grande? O più semplicemente non piace! Non lo sapremo mai, ma questa loro assen­za, per una persona come me, che li adora ed è molto incuriosita dalla loro “vita a testa in giù”, che siano Europei od Extraeuropei, mi delude!

Ho cercato notizie della loro presenza in passato nella Grotta Gigante, ma mai nessuno ha lasciato qualche nota scritta, quindi anni fa chiesi a chi conoscevo e che per molti decenni l’aveva frequentata, se mi poteva dare qualche notizia. Oltre alle guide “storiche” Giuliano e Mauro, che non avevano mai notato la loro presenza fissa, ma solo sporadica, mi rivolsi anche a Fabio Forti. Lui aveva passato buona parte della sua vita occupandosi della Grotta Gigante, come dire “una seconda casa” e come per­sona curiosa di conoscere a fondo questo ambiente (l’aveva esplorata in lungo e in largo, aveva eseguito anche molti studi al suo interno), aveva la capacità di “vedere” cose che altri non notavano, e così mi feci raccontare dei suoi avvistamenti e in che zone della grotta li aveva notati. L’ultima presenza dei pipistrelli in Grotta Gigante, mi disse, risaliva al periodo in cui la grot­ta veniva illuminata solo dalle lampade a carburo e le visite in grotta non erano così cadenzate come oggi. Decido così, qualche anno dopo, memore delle preziose informazioni avute, di iniziare una ricerca sul campo, coinvolgendo la mia collega Federica, amante anche lei di questa specie poco apprezzata. Siamo nel febbraio del 2017 e riusciamo, a fine lavoro, ad andare a fare un sopralluogo nei luoghi indicatimi da Fabio.

Gira di qui, gira di là tra i sassi del Palazzo delle Ninfe… le prime esili ossa incastrate tra la roccia e la poca argilla si palesano ai nostri occhi. Sono particolarmente emo­zionata! Con delle pinzette da chirurgo in plastica cominciamo a recuperarle. Con molta delicatezza le estraiamo e le riponia­mo in una scatolina di plastica annotando il luogo “preciso”. Ogni ritrovamento viene riposto in un contenitore diverso, con le note corrispondenti. Soddisfatte del “raccolto” torniamo all’esterno.

Cerchiamo di capire a quale esempla­re possano appartenere, ma la cosa, per noi non esperte, non é facile. Archiviamo temporaneamente i reperti e decidiamo di ritornare a dicembre dello stesso anno, con un’attrezzatura più adeguata per un recupero negli interstizi più profondi tra le rocce. An­che questa volta il materiale é abbondante. A gennaio dell’anno dopo (2018) pro­grammiamo di andare in un’altra zona della grotta per vedere se anche lì la fortuna ci avrebbe sorriso!

La zona scelta è la Galleria Nuova, alla fine della risalita del “sentiero Carlo Finocchiaro”.

Questa volta troviamo anche un pipistrel­lo mummificato, è un Rhinolophus ferrume-quinum, oltre a ossami, mandibole e resti craniali. Ma resta sempre una domanda… a quale specie appartengono?

Ci vuole un “patologo di chirotteri”, l’unica persona in grado di determinare dai resti ossei la specie di appartenenza. Chi conosco in grado di qualificare tutta questa quantità di reperti? È Luca Dorigo, un carissimo amico ricercatore al Museo di Scienze Naturali di Udine, che oltre a studiare le abitudini e i comportamenti dei pipistrelli “vivi”, è in grado di determinarli attraverso le loro ossa.

Riesco a portargli il materiale da me raccolto appena prima che arrivi l’epidemia di Covid quando tutto si ferma, non però la mia curiosità! Mi faccio dare qualche anticipazione a voce e quando finalmente riusciamo ad incontrarci mi riconsegna il materiale catalogato, imbustato in provette con le etichette identificative e un riepilogo dettagliato cartaceo (e pensare che io gli avevo portato il tutto in vaschette di plastica di un formaggio spalmabile!). Che vergogna!

Forse non a tutti potrà interessare l’elenco delle specie presenti nelle due aree esami­nate, ma vorrei comunque che questa mia breve relazione restasse, a testimonianza, per i futuri curiosi, della passata frequenta­zione dei chirotteri in Grotta Gigante.

Mariapia Zay

Specie ritrovate nei due siti

Palazzo delle Ninfe:

  • Myotis myotis/blythii
  • Rhinolophus ferrumequinum
  • Miniopterus schreibersii
  • Chiroptera (indet.)

Galleria Nuova:

  • Myotis myotis/blythii
  • Myotis myotis
  • Rhinolophus ferrumequinum
  • Vespertilionidae (indet.)
  • Chiroptera (indet.)