Gianna Ciak

GIANNA CIAK  (1944 – 2022)

Tratto dalla rivista Sopra e Sotto il Carso Anno XI N. 12 pag. 51-52

1964 – Il 3 maggio, Gianna Ciak è impegnata nella Grotta di Rupinpiccolo

I lettori sono abituati a vedere di solito la mia firma in calce a recensioni e talvolta a necrologi. In quest’ultimo caso la mia condizione di ottuagenario spesso mi dà l’opportunità di assolvere il debito di riconoscenza contratto con molti amici e colleghi che per anni hanno percorso e illustrato le buie e silenti vie di quel nostro mondo fatato, ignorato o precluso ai più. E’ un compito che ho sempre onorato con un velo di tristezza nel cuore, quelle righe di commiato suggellavano la definitiva chiusura di un rapporto umano fatto di amicizia e collaborazione protratto sovente per più e più lustri. Righe in cui ho sempre cercato di informare la collettività speleo della scomparsa di quest’amico, fermando sulla carta – e così forse anche nel tempo – non i miei sentimenti presenti in quel momento, ma l’immagine della persona, ricordare chi era e cosa aveva fatto. Se in qualche caso mi è stato difficile separare la cronaca dai sentimenti, temo mi sia impossibile farlo nel ricordare Gianna Ciak, una grottista attiva dagli anni ’60 agli anni ‘80, una grottista che per 58 anni mi ha accompagnato, assistito, sopportato, amato. Ci eravamo conosciuti una domenica d’aprile 1964 alla Grotta Noé, ove un gruppetto di soci della ‘Boegan’ s’era recato per fare un po‘ di allenamento su scala: almeno un paio di discese e risalite ciascuno, tanto per restare in forma. Gianna era stata invitata dal comune amico Giorgio Pertoldi (cosa di cui gli sono stato sempre riconoscente) che, forse con leggerezza, le aveva suggerito di venire a fare un’escursione in grotta e che le aveva procurato un casco ed una tuta. Per scendere, con le scalette, allora non servivano necessariamente imbraghi di sorta, la fune della sicurezza veniva annodata alla vita e quindi giù. Nonostante fosse la prima volta che toccava le scalette, aveva sceso sorridente e risalito, i sessantacinque metri del pozzo, con scioltezza e sempre con il sorriso sulle labbra; l’esperienza le era piaciuta tanto, per cui ogni domenica, a partire da quella, veniva in grotta con noi. Non so se sia stato un colpo di fulmine, ma fra i vari grottisti che si facevano avanti quella ventenne solare – era nata a Trieste l’8 gennaio 1944 – aveva scelto me. Dopo aver frequentato il primo corso di speleologia della Commissione Grotte si inserì perfettamente nella sua attività accompagnandomi  nelle grotte del Carso, del Friuli, del Veneto.

1965 – Gianna Ciak impegnata nella discesa della Grotta Plutone

Oltre alle uscite organizzate dalla stessa – Gr. Plutone, Ab. di Samatorza, Gr. Natale, P. dei Ciclami, Ab. del monte San Primo, Gr. dell’Elmo, Gr. Jablenza, Ab. di Opicina Campagna – tutte fatte allora con le scalette, era con me nelle uscite per rilevamento, per scavi o per diporto. Nel 1966 accettava di diventare mia sposa e da allora in due, e caricando le scalette sulla nostra piccola Cinquecento color grigio topo, c’eravamo fatte molte delle più belle o interessanti grotte del Carso – Torri di Slivia, Nemez, Fessura del Vento, Ab. di Basovizza, Gr. a NE di Borgo Grotta Gigante, P. presso Opicina Campagna, Gr. del Quadrivio, Gr. Dodici – cavità la cui visita a scopo ludico non rientrava nell’attività consueta della Boegan. Poi negli anni ’70, all’arrivo delle nuove tecniche, aveva voluto imparare anche ad andare in grotta su corda (ma con i Gibbs). L’arrivo delle figlie, una nel 1967 e una nel 1971, non le aveva impedito di proseguire la sua attività: nel 1976 s’era portata in grotta anche la figlia maggiore (la più piccola era rimasta fuori), scegliendone una che conosceva bene, la 4884 VG, Grotta nuova di Santa Croce, che la figlia – nove anni – aveva ribattezzato “Grotta Cenerentola”. Cavità in cui poi è tornata ancora, con la figlia più piccola, nel novembre 1982. Nonostante molesti problemi di salute – interventi alla schiena, ai piedi, alle mani – non aveva mai rinunciato all’attività speleo, accompagnandomi in giro per l’Italia (e non solo, siamo stati pure in Austria, Bulgaria, Grecia, Jugoslavia, Ungheria) partecipando ai vari congressi e incontri speleo. Accontentandosi, nell’ultimo decennio del Novecento, della visita delle grotte turistiche (il più delle volte al di fuori dei percorsi normali) che erano il corollario di molte di quelle manifestazioni.

1965 – Grotta La Veloce (Pozzo 4° a S di Sgonico – 4374 VG), Gianna mentre esce dal pozzo iniziale

Quindi, con il nuovo secolo, le grucce per deambulare ed in seguito la carrozzella, dapprima spinta mano e poi elettrica. Con le stampelle prima e con la carrozzella poi girava per la città per fare compere o per incontrare le amiche, e sempre con il sorriso sulle labbra, un sorriso e una voglia di vivere che non la abbandonava mai. Brava sarta e magliaia, ed in ultimo per qualche mese infermiera, l’arrivo della seconda figlia e l’acuirsi dei problemi di salute l’avevano costretta a rinunciare all’attività lavorativa stipendiata, ma non ad essere viva e presente. Alla cura delle piante – a casa imperversavano i vasi di fiori – associava quella di sarta, confezionando abitini per le bambine e tute di grotta per il marito; oltre ai fiori coltivava continui rapporti sociali intrecciati prima di persona e poi mantenuti grazie all’avvento di Internet.

Poi, pian piano, l’aggravarsi del male l’aveva costretta a letto per periodi sempre più lunghi, sino al mattino del 18 dicembre che ci ha portato un po’ di sole ma si prese per sempre il suo sorriso. Alle esequie, svoltesi giovedì 22 dicembre, oltre ai tanti amici e parenti, c’era anche una nutrita rappresentanza del mondo delle grotte che ha voluto essere presente per rendere così omaggio e dare l’estremo saluto ad una grottista di un mondo che fu. Le sue ceneri verranno disperse, come da sua volontà, in grotta il prossimo anno, in data da destinarsi. Ciao Gianna, mia compagna per 58 troppo brevi anni, mi mancherai molto. Ma quello che mi mancherà di più sarà il tuo sorriso.

Pino Guidi

1976 – Gianna alle prese con la scaletta nella Grotta Verde