Dio ANUBI

Foto: R. Romano

Pubblicato su Progressione 66

Terminata  l’esplorazione  del “Frozen”  siamo tornati, nuovamente motivati, a dedicare le nostre energie  all’Anubi. Così, dopo il provvidenziale break, eccoci di nuovo a continuare  l’arrampicata che da meno 400 conduce alle nuove zone. Si inizia passando nel mezzo di una prima sala, ornata da una cascatella,  si affronta una scalata verticale di 30 metri e  si comincia ad arrampicare all’interno di un enorme frana.

Questa parte di grotta è veramente particolare:  esigui passaggi fra  enormi massi permettono la salita in  una lunga  spirale: una sorta di  gigantesca scala a chiocciola ! Finalmente usciti da questa roulette russa, in direzione sud/sud est si prosegue per una cinquantina di metri per stretti laminatoi e sprofondamenti fino ad intersecare una finestra che da su un pozzo molto ampio, con pareti erose ed un bel calcare bianco. Questo pozzo, molto articolato (si divide in 3 fondi), a prima vista profondo solo una trentina di metri,   in realtà è alto 150 metri. Infatti dalla nostra finestra si   scendono ca. 30  metri sino ad un terrazzo, sotto il quale  il pozzo continua ma senza dare adito a nessuna prosecuzione.   Dalla parte opposta al nostro arrivo, ad una ventina di metri dal terrazzo, una piccola galleria  conduce a  2 pozzi paralleli, il primo, sceso per 90 metri, con alla  base un rigagnolo che sparisce tra ghiaie e strettissimi laminatoi, il secondo, non ancora sceso, molto presumibilmente si collega al primo poco prima del suo fondo. Unica soluzione è seguire l’aria, continuando ad  arrampicare… Incredibilmente mi basta una sola uscita per scalare ulteriori 70 metri tra artificiale ed arrampicata libera, fino ad un meandrino che  porta ad una saletta sovrastata da massi. Non quello che speravo! Ma anche questa volta la fortuna ci assiste: una serie di passaggi in frana danno accesso ad una galleria!

Solo chi esplora, può capire l’emozione che si prova quando la tua voce rimbomba in un eco, e ti rendi conto, che solo pochi metri ti separano da ambienti molto grandi. Ci troviamo in uno sprofondamento lungo 60 metri  e largo 10, probabilmente  generato da una galleria  più alta di ca. 30 metri. E’ infatti evidente  sul soffitto la forma di una vecchia galleria freatica di notevoli dimensioni che attraversa la sala da nord a sud. Quanto sopra è solo una  schematica relazione su 200 metri circa di risalita conquistati con 8 uscite, con la partecipazione, oltre al sottoscritto di: Lorenzo Slama, Silvia Foschiatti, Stefano Guarniero, Spartaco Savio, Paolo Manca, Tom Kravanja, Adriano Balzarelli, Federico de Ponte, Dean Pertot e  Alberto Dal Maso. 

Al momento ci troviamo a 1.100 metri dall’ingresso e siamo risaliti ad una profondità di – 200 metri: per arrivare alla zona esplorativa servono  6/7 ore di progressione senza tenere conto dell’ora abbondante di percorso dal rifugio Gilberti. Per continuare con efficacia l’esplorazione ormai riteniamo indispensabile allestire un campo  intorno a quota -400 metri: questo il prossimo lavoro in programma.

Rocco Romano