FRANCO LESCOVEZ – 7.2.1943 – 20.6.2021
Pubblicato nella rivista Sopra e Sotto il Carso ANNO X – n. 6
Quando la scorsa mattina l’amico Marco Terrenzio mi ha comunicato la notizia, stentavo a crederci!
Si rimane davvero basiti quando vieni a sapere della perdita di un amico quale era Franco Lescovez, per tutti noi il “Pal”, un soprannome che derivava dalla sua statura e magrezza. Il suo soprannome ci era tanto famigliare che spesso qualcuno di noi aveva dimenticato persino il suo vero nome. Avevo conosciuto Franco nei primi anni ’70, quando mi accingevo ad entrare nel CAI a Gorizia, anche lui aveva cominciato da poco ad innamorarsi delle grotte e si era iscritto nel locale Gruppo Speleo “L. V. Bertarelli”. Assieme a molti altri, alcuni dei quali purtroppo ora non ci sono più, avevamo costituito una bella squadra ricca di sogni e progetti e vivevamo un periodo davvero felice ricco di esplorazioni e idee. Era il periodo in cui per la prima volta si affrontava l’esplorazione di una grotta complessa quale poteva essere le Grotta Doviza a Villanova delle Grotte nel tarcentino. In quel periodo, l’area dei monti La Bernadia, speleologicamente era poco frequentata, le grotte conosciute erano poche ed esplorate all’epoca dei vari Feruglio, G.B. De Gasperi, Olinto Marinelli o Francesco Musoni, studiosi ed esploratori friulani che avevano lasciato la loro traccia addirittura nei primi anni del 1900. La Grotta Doviza, quindi, fu la prima a destare il nostro interesse, ricordo, con nostalgia, quel periodo trascorso tra il 1969 e il 1970 in cui, nel gruppo dei giovani che si affacciavano alla speleologia, c’era uno alto e magro con gli occhiali che tra tutti spiccava per le sue idee e la voglia di mettersi sempre in gioco. Quello lì, quello alto, da quel momento per tutti noi è stato il “Pal”! Era il teorico del gruppo e visto che era un po’ più anziano di noi, era colui a cui potevi chiedere pareri tecnici e consigli vari, ma al momento giusto era anche ricco di spirito goliardico, insomma era la persona che sapeva darti il giusto consiglio o farti star bene in compagnia. Ricordo che in quel periodo dell’esplorazione della Grotta Doviza, per poterla rilevare ed esplorare avevamo programmato di rimanere all’interno per più giorni (cosa impensabile al giorno d’oggi) così al fine di evitare il trasporto di grossi e pesanti sacchi stavamo provando alcuni tipi di dieta da consumare in grotta. Era il momento di provare la famigerata “dieta Ferri”, un mix di giuste calorie racchiuso in buste calibrate e leggere per un consumo giornaliero. Fu un’esperienza tragi ca visto che il primo giorno, il “Pal” e lui, si era consumato le razioni di almeno giorni. Il rapporto con il cibo era stato sempre tante campagne d’esplorazione sull’altopiano del Monte Canin, ricordo che al campo base in zona Foran del Muss, una sera decidendo che la cucina non era di suo gradimento, assieme a Caligola (Franco Calligaris) e Marchetto (Marco Sfiligoi) decise di scendere a valle, raggiungere una pizzeria a Tarvisio per poi rientrare, a notte fonda, da Sella Nevea a piedi (la funivia non c’era) fino al campo del Foran del Muss. Era fatto così ed erano anche altri tempi! Gli anni sono passati in fretta, da quel tempo ricco di spensieratezza e di idee, ci siamo ritrovati improvvisamente più vecchi senza nemmeno accorgerci. Per un periodo ci siamo persi un po’ di vista, perché nel frattempo, purtroppo, le nostre strade speleologiche si erano completamente diversificate ma eravamo rimasti sempre in amicizia. Ci siamo poi, di nuovo, reincontrati casualmente molti anni più tardi quando io ero entrato nel Consiglio di Quartiere cittadino di San Rocco-S. Anna in qualità di presidente e lui di consigliere. Anche qui, devo dire, fu un periodo felice e molto stimolante dove ci si battagliava costruttivamente per le proprie idee ma più di qualche volta, al termine delle nostre lunghe riunioni, ci lasciavamo andare nei nostri ricordi speleologici …. ed erano belle serate.
Grazie Pal per la tua amicizia!
Maurizio Tavagnutti