Silvio Cobau – Cavalli – Trieste 5 lug. 1873 – Trieste 8 giu. 1966
L’attività di uno dei più longevi soci della Commissione Grotte “E. Boegan” inizia nel maggio 1888, mese in cui assieme ai fratelli Felice ed Eugenio Boegan, Ettore Alessandrini e Ferruccio Chaudoin esplora la Grotta di Padriciano (futura 12 VG). Stringe fraterna amicizia con i Boegan, nella cui casa si reca ogni giorno. Da quel momento va in grotta tutte le domeniche e giornate festive, anche utilizzando una scala di corda costruita con pezzi di rami tagliati dagli alberi, scala che viene ben presto sostituita da un’altra, sempre di corda, ma con i gradini ricavati da staggi levati alle sedie della sala di disegno della scuola A. Volta.
Ampliandosi l’attività, le nuove scale vengono fatte, previa autotassazione di dieci soldi, con gradini in faggio comperati presso un falegname (costo 4 soldi l’uno); la costruzione viene effettuata nella casa dei Boegan ed il collaudo nel cortile interno scendendo dalla finestra del terzo piano. Nel 1891, per non perdere un’escursione ritenuta importante nella Grotta di Trebiciano, il giovane Cobau vi scende ancorché febbricitante. Verso la metà degli anni ‘90 entra, presentato da Eugenio Boegan, nella Società Alpina delle Giulie e nel 1895 è inserito nella Commissione Grotte. Dopo alcune riunioni serali al Caffè Rossetti decide, assieme al Boegan di creare un Catasto che “dimostrasse chiaramente, grotta per grotta, la situazione di ogni cavità, il nome sotto cui veniva da noi designata, nonché il nome indigeno, il numero dei pozzi esterni e interni, la loro profondità, la lunghezza della grotta, tutte le particolarità degne di nota, le osservazioni fatte circa la temperatura esterna ed interna, quella di un’eventuale acqua riscontrata all’interno, l’analisi microscopica delle sabbie, la data dell’esplorazione ecc.” assegnando ad ogni cavità un numero e di disporre nei pressi dell’ingresso una targhetta metallica con il suddetto numero.
Abile disegnatore, nel periodo 1894 – 1910 realizza parecchi acquarelli per Nicolò Cobol a corredo di articoli dello stesso, disegna una grande carta topografica del litorale (Trieste, Goriziano, Istria) con segnate tutte le località ma senza i nomi, nomi che venivano poi scritti nella versione italiana dal Cobol. La testata di Alpi Giulie, la rivista della Società Alpina delle Giulie, è pure opera sua.
Nel 1898 convince Eugenio Boegan a partecipare (nascostamente a nome della SAG, impossibilitata a farlo) al concorso indetto dalla Società Geografica Italiana per “l’illustrazione di una grotta situata entro i confini della penisola italiana” e quindi alla realizzazione della monografia sulla Grotta di Trebiciano, poi presentata al concorso, collaborando con Boegan al rilevamento di precisione della grotta. Nel 1899 inizia l’esplorazione sistematica delle grotte dell’altopiano di San Servolo, opera che viene quindi concretizzata da studi pubblicati su Alpi Giulie da Paolina (1902) e Boegan (1906).
Finite le scuole trova lavoro presso il Lloyd Austriaco, impiego che manterrà per tutta la vita, continuando la sua attività nella Commissione Grotte, anche con incarichi di responsabilità: non solo è economo dal 1900 al 1913 e poi nel 1919, segretario nel 1926, ispettore per la Grotta di Corniale nel 1928, ma durante l’assenza di Boegan (per lavoro, prima in Friuli e poi in Dalmazia) dirige le esplorazioni della Commissione Grotte. Parecchie sono le grotte da lui scoperte (ad esempio, nel 1911, a Roditti le grotte n. 353, 354 e 355 VG) e molte pure quelle rilevate o al cui rilievo ha collaborato (nel catasto ci sono a sua firma i rilievi delle 17, 29, 125, 140, 165 VG).
All’entrata in guerra nell’estate 1914 dell’Austria (intanto s’era sposato ed aveva avuto due figlie), entra a far parte del corpo ausiliario dei vigili del fuoco, struttura creata dal Comune di Trieste per rinforzare quello effettivo assottigliato dai continui richiami alle armi. In questa veste nel maggio 1915 interviene nello spegnimento degli incendi di negozi e magazzini di italiani dati alle fiamme dai manifestanti all’entrata in guerra dell’Italia contro l’Austria.
Viene esonerato dal servizio militare in quanto la Direzione del Lloyd lo dichiara indispensabile per il servizio, esonero ritirato successivamente a seguito di delazione di un collega di lavoro. L’esonero viene però poi confermato dal comandante del servizio antincendio che lo dichiara indispensabile per lo stesso. Cosa che non gli evita continue ispezioni a casa da parte della polizia ed infine, a metà conflitto, l’internamento in Stiria ove rimarrà sino alla fine della guerra.
Nel dopoguerra la sua attività è condizionata dalle continue trasferte per lavoro (qualcuna anche di parecchi mesi) che però non gli impediscono di proseguire le esplorazioni sul Carso e gli studi sulla Bistrizza di cui rileva le portate. Quale segretario della Commissione Grotte spetta a lui tenere, nel 1926, la commemorazione dei morti nella tragica esplorazione della Grotta di Raspo. Nel 1928 riduce in forma italiana – come moltissimi giuliani in quegli anni – il cognome da Cobau in Cavalli (Decreto prefettizio pubblicato sulla G.U. del Regno d’Italia n. 178, 1 agosto 1928) e qualche anno dopo ottiene la nomina a Cavaliere del Regno d’Italia.
Entrato nella Società Alpina delle Giulie il 1° gennaio 1894, diviene membro della Commissione Grotte nel 1895 e vi rimane, con alcune interruzioni dovute ad assenze dalla città, sino al 1942. Nel 1959, ormai ottantaseienne, dona alla Commissione Grotte un dattiloscritto con la storia della sua amicizia con Eugenio Boegan e spunti di cronaca di vita dell’Alpina. A seguito poi di una fitta corrispondenza con l’allora presidente della Società, avv. Carlo Chersi, dona all’Alpina una serie di documenti, foto e appunti di quegli anni lontani, seguita, poco dopo, dalla consegna di un ulteriore dattiloscritto sulla storia della Commissione Grotte e sulla vita di alcuni suoi esponenti di allora. (PG)
Bibliografia speleologica
– 1958: Come conobbi il mio caro e vecchio amico Eugenio Boegan, Dattiloscritto di 38 pagine conservato negli archivi della Comm. Grotte “E. Boegan”
-1959: Appendice alle mie note del novembre 1958, Dattiloscritto di 44 pagine conservato negli archivi della Comm. Grotte “E. Boegan”