Grotta I Sul Kuli-e Kaíar Galeh

 

Iran ’77

Pubblicato sul n. 1 di PROGRESSIONE – Anno 1978

Grotta II sul Kuli-e Kaiar Galeh (Foto Tommasini)

. La campagna, più fortunata della precedente (aprile – maggio ’76), ha portato alla scoperta di ventisei grotte, per lo più di ridotte di­mensioni, ubicate in quattro Parchi Nazio­nali distanti fra loro parecchie centinaia di chilometri.
La spedizione è partita da Trieste il 14 maggio a bordo di una Fiat 125, ed è arrivata a Tehran il 20 via Belgrado – Sofia – Istambul – Ankara – Tabriz Tehran, per poi rientrare a Tehran dai parchi il giorno 4 giugno, ed a Trieste sabato 11 dello stesso mese. Tutto si è svolto in collaborazione con il Deparrnent of Enviroment di Tehran, che ha messo a disposizioni un automezzo fuori strada (con cui si sono coperti oltre 3500 km) con l’autista Pour Jafari, guide varie, alloggiamenti nelle varie stazioni dei Rangers site nei Parchi visitati, e un accompagnatore ufficiale, che ci ha fatto da interprete, il dottor Mohamed Farjadi.
Le ricerche si sono svolte in alcuni par­chi controllati dal Department, sia perchè è comune interesse conoscere prima il fenome­no carsico dei parchi stessi, sia perchè così ci è stato possibile usufruire di tutto l’ap­poggio dell’organizzazione, veramente splendida, del Department. I quattro parchi visi­tati (Jahan Natria, Mohammed Reza Shah National Park, Kosh Yeilag Wildlife Refuge e Parvar Protected Area) si trovano tutti nella zona Nord-Orientale dell’Iran, non lungi dalla frontiera con l’Unione Sovietica e sono ubicati, in pratica, nelle ultime pro­paggini della catena dell’Elbourz.
Le zone calcaree visitate non si sono di­mostrate, in genere, molto ricche di fenomeni carsici. Rimarrebbe comunque da approfon­dire la ricerca almeno nelle parti più interne del Mohammed Reza Shah National Park, soprattutto il versante Nord del Kuh-e Ghorkhod, in cui la presenza di numerose risor­give attive lascia presumere l’esistenza di un fenomeno carsico profondo.
Fra le molte disavventure sopportate nei quasi trenta giorni di campagna (sorpassi più che azzardati, strade talvolta infami, distri­butori di benzina che scambiano la «super» con acqua, incontro con cinghali, leopardi, serp2nti, ragni velenosi, pareti a picco e cenge strapiombanti, occlusioni intestinali ecc.) la più brutta è capitata ad uno dei tre mem­bri della spedizione che, tornato a Tehran, dapprima è finito in un canale (studiava la carta stradale di Tehran), poi è andato a coz­zare con la testa contro un cartello di divieto di sosta (cartello storto, testa bucata con bel­lissimo zampillo di sangue, rosso). La più bella (?) è successa però ad un altro dei tre, che ha provato a girare per Tabriz (600.000 abitanti) in calzoncini corti: se non faceva presto a rimettersi i pantaloni, trovava subi­to non uno, ma dieci mariti.
Hanno partecipato: Tullio Tommasini, Angelo Zorn e Pino Guidi,
                                                                                                      Pino Guidi