INDICE GENERALE VOLUME XII – 1972
Trieste 1973
FABIO FORTI: Studio geomorfologico dei “fori di dissoluzione’ nelle carbonatiti calcaree del carso Triestino
Nel quadro delle ricerche di geomorfologia carsica nelle rocce carbonatiche affioranti sul Carso Triestino, condotte secondo i criteri del metodo integrale, è interessante lo studio della genesi e della morfologia dei «fori dì dissoluzione» che appartengono al gruppo delle «piccole forme di corrosione». Dopò un breve cenno sui precedenti lavori sull’argomento, vengono descritti gli aspetti morfologici e genetici di questi «punti carsici», formatisi per dissoluzione localizzata in corrispondenza di fessure su superfici rocciose affioranti, in genere calcari molto compatti. Viene fatta rilevare, infine, la differenza tra queste forme carsiche, determinate da «corrosione frontale» e le altre micro-forme carsiche determinate da «corrosione dorsale».
CARLO D’AMBROSI: Su di alcuni problemi e particolarita’ idrologiche delle masse carsiche della Venezia Giulia con qualche riferimento ad altre regioni
Lo scrivente, premessi alcuni cenni orientativi in riferimento al «metodo della ricerca integrale sul carsismo» da lui ideato e proposto, passa a descrivere alcune parti-colarità idrologiche ipogee ed epigee del bacino imbrifero del F. Isonzo. Quindi s’intrattiene sull’idrologia e idrografia del Carso triestino propriamente detto e del Carso di Buie con accenni alla loro evoluzione geologica e idrogeologica. L’A. tratta gli stessi argomenti riguardanti anche il vasto territorio carsico dell’Istria sudoccidentale, accennando al fenomeno dei «bromboli»: manifestazioni gassose al largo della costa occidentale dell’Istria. Sono pure esposte in succinto le caratteristiche idrologiche del carsismo sotto copertura flyscioide, nonché quelle dei banchi conglomeratici intercalati nella serie del Flysch. Viene quindi trattato il problema delle «catture ipogee» con particolare riguardo al Timavo superiore, alla Piuca e al Torrente Foiba di Pisino, come quello delle vie di deflusso ipogee del T. Foiba. In fine viene accennato agli ingorghi degli inghiottitoi carsici.
SERGIO ANDREOLOTTI – RENATO GERDOL: Il l’ epipaleolitico della grotta Benussi (carso Triestino)
La presente memoria ha per oggetto lo studio e l’illustrazione delle industrie epi-paleolitiche (livelli 8, 6, 5, 4, 3) rinvenute, durante gli anni 1966-72, nella Grotta Benussi, sul Carso triestino. Tali industrie, analoghe a quelle provenienti da altre stazioni epipaleolitiche del Carso triestino (Grotta Azzurra, Grotta della Tartaruga, Grotta dell’Edera, Cavernetta della Trincea, eoe), presentano evidenti affinità tipologiche con i complessi epipaleo-litici del Trentino, della Valle Padana e della Francia meridionale. L’industria del livello inferiore è troppo povera per consentire una diagnosi. Il complesso culturale dei tagli 6-5 è caratterizzato dalla presenza di punte a dorso bilaterale, di punte e lame a dorso bilaterale e troncatura obliqua e di pochi geometrici trapezoidali e viene assegnato a una fase finale del Sauveterriano recente. Dopo un orizzonte di transizione (taglio 4), si passa ad un complesso di tipo tardenoide (taglio 3), caratterizzato dal calo piuttosto notevole dei grattatoi, dall’intensificazione dell’impiego delle tecniche del microbulino e della frattura per flessione, dall’incremento dei trapezi e dei denticolati. Tali caratteristiche si ritrovano nelle industrie della fase più tarda dell’Epipaleolitico della Valle dell’Adige (Romagnano III AB 1-2) e del Carso triestino.
MARIO BUSSANI: Escherichia coli e streptcocco foecalis indicatori o traccianti naturali?
Durante l’anno 1972, abbiamo voluto osservare alcuni fenomeni ipogei di circolazione idrica legati ai microorganismi: Escherichia coli e Streptococco foecalis. Si è trascurato completamente la carica batterica totale in quanto è stato ampiamente dimostrato che la stessa non è significativa in alcuno dei casi connessi all’inquinamento biologico epigeo.
PINO GUIDI: Bibliografia speleologica della commissione grotte “E. Boegan anni 1969 “1972