VERONICA URTICIFOLIA JACQ.NELLA GROTTA DELL’ARCO NATURALE DI OCIZLA/OCCISLA (MIŠKOTOVA JAMA V LOKAH, 723 S/168 VG, SLOVENIA)

CONTRIBUTO ALLA CONOSCENZA DELLA FLORA E DELLA VEGETAZIONE DEL COMPLESSO CARSICO IPOGEO DI BECCA-OCCISLA/BEKA-OCIZLA (BEŠKO- OCIZELJSKI SISTEM, SLOVENIJE)
PREMESSE
Una dorsale di flysch eocenica, cosparsa da continuativi rilievi ed avvallamenti per lo più boscosi e profondamente rigati da vari corsi d’acqua, contraddistingue il territorio sloveno ubicato immediatamente a SSE della Val Rosandra (Glinščica, Dolina Glinščice). Mentre a settentrione i flussi acquei tendono ad alimentare il torrente Rosandra, a sud essi si riversano in un’ampia depressione, chiamata localmente “Loke”, nella quale emerge un suolo calcareo paleocenico che asseconda l’assorbimento idrico. Essi defluiscono alfine nella parte centrale della valle chiusa di Becca/Beka-Occisla/Ocizla,scomparendo quindi nel relativo complesso ipogeo (Beško-Ocizeljski Sistem).
Le cavità, in cui le acque s’inabissano, evidenziano un orientamento da SE a NW e s’aprono tutte in un raggio di circa mezzo chilometro. Esse sono: la “Voragine di Occisla” (Ocizeljska Jama, 1003 S/170 VG), la “Grotta che sbocca nella Voragine di Occisla” (Blažem spodmol, 1004S/171 VG), la “Grotta della Cascata” (Maletova jama s slapom, 729 S/169 VG), la “Grotta dell’Arco Naturale” (Miškotova jama v Lokah, 723 S/168 VG), il “Pozzo presso Becca” (Jurjeva jama v Lokah, 636 S/167 VG) e l'”S-4″ (Socerb, 5772 S). Ciascuna d’esse funge da inghiottitoio, più o meno attivo durante l’anno, catturando un corso d’acqua a regime torrentizio. In base alle attuali conoscenze, le acque assorbite dagli ipogei del complesso contribuiscono per lo più ad alimentare le sorgenti presso l’Antro di Bagnoli (Podjáma, Jama pri Boljuncu, 76/105 VG).

Sotto il profilo vegetazionale il particolare ambiente, in cui sprofondano le cavità in oggetto, include una variegata e distintiva flora i cui caratteri furono già messi in evidenza, intorno al 1930, dallo speleobotanico Friedrich Morton (Gorizia, 1.11.1880-Hallstatt, 10.07.1969).
Con una certa regolarità, in questi ultimi decenni, furono effettuati sopralluoghi ed osservazioni negli stessi ambienti, individuando ulteriori specie significative dopo aver confermato, in linea di massima, quelle già citate dal Morton, fra le quali spicca di gran lunga Veronica urticifolia. La presenza di questa specie è sorprendente, aggiungendosi ad altre ancora che, per poco, non entrano nel territorio carsico triestino.
Ed in effetti, un cospicuo numero d’entità botaniche, talune anche di pregevole interesse, è presente nell’attiguo territorio sloveno, situato al di fuori del confine di Stato italiano. Fra queste, ad esempio, si rammentano Anemone trifolia, Aposeris foetida, Cardamine trifolia, Chrysosplenium alternifolium, Omphalodes verna, Oxalis acetosella, Pedicularis friederici-augusti, Saxifraga petraea, Saxifraga rotundifolia e Serratula radiata (quest’ultima rinvenuta addirittura a qualche centinaio di metri dalla linea di demarcazione).
Scopo del contributo in oggetto è quello di confermare ed evidenziare la presenza, negli ambienti del complesso ipogeo di Becca/Beka-Occisla/
Ocizla, di Veronica urticifolia, esemplare Scrofulariacea (Plantaginacea) che ben si manifesta soprattutto nella “Grotta dell’Arco Naturale” (“Miškotova jama v Lokah”, 723 S/168 VG), oltre che nella “Voragine di Occisla” (Ocizeljska Jama, 1003/170 VG).
GROTTA DELL’ARCO NATURALE (GROTTA DI S. MARIA DI OCCISLA, MIŠKOTOVA JAMA V LOKAH, 723 S/168 VG)

La Grotta dell’Arco Naturale (“Miškotova jama v Lokah”, “Jama z naravnim mostom”, 723 S/168 VG, q. 345 m) appartiene al complesso ipogeo di Becca-Occisla (Beško-Ocizeljski sistem). Fu inizialmente rilevata da E. Boegan e G. Radivo (24.12. 1899). A questo rilievo se ne aggiunse un altro, in data 5.8.1928. Successivamente (15.09.1955) fu rilevata a cura dello JK Železničar. Le coordinate geografiche (Gauss-Boaga) sono le seguenti: lat.: 45°35’37,04″ N; long.: 13°53’40,08″ E. Riferendosi invece al sistema DK-48, esse sono: E 5414122; N 5050500. Attenendosi alla griglia WGS-84, esse sono invece: E 13.8945°; N 45.5934°.
Questa cavità, che è la più lunga del sistema di inghiottitoi (1027 m) e che denota una profondità complessiva di 73 m, si trova proprio al fondo dell’ampia depressione. Analogamente a tutte le altre, anch’essa assorbe l’acqua d’un corso d’acqua, che in questo caso proviene da NE, traendo origine nelle immediate adiacenze del Colle di Nabrezje, sul quale sorge il paese di Becca (Beka). Dopo circa 1,2 km di percorso, esso s’arricchisce con qualche modesto affluente. Soltanto in periodi di massima siccità risulta quasi asciutto. Sino ad alcuni decenni addietro, con maggior abbondanza d’acqua, esso rimarcava un’abbondante presenza del Gambero d’acqua dolce (Astacus fluviatilis), Crostaceo Decapode che talvolta s’evidenziava addirittura nella parte più interna degli ipogei.
Concluso il percorso sul suolo arenaceo il corso d’acqua, con direzione SW, incontra la compagine calcarea, piega quindi a meridione e prosegue con un alveo molto ripido ed irregolare. Qui l’acqua, impetuosa in periodi di piena – ma in secca anche per intervalli prolungati durante la stagione estiva – sconquassa tutto, sviluppando una possente forza d’erosione, di cui s’evidenziano le conseguenze soprattutto in un pittoresco “Arco Naturale”, largo 4 m ed alto 7 m. In un remoto passato l’arco non esisteva: infatti il corso d’acqua, che fluiva allora su di un letto certamente più alto dell’attuale, era costretto a rovinare nel baratro dal margine superiore. Soltanto in seguito, con una lenta ma incessante attività di perforamento, venne a delinearsi l’Arco Naturale, che rappresenta tuttora una delle più spettacolari e pittoresche attrattive dell’ambiente.
ASPETTI BOTANICI DELLA GROTTA DELL’ARCO NATURALE

La “Grotta dell’Arco Naturale” (Miškotova jama v Lokah, 723 S/168 VG) si rivela molto interessante sotto il profilo botanico, soprattutto per l’inattesa presenza di Veronica urticifolia Jacq. (Koprivolistni jetičnik). Nel baratro antistante l’ipogeo, l’entità si sviluppa negli anfratti e nelle cenge della parete che strapiomba sulla destra (lungo l“Albero di Pietra”), appena oltrepassato l’Arco Naturale. Già individuata da Morton a metà degli Anni ’30, la specie continua ad essere presente nel sito, ove ha trovato un adeguato microclima per le sue ottimali condizioni vegetative.
L’ingresso della cavità si trova in una zona circondata dalla boscaglia, che annovera quasi tutti i suoi usuali componenti. Prevalgono, nello strato erbaceo, le specie d’ambiente umido e fresco, quali quelle tipiche dolinari, agevolmente identificabili nel precoce periodo primaverile (anemone gialla, a. nemorosa, anemolo aquilegino, asaro, bucaneve, elleboro, erba trinità, eritronio, mughetto, nocciolo, orobo primaticcio, primula, radice cava o coridali), con la presenza, inoltre, di Angelica syl-vestris, Aruncus dioicus, Aconitum lycoc-tonum, Adoxa moschatellina, Campanula rapunculus, C. trachelium, Crataegus monogyna, Galium sylvaticum, Geranium robertianum, Lithospermum purpurocaeru-leum, Lonicera xylosteum, Melica nutans, Sanicula europaea, Symphytum tuberosum, Tamus communis, Tanacetum corymbosum, Vincetoxicum hirundinaria. Nello strato arbu-stivo-arboreo si sviluppano Acer campestre, Acer pseudoplatanus, Cornus mas, Cornus sanguinea, Crataegus monogyna, Populus tremula, Quercus cerris, Q, pubescens, Sorbus aria, Tilia cordata, Ulmus minor.
Lungo il corso d’acqua che, quasi al termine del suo viaggio, sottopassa l’Arco Naturale, la vegetazione è essenzialmente costituita da Acer campestre, Aegopodium podagraria, Anemone nemorosa, Aruncus dioicus, Asplenium ruta-muraria, A. tricho-manes, Carpinus betulus, Corylus avellana, Cyclamen purpurascens, Cardamine (= Dentaria) enneaphyllos, Daphne mezereum, Euonymus europaea, E. verrucosa, Euphorbia dulcis, Galium sylvaticum, Gentiana cruciata, Hedera helix, Helleborus multifidus, Heracleum sphondylium, Hieracium murorum, Hylotelephium maximum, Knautia drymeja, Lamium orvala, Lathyrus vernus, Lilium mar-tagon, Melittis melissophyllum, Mercurialis ovata, Mycelis muralis, Polygonatum odora-tum, Primula vulgaris, Pteridium aquilinum, Pulmonaria officinalis, Quercus cerris, Q. petraea, Ruscus aculeatus, Salvia glutinosa, Senecio fuchsii (=S. ovatus), Sorbus aria, Tanacetum corymbosum, Thalictrum aquile-gifolium, Veratrum nigrum.
Nell’ambiente baratroide circostante l’Arco Naturale e che precede l’ingresso alla grotta, la vegetazione mette in evidenza alcune Pteridofite (Asplenium ruta-muraria, A. trichomanes, Polypodium vulgare e rara Dryopteris filix-mas), accompagnate da Carpinus betulus, Euonymus verrucosa, Geranium robertianum, Hedera helix, Lamium orvala e Senecio ovatus (= S. fuchsii).
Nei primi anni, a partire dal 2000 (Sguazzin F., Polli E., 2009), fu intrapreso nella cavità uno studio briologico. Esso ebbe lo scopo di contribuire alla conoscenza della specifica speleoflora (Hepaticae e Musci) del particolare ambito baratroide. Furono così pure illustrate e discusse le caratteristiche di maggior rilievo della popolazione briologica presente nell’ambiente ipogeo.
L’elenco delle Briofite, allora individuate, comprende 39 entità, delle quali 13 Epatiche e 26 Muschi. Nessuna di esse rientra nelle categorie a rischio a livello europeo, ma una in particolare, Neckera besseri (Lobarz.) Jur., risulta abbastanza rara: si sviluppa sulle rocce calcaree (raramente su alberi) della Scandinavia e dell’Europa centro-meridionale. L’entità (un Muschio) è stata identificata e raccolta in vari punti dell’ipogeo: lungo il torrente, sotto l’Arco Naturale, su un tronco marcescente all’ingresso della grotta ed all’imboccatura della stessa. È specie sub-continentale-montana, perenne stress-tollerante, notevolmente sciafila, abbastanza xerofila, aeroigrofila.
Ma è, come già detto nelle premesse, la presenza di Veronica urticifolia ad impreziosire l’ambiente ed a conferirgli un elevato interesse botanico.
CARATTERI MORFOLOGICI ED ECOLOGICI DI VERONICA URTICIFOLIA

Veronica urticifolia Jacq. (= V. urticaefolia, V. latifolia L. p.p.) appartiene alla Famiglia delle Plantanginaceae (Scrophulariaceae, comprendente circa 250 specie). Il nome del genere (stabilito da Linneo nel XVIII secolo) deriverebbe da “vera” e “unica”, con riferimento alle presunte proprietà medicinali di alcune sue specie, ma anche per essere dedicata a Santa Veronica (1445-1497). Qualcuno vedrebbe per contro, nel nome, la radice suddivisa in “verus” ed “unicus” e, ancor più suggestivamente, l’unione fra “vires” e “nike”, cioè “Forze vittoriose”. È pianta emicriptofita scaposa perenne. Alta dai 20 ai 60 cm, presenta rizoma stolonifero allungato. Le foglie, ovate e lunghe fino a 10 cm, si presentano generalmente sessili, con il margine grossamente seghettato, con la base sub-cuoriforme e con la lamina largamente ovata, acuta e ricca di peli. I fusti fiorali sono eretti, brevemente pubescenti e talora ghiandolosi. I fiori, piuttosto numerosi, sono disposti in grappoli (racemi) lassi. La corolla, che presenta un diametro di circa 7 mm, è costituita da fiori rosa-violetti venati. Il periodo di fioritura comprende i mesi da maggio a luglio. Il frutto è una capsula pubescente-cigliata, compressa, orbicolare smarginata, un po’ più breve dello stilo; contiene semi navicolari. Il numero cromosomico 2n = 16,18,64.
L’ambiente in cui si sviluppa Veronica urticifolia è normalmente rappresentato da boschi di latifoglie, soprattutto faggete in forre umide e su terreno sassoso, preferibilmente calcareo, dai 500 ai 1800 m d’altitudine (Fagion – Tilio-Acerion). È una specie attivamente visitata dagli Insetti.
DISTRIBUZIONE GENERALE DI VERONICA URTICIFOLIA SUL TERRITORIO NAZIONALE, NELL’AMBITO REGIONALE ED OLTRE IL CONFINE DI STATO

Il genere Veronica include piante sia arboree che arbustacee od erbacee, distribuite in areali assai diversi. Quelle erbacee sono per lo più diffuse nelle regioni fredde dell’emisfero settentrionale, mentre quelle arbustacee ed arboree (secondo la classificazione più recente, sono state riunite nel genere Hebe) prevalgono in Australia, Nuova Zelanda ed America Meridionale. Pur nella grande varietà di forme, le veroniche presentano alcuni caratteri comuni: foglie opposte (talora alterne o verticillate) e fiori in genere a 4 elementi, con androcèo a 2 stami, ginecèo ad un pistillo ed ovario biloculare. I fiori, generalmente in grappoli ascellari o terminali, sono solitari o raccolti in spighe. Il frutto è una capsula.
Alcune specie di veroniche sono attualmente usate a scopo ornamentale; altre, soprattutto in passato, erano impiegate per le loro proprietà medicinali, come ad esempio il thé svizzero (Veronica officinalis), diuretico, sudorifero ed astringente.
Veronica urticifolia (slov.: Koprivolistni jetičnik; ted.: Nesselblatt-Ehrenpreis; Breitblättriger Ehrenpreis, ingl.: Nettle Leaved Speedwell; fr.: Véronique à feuilles d’ortie) trova la sua diffusione nell’Europa centrale e meridionale temperata, dalla Francia all’Ucraina con predilezione per i boschi del piano montano (Carpazi, Balcani).
In Italia – ove assume la denominazione di “Veronica delle faggete” e di “Veronica con foglie d’ortica” – essa ha un areale piuttosto ampio, potendola rinvenire con una certa frequenza sulle Alpi, dalla Carnia alla Liguria (Appennino genovese) ed in Val d’Aosta. Si sviluppa inoltre nel Trentino-Alto Adige, sulle Prealpi di Feltre e nella Provincia di Belluno (ad es. al Passo di San Boldo, 706 m). È pure presente nel Parco dell’Adamello, soprattutto nella sua parte meridionale. È segnalata pure nella Lombardia Centro-Orientale (Colli di Bergamo, Bagnatica, Provaglio). L’entità s’irradia quindi verso l’Appennino Settentrionale e Centrale (ad es. nelle Marche), ove risulta però infrequente. È stata individuata anche nel Salernitano (M. di Calvanico) e forse sul Pollino. È assente dalla Puglia, dalla Calabria e dalle Isole.
Per quanto riguarda il Friuli Venezia Giulia, il genere Veronica appare abbastanza ben distribuito (28 specie), estendendosi dall’Alto Friuli alla regione montana. Consultando il Nuovo Atlante corologico delle Piante vascolari nel Friuli Venezia Giulia” (Poldini, 2002), si osserva come, nella nostra Regione, la specie sia attualmente presente in 46 delle 83 Aree di Base (quarta parte del Foglio I.G.M. 1:50000). mancando nelle zone di pianura e litoranee e, da rimarcare, totalmente dal Carso triestino.
Luigi e Michele Gortani, nella loro “Flora Friulana con speciale riguardo alla Carnia” (1905-1906), segnalavano l’entità relativamente frequente nei boschi e nei luoghi selvatici delle regioni submontane e montane (dai 100 m di Russiz ed i 300 m di Cavazzo ai 1200-1300 m del Ricovero Nevea, dei monti Zouf e e Lovinzola, nei pressi di Collina e sul monte Pura). Evidenziavano pure la presenza della forma verticillata, con foglie verticillate a tre (Casoni Piazza); ed ancora nella forma albiflora, dalla singolare corolla bianca, osservata nella zona del M. Ciavalut (900-1500 m).
Se ci si riferisce al Parco delle Prealpi Giulie, G. Mainardis e G. Simonetti (1980) citano, per l’entità, le località dei monti Cumieli, Cuarnan e Chiampon, quella di Montemaggiore (1200 m), della Val Venzonassa, del Plauris e dello Zajavor; e le Valli del Rio Nero, la Val Resia, la C.ra Berdo di Sopra, la Val Raccolana. In tempi più recenti (2005), G. Gobbo e L. Poldini hanno fornito una specifica scheda di Veronica urticifolia con il relativo areale, indicandola in quasi tutte le 26 sezioni considerate secondo il reticolo cartografico centroeuropeo. Altre segnalazioni della specie riguardano le faggete del Matajur, del Raut e del Rodolino, nonché della Creta Grauzaria., dello Zoncolan (Malga Pozôf) e del Sentiero delle Cascate del Boncic (Campo di Bonis, Taipana). Se, in particolare, ci si riferisce a cavità del territorio friulano, la specie è stata individuata in alcune di esse, fra le quali è da citare la Grotta di Viganti (110/66 Fr) e, ad esempio, il Landri Viert ed il Landri Scur (Pala Barzana-Poffabro).
Riferendosi al territorio più prossimi a quello triestino-carsico, ed in quello ora sloveno e croato, già Bartolomeo Biasoletto, nelle sue escursioni botaniche sullo Schneeberg (Monte Nevoso) nella Carniola sottolineava la presenza della specie negli ambienti umidi ed ombrosi del bosco di Dletvo.
Analogamente Carlo de’ Marchesetti (alla fine del 1800) segnalava, nella sua “Flora di Trieste e dei suoi dintorni”, Veronica urticifolia (che però chiamava V. latifolia e, con denominazione italiana, “veronica con foglie d’ortica”) nei boschi montani del Monte Ciucco, di San Canziano, di Vrem, del Monte Auremiano (Vremščica), nella Val Rassa (Raša) e lungo il Rio Padež.
E così pure il Pospichal, praticamente negli stessi anni (1896-97), aveva individuato la specie (che indicava come Veronica latifolia) nella Selva di Tarnova/Trnovski Gozd (Tribussa), sul Čaven, sul Nanos, sul Sabotino, sulle sponde del Corno, a Strassig (Strazig) di Lucinico, sui rilievi della Valle inferiore del Vipacco/Vipavska Dolina, a Brenica presso Šmarje, sull’Holi Vrh presso Prewald (Prevallo/Razdrto), a Vrhhovlje, sul Collio, a Russiz (Cormòns). Così pure l’aveva notata nella Birchinia/Brkini (lungo il Rio Padež e la Suhorica), a Loce Grande (Velike Loče), sull’Auremiano (Velika Vremščica), lungo la Raša, nelle forre di San Canziano (Škocjan) e, nella Cicceria (Čičarija), sullo Žabnik e sul Gomila.
Successivamente, soprattutto nel decennio 1930-1940, Friedrich Morton rilevò più volte la specie agli ingressi di numerose cavità, situate soprattutto oltre il Confine di Stato, come ad esempio a San Canziano/ Škocjan, nel Postumiese (Notranjska Karst), lungo il Rio dei Gamberi/Rakov Škocjan e nel complesso ipogeo di Becca-Occisla/ Beka/ Ocižla). In quest’ultimo ambiente si recò nei primi giorni di giugno del 1935, visitando e rilevando le specie che vi sviluppavano.
In Slovenia, secondo l’Atlante della Flora della Slovenia (Jogan, 2001), la distribuzione della specie è concentrata nella zona nordoccidentale del territorio, mentre è più rara anella sua parte meridionale ed orientale. Veronica urticifolia è peraltro presente in numerosi altri ipogei della Slovenia. È stata confermata, ad esempio, nei complessi ipogei del Postumiese (Jamski sistem Postoinska jama, 747 S-108 VG), di San Canziano (Škocjanske jame, 735 S-112 VG), del Rio dei Gamberi (Rakov Škocjan), e di altre numerose cavità, come ad esempio, nella “Grande Paradana” (Velika Ledena Jama, 742 S/585 VG).)
VERONICA URTICIFOLIA NELLA GROTTA DELL’ARCO NATURALE

Superato l’“Arco Naturale” il torrente, che nel periodo di normale deflusso risulta qui quasi mascherato dalle grandi foglie di Petasites albus, si trova improvvisamente rinchiuso in un vano baratroide, largo circa 7 m ed alto 11 m (q. 337 m). A questo punto il corso d’acqua, che con una lunga e caparbia attività erosiva e corrosiva, s’è aperto nel tempo più varchi nella viva roccia, scompare nel sottosuolo attraverso tre principali ingressi che traggono origine sul fondo della cavità baratroide: uno, alquanto basso s’apre ad est, gli altri due, invece, sulla parete occidentale.
Le stazioni di Veronica urticifolia – peraltro già sporadicamente presente lungo lo scivolo d’acqua nei pressi dell’Arco Naturale ed anche nella vicina Voragine (Blažem spodmol, 1004 S/171 VG), – sono piuttosto evidenti all’ingresso della cavità, sulle pareti laterali dell’imboccatura. Si trovano accanto all'”Albero di Pietra”, il singolare diaframma calcareo che delinea una sorta di grande finestra posta alla sinistra dell’accesso all’ipogeo. Gli esemplari della specie sono ben visibili, al momento della fioritura, sia osservandoli dal ponte dell”Arco Naturale”, sia dal sottostante ingresso alla cavità. Essi appaiono ben distinti, e si può ben notare inoltre come si sviluppino dopo essersi disposti quasi perpendicolarmente alla parete. La stazione è rappresentata da una quindicina di individui, tutti in buone condizioni vegetative. Le correnti aeree – ora deboli ora più accentuate – che si formano all’interno del vano baratroide, favoriscono una costante, seppur lieve, oscillazione delle piante, più visibile allorché l’intensità luminosa colpisce gli esemplari. La fioritura, rigorosamente subordinata alle condizioni microclimatiche dell’ambiente, avviene con sensibile ritardo, circa un mese abbondante dopo il normale periodo d’antesi. E ciò, analogamente alle altre specie che si sviluppano nel medesimo ambiente. Accompagnano Veronica urticifolia, nelle immediate adiacenze, alcune stazioni di Cystopteris fragilis, di Aruncus dioicus e di Geranium robertianum. La flora, nel baratro, è completata, fra le specie più appariscenti, da Aconitum lycoctonum, Asplenium trichomanes, Hieracium cfr. murorum, Lamium orvala, L. montanum, Lilium martagon, Mycelis muralis, Senecio fuchsii.
CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE
La presenza di Veronica urticifolia nel complesso ipogeo di Becca-Occisla/ Beka-Ocizla costituisce un evento botanico alquanto sorprendente, in dipendenza dei caratteri climatici dell’ambiente in cui essa si sviluppa.
Ed anche perché le stazioni della specie distano in linea d’aria, dalla città di Trieste, soli 6 km.. La presenza dell’entità, elegante e sinuosamente animata dalle correnti d’aria che la fanno ondeggiare sulla parete della Grotta dell’Arco Naturale (Miškotova Jama v Lokah, 723 S/168 VG), dalla quale sporge quasi perpendicolarmente, è infatti del tutto inatteso e quindi d’elevata valenza botanica. La sua presenza mitiga altresì l’asprezza e la severità dell’ambiente cavernicolo circostante. Ciò testimonia infine come la sfera ipogea del Carso, ed in particolar modo di quello Classico, sia tuttora in grado d’includere uno straordinario compendio di pregevoli entità botaniche, tutte mirabilmente subordinate a ben precise e rigorose restrizioni microclimatiche ambientali.
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