Mariano APOLLONIO – Portole (Istria) 3.5.1897 – Capriva del Carso 7.4.1945
Testo pubblicato sul numero 2/2014 di “Sopra e Sotto il Carso”, bollettino informatizzato del CRC Seppenhofer di Gorizia
Nativo dell’Istria, inizia ad andare in grotta nel 1920 ed entra nella Commissione Grotte della Società Alpina delle Giulie nel 1921; vi rimarrà sino al 1928 anche se, andando ad abitare in via Roma 17 a Gorizia negli anni fra il 1922 e il 1927, la partecipazione all’attività sociale lo costringerà a continue trasferte. Dalle Guide della città di Trieste di quegli anni risulta avere la qualifica di impiegato e di aver abitato a Barcola 26 (nel 1936), in via Moncolano 54 (nel 1940) e in via Bonafata 26 (nel 1941), sempre nello stesso rione.
Nella Commissione si distingue subito per la sua preparazione tecnica e la sua capacità operativa: già nell’ottobre 1921 partecipa (assieme a V. Malusà, M. Maroevich , E. Novelli e G. Radivo) al recupero di tre giovani rimasti bloccati sul fondo della Grotta Noè; successivamente partecipa all’organizzazione della grande gita alle Grotte di Postumia promossa in quell’anno dalla Commissione (oltre un migliaio di partecipanti), sia come assistente sul treno speciale che trasporta i gitanti, sia come guida all’interno della cavità. Prende parte quindi al concorso, indetto dalla Direzione della Commissione Grotte, per un “Lavoro speleologico”, risultando terzo – a pari merito con Maroevich – nella sezione “Lavori di rilevamento”.
L’anno seguente esplora e rileva la Grotta Buco in Istria, 560 VG, cavità profonda 180 metri con pozzo iniziale di 169, e scopre e rileva presso il paesino di Raspo il primo tratto della Grotta della Marna, 602 VG, il futuro Abisso Bertarelli (ora Zankana Jama). Nel settembre aderisce alla proposta dell’ing. Palese di partecipare ad una campagna di ricerche sul monte Nevoso organizzata dal col. Italo Gariboldi, membro della Commissione Confini.
Quando nel 1923 la Commissione Grotte organizza una campagna di ricerche nella selva di Tarnova, traportandovi 200 metri di scale di corda, 60 metri di scalette in cavo d’acciaio e 400 metri di funi, è fra i partecipanti e rileva undici delle trentuno grotte che vengono trovate ed esplorate.
Naturalmente Mariano è presente, nell’agosto 1924, alla massiccia spedizione (32 uomini) al Bus de la Lum, sul Cansiglio; qui partecipa pure alla discesa nelle numerose grotte minori che la Commissione esplora in quel frangente. Fra i vari rilievi lui firma quello del Fornel de Valorch, 145 Fr. Subito dopo è nuovamente alla Grotta della Marna ove rileva la cavità sino alla terza grande frana del meandro finale, cioè il tutto il tratto esplorato in quella tornata dalla Commissione.
Torna a rilevare grotte nell’altopiano di Tarnova l’otto agosto 1925, due settimane prima della spedizione alla Grotta della Marna-Abisso Bertarelli alla quale non può però partecipare. La grande esplorazione dell’agosto 1925, che giunge al sifone terminale della grotta, viene funestata da una improvvisa piena del torrente che blocca nella grotta otto uomini e trascina nel pozzo di 130 metri due lavoranti locali, Carlo e Biagio Bosich. Il giorno dopo Apollonio non solo entra con la squadra di soccorso per liberare i suoi compagni ma, assieme allo speleologo Cesare Prez – intervenuto con una squadra della XXX Ottobre – il giorno seguente tenta di recuperare la salma di uno dei due sventurati terrazzani. Una settimana dopo è nuovamente nell’abisso a dirigere, assieme a Fragiacomo, gli undici uomini della Commissione che recuperano i resti mortali di Biagio Bozic; in quell’occasione sul fondo della cavità scendono Mariano Apollonio e Italo Giaccioli.
Per poter scendere nell’abisso e partecipare al recupero della salma, Apollonio deve promettere alla famiglia, come racconta in una lettera inviata ad Antonio Berani, “… di non prendere parte più a spedizioni <grottesche>. S’immagini che appena ritornato a casa il mio elmo andò a finire dal bandaio ed il giorno dopo era trasformato in un grazioso vaso di fiori!”. Probabilmente, però, riesce ad ottenere qualche deroga in quanto risulta essere proprio lui a dirigere la prima spedizione della Commissione Grotte in Campania (fine ottobre – primi di novembre 1926), spedizione finanziata dal Touring Club Italiano e finalizzata all’esplorazione e rilevamento della Grotta di Controne (conosciuta anche con il nome di Norce o di Castelcivita). Il primo rilievo della stessa è infatti eseguito da Apollonio e con il suo nome viene pubblicato su “Le Grotte d’Italia” nel 1929 da Raffaello Battaglia a corredo di un articolo sulla speleologia nella Campania.
Anche se pare non sia sceso più in grotta sul Carso Apollonio rimane nella Commissione, partecipando alla vita sociale, ancora alcuni anni. Quando, nel 1924, alcuni giovani contestarono la dittatoriale conduzione della Commissione da parte di Antonio Beram, sino ad allora segretario indiscusso della stessa, costringendolo a ritirarsi Mariano, pur mantenendo con il Beram un sincero rapporto d’amicizia, si schiera con i giovani, assumendo l’incarico di Segretario nel 1927 (dopo Maroevich nel 1925 e Cobau nel 1926).
Negli anni ’40, sul finire di una guerra i cui esiti si presentavano ormai compromessi per le truppe dell’Asse, fedele ai suoi ideali, ancorché ormai prossimo alla cinquantina, si arruola, nell’intento di difendere i confini della Patria, nel 1° Reggimento (Trieste) della Milizia per la Difesa Territoriale. Il sette aprile 1945, un mese prima della fine del conflitto, il milite Mariano Apollonio perde la vita, assieme a due compagni, cadendo in un’imboscata dei partigiani presso San Daniele del Carso (Stanjel, SLO, ma negli archivi del Comune di Trieste è riportato come deceduto a Capriva del Carso – Kopriva, SLO). I suoi resti riposano nel Cimitero Militare di S. Anna a Trieste.
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E’ stato membro della Commissione grotte dal 1921 al 1928; portano la sua firma le pagine 49-69 dell’articolo “Dal Bus de la Lum all’Abisso Bertarelli”, di Alpi Giulie XXXVI (3-4), Trieste luglio-dicembre 1925. (PG)
Nel corso della sua attività di speleologo ha rilevato – fra il 1920 e il 1925 – molte cavità in Istria, nel Carso goriziano e nel Tarnovano. Nel Catasto storico della Commissione Grotte sono conservati i suoi rilievi delle seguenti grotte della Venezia Giulia: 201, 217, 270, 539, 540, 555, 560, 587, 588, 595, 596, 597, 602, 611, 612, 623, 625, 632, 613, 614, 615, 620, 621, 623, 625, 627, 628, 630, 632, 1076, 1297, 1299, 1302, 1303, 1305, 1306, 1307, 1308, 1309, 1310, 1312, 1851.
Ulteriori notizie su Mariano Apollonio si possono trovare in:
– – , 1921: Tre giovani caduti nella grotta di Noè, La Nazione, Trieste 29 ott. 1921
– – , 1923: Concorso per una memoria inedita sulle grotte del Carso e della Venezia Giulia, Soc. Alpina delle Giulie, Comunicato mensile ai soci, 3 (1): 3, Trieste gen. 1923
– – , 1923: Campagna speleologica nella Selva di Tarnova, Soc. Alpina delle Giulie, Comunicato mensile ai soci, 3 (8): 2-3, Trieste ago. 1923 (Apollonio M., Ceron A., Malusà V., Mavricich E., Steffè A., Steffè E., Tevini G.; 200 metri di scale di corda, 60 metri di scale d’acciaio, 400 metri di funi, telefoni ecc.: 31 nuove grotte, max -120)
– – , 1925: Il ricupero di una salma… , Il Piccolo Sera, 31 ago. 1925 (caposquadra M. Apollonio e E. Fragiacomo; Battelini, Cesca, Furlani, Giaccioli, Jelincich, Marchini, Novelli, O. Pieri, Steffè A. e E., Urbica; sul fondo Apollonio, Furlani, Giaccioli)
– – , 1991/1992: Caduti, dispersi e vittime civili dei comuni della regione Friuli Venezia Giulia nella seconda guerra mondiale, Ist. Friulano per la Storia del Movimento di Liberazione, Udine, vol. IV, pp. 818
Berani A., 1953: Ha 70 anni la Commissione Grotte della Società Alpina delle Giulie, Il Giornale di Trieste, 1 settembre 1953
Medeot L. S., 1975: Una tragedia speleologica di 50 anni fa: l’Abisso Bertarelli (1925-1975), Suppl. di Atti e Memorie della Comm. Grotte E. Boegan, Trieste 1975, pp. 54
Pirina M., 2009: Registro delle vittime del confine Orientale(A-B-C). Gli Italiani e gli Istroveneti, Centro Studi e Ricerche “Silentes Loquimur”, Vol. 1°, Roveredo in Piano 2009, pp. 320 (cfr. p. 50)
Rustia G., 2011: Atti, meriti e sacrifici dei Reggimenti Milizia Difesa territoriale al confine orientale italiano. Caduti e dispersi della Provincia di Trieste 1943-45.ed. Aviani e Aviani ed., Udine 2011, pp. 161 (cfr. p. 46 e 61)
Tavagnutti M., 1999: Storia della speleologia a Gorizia. Mariano Apollonio, Sopra e Sotto il Carso, vol. 5: 75-77, C.R.C. Seppenhofer ed, Gorizia 1999
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