Sono le 22.45 di mercoledì 14 dicembre 2022 quando io e Tom stiamo uscendo dalla grotta Noè questa volta arrampicando, concludendo così il sogno di Giannetti iniziato da lui con Lorenzo Coceani il 21 febbraio 2004.
A Giannetti vanno tutti i meriti sia per aver ideato questa fantastica via che per aver portato avanti caparbiamente tiro dopo tiro questo progetto, noi abbiamo inserito l’ultimo tassello per amicizia e per onorare il suo ricordo.
Quella corda fissa che dall’alto spariva sotto un tetto non poteva rimanere a segnare un’idea incompiuta e così il caso volle che una sera andando a trovare Cristina, Tom e Luca si entra in discorso e parte l’idea di concludere la via.
I quaderni di Gianni, in cui annotava tutte le uscite, mi danno una parte di informazioni ma per capire cosa ci aspetta serve tornare sul posto.
Il 7 settembre 2022 io, Tom e Cristina scendiamo la Noè dalla parte più appoggiata e decidiamo di ripartire dall’inizio valutando se sostituire o integrare gli ancoraggi oramai corrosi dal tempo.
La via parte dalla parete alla base del colatoio sul lato opposto delle classiche calate in libera e dopo i primi 15 metri verticali comincia ad obliquare a sinistra, seguendo un sistema di esili cenge collegate da strapiombi e piccoli tetti, traversando tutto il pozzo in uno scenario grandioso!
Il 22 ottobre ritorniamo io e Tom con abbastanza materiale per finire la via ma i primi 4 tiri di corda, seppur corti, ci impegnano molto sia per la richiodatura (Gianni era “lungo” e le protezioni sono lontane) che per la pulizia dal fango. Le scarpette d’arrampicata si riducono presto a dei tragicomici pupazzetti di fango!
Dopo il lungo traverso del quarto tiro decidiamo di calarci con una calata in corda doppia da 40 metri, uscendo appena in tempo per evitare il diluvio.
Il morale comunque è alto e non rimane che trovare una data utile per concludere entro l’anno.
Tra meteo infausto, impegni di lavoro e famigliari i giorni passano, trovare una giornata buona diventa complicato e quindi di istinto decidiamo di tagliare la testa al toro e attacchiamo mercoledì 14 dicembre di sera con il favore delle tenebre. Dopotutto siamo speleo e arrampicare al buio non è un problema eccessivo.
Una temperatura “freschina” ci attende sull’orlo del pozzo. Tom veloce arma la statica raggiungendo con un bel pendolo la sosta della volta precedente, poi tocca a me con un sacco modello “grandi occasioni” zeppo di fix, piastrine, batterie, trapano, corda dinamica e altri accessori per una apertura consona con le aspettative.
Preparato tutto in sosta inizia un intenso tango con le staffe su per uno strapiombo lungo e esposto. Ne viene fuori un tiro bello tosto che Giannetti aveva già quasi concluso.
Attrezzo la sosta su un’esile gradino e ora tocca a Tom divertirsi. Mentre lo guardo risalire spengo la frontale godendo del gioco di luci e ombre che anima il pozzo in tutta la sua grandezza .
Ho tutto il tempo di ricordare e pensare, e ancora ricordare.
Tom intanto mi raggiunge. Ora avanti a forare con il trapano e mangiar polvere che si insinua dappertutto, su una placca non compattissima e sempre leggermente strapiombante.
Altri due tiri di corda, brevi ma intensi, e finalmente siamo fuori contenti di aver concluso il sogno di Giannetti.
Raccolto tutto il materiale torniamo alla macchina e cerchiamo ad Aurisina un locale ancora aperto dove festeggiare questa idea che da tanto attendeva la parola fine.
Paolo Pezzolato (Fox) – CGEB
Tom Kravanja – CGEB