INDICE GENERALE VOLUME XI – 1971
Trieste 1972
D’AMBROSI F. MOSETTI: Il conoide Isontino e le sue falde acquifere nel loro stato attuale e con riferimento alle influenze carsiche collaterali
Gli autori, ravvisata l’opportunità di tracciane un quadro dettagliato riguardo alle condizioni generali in cui si ‘troviamo oggidì le falde acquifere delia piana’ isonitina, specie in sinistra del basso Isonzo, passano anzitutto ad esaminare e vagliare le risultanze degli studi di altri Ai, eseguiti dalla metà dello scorso secolo in .poi. Quindi riferiscilo sui risultati delle loro indagini geofisiche, geologiche e geoìdrogeologiche relative all’origine e alla costituzione dell’intero conoide isontino, con particolare riguardo alla provenienza, distribuzione e natura delle suddette falde. Essi giungono infine alla constatazione che le falde stesse sono ancona oggidì notevolmente ricche d’acqua e che sono alimentate prevalentemente dalle perdite dell’Isonzo, non escluso qualche contributo di acque carsiche da essi constatalo in sinistra d’Isonzo tra Fogliano – Redipuglia e il corso del Looavez presso Monfalcone.
FABIO FORTI: le vaschette di corrosione rapporti tra geomorfologia carsica e condizioni geollitologiche delle carbonatiti affioranti sul carsoTriestino
Vengono descritte le «vaschette di corrosione, quali esempi di «piccole forme di corrosione», considerate nell’ambito della geomorfologia delle carbonatiti carsificate affioranti sul Carso Triestino, in rapporto al variare delle condizioni geolitologiche. Si fa una sintesi dei principali studi sull’argomento ed una descrizione genetico-morfologica del fenomeno. Segue una classificazione per tipi e frequenza delle vaschette di corrosione in base ad una suddivisione in 10 complessi litologici, non formali, delle rocce del Carso Triestino; tale suddivisione raggruppa termini carboinatici che hanno un comportamento simile agli effetti della degradazione meteorica.
A CASALE – F. VAIA: Relazioni fra schema deformativo e cavità carsiche nell’abisso Michele Gortani (m. Canin – Alpi Giulie)
Il presente lavoro fa seguito a quello pubblicato dagli stessi Autori nel 1972 e rientra anch’esso nell’ambito degli studi stratigrafici, tettonici e morfologici intrapresi sul massiccio del M. Canin dall’Istituto di Geologia dell’Università di Trieste, diretto dal Prof. G. A. Venzo, presso il quale F. Vaia è assistente alla cattedra di Geologia applicata e incaricato di Geomorfologia e A. Casale ha compiuto le ricerche per la sua tesi di laurea sulla geotettonica del M. Canin. Il lavoro si collega inoltre alle ricerche speleologiche che da anni la Commissione Grotte «Eugenio Boegan» della Società Alpina delle Giulie conduce sul massiccio stesso. Scopo del lavoro è l’analisi delle modalità di impostazione e di sviluppo delle azioni speleogenetiche che hanno dato origine all’imponente sistema carsico intitolato a Michele Gortani. Sono state eseguite numerose misure di giacitura, secondo i concetti della analisi strutturale, sia delle fratture che suddividono la roccia in superficie sia dei singoli tratti di cavità lungo l’abisso Gortani. L’area in cui sono state eseguite le misurazioni in superficie è grosso modo compresa tra i meridiani passanti per il Fontanon di Goriuda ad O e per il rifugio «Celso Gìlberti» ad E, avendo il centro in corrispondenza del Col delie Erbe sul cui versante settentrionale si apre l’ingresso dell’abisso. A. Casale, capo spedizione negli anni 1967, 1968 e 1969, ha eseguito 3a campionatura in profondità lungo l’abisso stesso allo scopo di ricostruire la successione stratigrafica affiorante, ha collaborato ai rilievi topografici raccogliendo le misure di direzione dei tratti di cavità ed ha steso la relazione tecnica; entrambi gli Autori hanno eseguito in completa collaborazione le misure statistiche in superficie, le osservazioni geologicbe e morfologiche, hanno curato l’elaborazione dei dati, la stesura del testo e la realizzazione delle tavole. In calce al lavoro viene riportata una puntuale relazione tecnica sulle modalità d’armo dell’abisso.
MARIO BUSSANI: Influenza delle acque sotterranee carsiche sulle isoterme superficiali del golfo di Trieste
L’Autore presenta i dati della temperatura del mare in superficie raccolti con frequenza mensile nel corso dell’anno 1S69 m 15 punti opportunamente scelti nel golfo di Trieste.Le variazioni delle temperature del mare sono poste a confronto con le variazioni della temperatura dell’acqua alle risorgive del Timavo a San Giovanni di Duino, ed i risultati vengano brevemente commentati.
TULLIO TOMMASINI: Meteorologia ipogea nella Grotta Gigante sul carso triestino – biennio 1969-1970
Vengono presentati i risultati di due anni di misure sistematiche sulle condizioni dell’aria eseguite nella Grotta Gigante (Carso Triestino) mediante psicrometro ad aspirazione tipo Assmann.
SERGIO ANDREOLOTTI – FRANCESCO STRADI: Rinvenimenti preistorici nella caverna superiore della Grotta Gigante (carso triestino)
Dopo aver esaminato con assaggi di scavo, le condizioni del deposito di riempimento della caverna superiore della Grotta Gigante nel Carso triestino, si descrivono i materiali preistorici rinvenuti nei quattro livelli stratigrafici individuati. Sono presenti reperti attribuibili a tutti i periodi cronologici che vanno dal neolitico all’età del ferro, ma sono soprattutto caratteristici quelli appartenenti al neolitico e all’età del bronzo medio – inferiore.