Molte sono state le attività svolte dalla BOEGAN nella regione Siciliana per l’esplorazine del monte Cronio. In questa pagina abbiamo inteso raccogliere tutte le pubblicazioni che negli anni sono state edite sull’argomento. Per visualizzare i testi contenuti sfoglia la pagina.
IL FENOMENO CARSICO
DEL MONTE CRONIO (SCIACCA)
Le grotte del complesso carsico del monte Cronio sono le più antiche terme di cui si conservi il ricordo. Si tratta di un geosito importantissimo, quale luogo di culto frequentato sin dalla preistoria e quale luogo di cura utilizzato ininterrottamente dal V secolo d.C. per le sue eccezionali peculiarità terapeutiche.
Proprio nel corrente 2017 ricorre il Sessantesimo dell’esplorazione durante la quale un componente della Commissione Grotte “E. Boegan” scoprì nelle grotte del monte Cronio i primi vasi preistorici. Poche realtà ambientali vantano una storia così lunga e culturalmente ricca come il monte Cronio di Sciacca. Probabilmente, infatti, nessun altro geosito in Europa è stato oggetto di così vasta congerie di scritti, dalle monografie agli articoli su riviste scientifiche, dalle voci enciclopediche agli atti di convegni e congressi.
Ebbene, tutte le pubblicazioni sulle grotte del monte Cronio sono raccolte nel pregevolissimo saggio bibliografico a cura di Pino Guidi (speleologo della Commissione Grotte di Trieste) e Giuseppe Verde (studioso di Sciacca). Una ricerca minuziosa e una schedatura sistematica che rendono il Repertorio, costituito da oltre 500 voci per la prima edizione (2001) e circa 400 voci per l’Addenda della presente edizione, un prodotto insostituibile.
Le grotte termali del monte Cronio, per la loro conformazione geologica (un sistema carsico naturale connesso ad un bacino idrotermale), necessitano di studio, protezione e valorizzazione. Tutti gli stakeholder devono, dunque, lavorare insieme per rimetterle in funzione e restituirle alla collettività. L’Amministrazione comunale che rappresento farà tutto il possibile affinché le Terme ritornino ad essere simbolo di una Sciacca fiorente e serena.
Francesca Valenti Sindaco di Sciacca
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Grotte vulcaniche di Sicilia – notizie catastali
In questi anni la conoscenza e l’interesse per le grotte vulcaniche si sono accresciuti notevolmente come testimoniano le numerose pubblicazioni, specialmente a carattere morfogenetico, apparse in Italia e all’estero. A distanza di sei anni dal primo contributo (BRUNELLI e SCAMMACCA 1975 ) presentiamo la trattazione particolareggiata di altre venticinque grotte (da Si CT 26 a Si CT 50) e un supplemento all’elenco catastale che comprende attualmente 187 cavità.
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LE GROTTE DEL MONTE CRONIO (SCIACCA)
Premessa
La bibliografia di una grotta, o di una zona carsica, può essere paragonata ad un’enciclopedia riportante tutto quanto si conosce sulla stessa. Dall’analisi dei titoli si può sapere chi l’ha visitata, quando, come e perché. La letteratura speleologica dispone oggi, oltre di un annuario bibliografico internazionale (il “Bulletin Bibliographique Spéléologique – Speleological Abstract, stampato in Svizzera dal 1970) che recensisce ogni anno più di 5000 titoli, di bibliografie tematiche, specifiche (riguardanti singole materie quali tecnica, insegnamento, speleogenesi, folklore ecc.) o zonali (dedicate a singole regioni carsiche o a specifiche grotte).
Considerata l’importanza dal punto di vista morfologico, termale, ed esplorativo delle grotte del monte Cronio, fenomeno singolare tuttora non molto ben conosciuto e studiato, abbiamo ritenuto opportuno cercare di realizzare un repertorio bibliografico che raccogliesse quanto scritto sulle stesse.
Il monte Cronio è un massiccio calcareo sovrastante la città di Sciacca (Agrigento), alto 386 metri e traforato da un complesso sistema di grotte in alcune delle quali si è innestato in epoca preistorica il fenomeno termale e che sono percorse da un flusso d’aria calda (36 – 38 °C) satura di umidità. Le grotte più importanti, le Stufe vaporose (conosciute già in epoca protostorica e tramandateci con vari nomi: Antro di Dedalo, Antro o Stufa degli Animali, Stufa degli Uomini, Stufa delle Donne, Galleria o Grotta del Fico, Antro di Fazello, Grotta del Santo), sin dall’antichità sono state attrezzate a scopo terapeutico nella loro parte più prossima all’esterno e oggetto di puntate esplorative – a volte con esito drammatico – già dal XVI secolo (il Breviario del XII secolo accenna alla visita oltre la grotta con i sedili, fatta da San Calogero con Arcano, visita durante la quale il Santo spiega la proprietà curativa della stessa).
La visita della loro parte più interna è resa difficoltosa dalle condizioni ambientali (alta temperatura, unita ad un’umidità prossima alla saturazione) e soltanto negli ultimi cinquant’anni campagne speleologiche hanno permesso di conoscere un po’ meglio la complessa topografia ipogea e di far conoscere reperti archeologici di notevole interesse.
Il presente lavoro si prefigge due scopi, uno accademico ed uno umano. In primis abbiamo cercato di fare il punto sulle conoscenze cui si è pervenuti, e di fornire quindi allo studioso una base di partenza per le sue ricerche; subordinatamente (ma non siamo sicuri che questa sia la motivazione meno importante) di rendere omaggio, ricordandoli, agli autori che hanno dedicato in varia guisa la loro attenzione e i loro scritti al fenomeno carsico del Cronio, un fenomeno che, come già detto dianzi, è unico per molti dei suoi aspetti.
Pino Guidi – Giuseppe Verde
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LE STUFE DI SAN CALOGERO E IL LORO FLUSSO VAPOROSO
RIASSUNTO
Da una grotta che si apre sul Monte Kronio di Sciacca esce una grande quantità di aria calda satura di vapore; nel corso di varie esplorazioni effettuate dalla Commissione Grotte “E Boegarz” si sono potuti raccogliere gli elementi che permettono oggi la stesura di questo studio. L’Autore, dopo una brevissima descrizione del sistema ipogeo e della sua storia, descrive le caratteristiche del flusso vaporoso ed esprime le sue idee sull’origine e sui fattori che ne determinano la dinamica.
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SUMMARY
A cave opens near the top of Mount Kronio (Sciacca) and sends forth an issue of hot air saturated with steam. The Commissione Grotte “E. Boegan” explored this site several times, and succeeded in gathering the data reported in this paper. After briefly describing the hypogean structure and its history, the Author outlines the features of the steam issue and sets forth his opinion as to its origin and to the factors causing its dynamics fill.
G. PEROTTI
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KRONIO – IL FENOMENO GEOTERMICO E LA FREQUENTAZIONE UMANA
PREMESSA
Sono ormai passati 50 anni da quando ho cominciato ad impiegare buona parte del mio tempo libero per occuparmi del singolare, forse unico e purtroppo quasi per nulla studiato, fenomeno geotermale del Monte Kronio di Sciacca; tanto ho sudato nelle sue caverne ma altrettanto ho sudato su bianchi fogli per metter per iscritto le idee che, in funzione delle scarse osservazioni raccolte, nascevano o si modificavano. Saltuariamente ed in modo frammentario ho pubblicato studi in varie riviste o bollettini e compilato relazioni ogni qual volta nuove conoscenze mi facevano ritornare sulle mie idee sia per modificarle che per avanzare nuove considerazioni; il tutto, come già detto, senza alcun carattere di continuità.
Esaurientemente è stato scritto sulle caratteristiche morfologiche della zona, poco su quelle della grotta e sul suo fenomeno vaporoso, non molto, a dire il vero, sul patrimonio archeologico esistente e praticamente nulla sulle deposizioni esistenti nelle sue gallerie mediane. Perciò, per quel che mi riguarda, mi sono deciso di metter un po’ di ordine con questa succinta pubblicazione riassuntiva, sperando che altri mi seguano nei loro settori di specializzazione.
Ormai, raggiunto il fondo del Pozzo Trieste, si è conclusa la seconda fase delle esplorazioni nelle Stufe di S. Calogero: la prima, svolta da pochissimi coraggiosi che nei secoli passati, vincendo il diffuso riverenziale timore per il misterioso fenomeno, hanno tentato di svelarne il mistero, impresa impossibile senza mezzi adeguati e conoscenze dei fenomeni carsici; la seconda, iniziata nel 1942 con Medeot e Boegan, speteologi sperimentati, con mezzi più idonei ma sempre troppo scarsi, ci hanno concesso di giungere sino dove questi lo consentivano e raccogliere una certa quantità di dati interessanti ma sempre insufficienti per una più completa conoscenza del fenomeno; ora dovrebbe iniziare la terza, per la quale necessitano più forze con più mezzi e maggiore assistenza scientifica.
Questa è la mia speranza; ma, dato che per ragioni anagrafiche mi rendo conto come per me ormai sia giunta l’ora di chiudere, è mio desiderio che quanto raccolto ed elucubrato non vada del tutto perduto, nella speranza possa essere di qualche utilità ai successori.
G.Perotti
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ALL’INSEGUIMENTO DI UN SOGNO
Introduzione
Nel corso della nostra cinquantennale frequentazione esplorativa nelle grotte del Monte Kronio di Sciacca, oltre all’esaltante scoperta del patrimonio archeologico che vi era nascosto, siamo anche giunti a molte conclusioni o aperture a irrisolti problemi riguardanti la loro morfologia e l’eccezionale fenomeno geotermico che le interessa. Di ciò si è scritto a sufficienza su parecchie pubblicazioni e articoli nella stampa specializzata. Però ben poco si è raccontato sulle avventure e le fatiche di quel drappello di uomini pervicaci ed entusiasti, che vi sono ritornati più e più volte nel tentativo di aumentarne la conoscenza, e su quelle degli altri, venuti saltuariamente a dare sostegno e a spargere assieme ai primi i loro sudori in quelle caverne.
Per tale ragione mi sono deciso di raccogliere le storie e i ricordi di oltre cinquant’anni di visite a Sciacca e al suo Monte Kronio poiché lo ritengo a tutti loro dovuto, ma anche, e non secondariamente, per ricordare ai cittadini di Sciacca, che mi sembra abbiano del tutto dimenticato quanto scalpore hanno suscitato le nostre imprese, riportate almeno per una diecina di volte dalla RAI ed innumerevoli volte sulla stampa nazionale ed estera. Per tale ragione ho voluto inserire nella pubblicazione alcuni dei più significativi articoli comparsi all’epoca. Purtroppo non è stata mai colta l’occasione di sfruttare questa inusitata propaganda per utilizzarla ad incrementare, a scopo turistico, la conoscenza di quanto offre, e potrebbe molto di più offrire, col suo patrimonio storico-ambientale la zona di Sciacca. Ad un certo momento, da quando non vi sono state più scoperte eclatanti, tutto è passato nel dimenticatoio.
Sono radicato nella mia amata nativa Trieste, dove, dopo la lunghissima assenza, sono ritornato per concludere i miei giorni, però il mio secondo profondo amore, nonostante i trenta anni di permanenza siciliana a Siracusa, è Sciacca, città dove rimane una parte del mio cuore. Mi si è voluto concedere l’alto riconoscimento della cittadinanza onoraria e ne sono fiero, ma, forse, se avessi potuto vedere valorizzato, come desideravo, il nostro lavoro, ne sarei stato molto più felice.
Dato che la pubblicazione ha essenzialmente carattere illustrativo e documentaristico, non ho badato alla bontà delle illustrazioni; molte foto sono state scattate in condizioni estreme, altre le ho ricavate addirittura da fotogrammi televisivi. Comunque rappresentano la fedele documentazione dei ritrovamenti, dei lavori e di quegli uomini.
Tengo a ringraziare l’amico Pino Guidi per avermi prestato la sua esperienza di nostro editore sociale, l’amico Louis Torelli per la sua assistenza grafica e l’amico Pippo Verde, profondo conoscitore di Sciacca e della sua storia, e autore di pregevoli pubblicazioni in merito, per tutte le notizie fornitemi.
G.Perotti
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AVVENTURE SPELEOLOGICHE
Vivevo la mia solita, ma niente affatto tranquilla, vita di modesto agricoltore di provincia, quando venivo svegliato improvvisamente da un richiamo alla mia lontana giovinezza di studente triestino.
Era un mio caro amico, Luciano Mécleot, già mio compagno in innumerevoli spedizioni speleologiche sul Carso che una volta dicevamo « nostro », che mi scriveva dalle Puglie. Si trovava a capo di una piccola compagnia di giovani triestini che là operava nella esplorazione di cavità naturali per conto della Commissione Grotte «E. Boegan » della Società Alpina delle Giulie, Sezione di Trieste del C.A.I., e voleva, una volta ultimata la campagna in Puglia, effettuare un tentativo di esplorazione delle famose Stufe di S. Calogero a Sciacca. Già nel 1942 egli aveva tentato una esplorazione, interrotta a 44 metri di profondità a causa delle cattive condizioni fisiche dell’unico compagno che aveva con sé.
Io dovevo in pochi giorni ottenere l’autorizzazione delle locali Autorità, organizzare i servizi logistici e possibilmente prendere parte alla spedizione, che prometteva di essere molto difficile ma interessante.
E così fra l’8 ed il 15 Gennaio mi sono trovato a fare parte della lieta brigata. C’era in primo luogo il Medeot, capo spedizione, e quattro triestini: Coloni, Tommasini, Candotti, Bortolin4 uno impiegato, uno studente, due operai; inoltre ero accompagnato dal siracusano Tinè, che in questi ultimi anni mi è stato coraggioso compagno nelle esplorazioni delle grotte locali, dalle quali abbiamo ricavato non piccole soddisfazioni, sia nel campo speleologico che in quello archeologico.
G.Perotti
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Prima esplorazione della grotta termale del monte di San Calogero – 1942
Sulla costa meridionale della Sicilia si eleva in vicinanza di Sciacca, in provincia di Agrigento, il Monte di San Calogero, alto 400 m., che i Cartaginesi ed i Romani chiamarono Monte Cronio. Alle falde del monte sgorgano varie sorgenti: potabili e fresche le acque del versante nord -orientale, termo-minerali quelle del versante opposto fra il torrente Carrozza e il Carabollace. Il Monte Cronio, o più popolarmente il Monte di San Calogero, ha notevole importanza speleologica per le numerose grotte che si aprono in esso: grotte asciutte e grotte con emanazioni di vapori. Una rapida sommaria ricognizione compiuta sul versante meridionale e su1 versante orientale del monte ha consentito, anche sulla scorta di indicazioni locali, il riconoscimento delle seguenti cavità sotterranee naturali: la Grotta di San Calogero, la Grtotta Malora, la Grotta del Grillo, la Grotta di Mastro Vito Canale, la Grotta di Zachahamo, la Grotta di Cocalo, la Grotta di Cucchiara.
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Esplorazione delle Stufe vaporose dell’anno 1958
II monte S. Calogero, chiamato anche Cronio e delle Giummare, che sorge ad oriente di Sciacca in provincia di Agrigento, è un isolato massiccio calcareo costituito da terreni del Turoniano (calcari a rudiste) e dell’ Eocene inferiore (calcari nummulitici), circondato alla base da terreni impermeabili (marne ed argille). Alle falde del versante meridionale, interessato da una grande faglia che ha determinato una serie di strapiombi, vengono alla luce alcune sorgenti termominerali con una temperatura che varia dai 30° ai 50°C di calore, sfruttate a scopo terapeutico dall’ Azienda Autonoma delle Terme di Sciacca.
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