Ventanni in Canin

 

1963-1983 «VENTI ANNI IN CANIN»

Ab. Gortani 1967, A. Casale e M. Gherbaz a —450.

Pubblicato su PROGRESSIONE 100  – Anno 1983
Sono passati vent’anni da quando per la prima volta, dei soci della C.G.E.B. (Kozel, Guidi, Marini), partirono da Sella Nevea, anco­ra integra e non oscenamente depauperata dallo squallido consumismo del circo bianco moderno. Scavalcarono Sella Canin e videro l’altopiano che avrebbe regalato le cavità più profonde mai fatte prima d’ora dalla C.G.E.B.
Parecchi furono gli uomini e le squadre che in questi anni hanno operato e sofferto in questi ambienti severi; molti hanno cambiato attività, altri compaiono ogni tanto, qualcuno non vede altro.
In vent’anni di esplorazioni le tecniche sono cambiate, dalle spedizioni di tipo himalayano con decine di portatori, alle solitarie in cordellette. Certamente le nuove tecniche han­no facilitato le esplorazioni, però d’altro canto si nota l’isolamento dei gruppi di punta dal resto della compagnia della Commissione.
Ritorniamo a quel 1963, in poco tempo si trovarono 46 cavità tra le quali l’abisso Boegan, che con i suoi 624 metri impegnò uomini e mezzi della Società per ben quattro anni, nei quali successe di tutto, dalle beghe con altre Società alle campagne di disostruzione rese necessarie dalla presenza di ghiaccio sul primo e secondo pozzo.

M. 39, Sella Mogenza, 1979, il primo fondo di ghiaccio fossile.

Nello stesso periodo si iniziano le esplora­zioni al Gortani (A 10), alla Grotta del Ghiaccio – Abisso Novelli (-385), al Picciola, al Davan­zo, riesplorati poi negli anni ’70. Dal 1967 al 1970 tutti gli sforzi della Boegan sono puntati all’abisso Gortani, notevole per quel tempo l’exploit di due soci i quali raggiunsero la bella profondità di 675 metri senza nessun appoggio. Nell’inverno del 1970 si giunse al sifone termi­nale; purtroppo il record raggiunto allora (— 920) coincise con la scomparsa dei tre soci Davanzo, Picciola, Vianello, travolti sulla stra­da del ritorno da una slavina.
Anni 70-74: si riesplorano gli abissi dati per finiti come il Davanzo, dove il contributo di cinque spedizioni e un ferito sono necessari per raggiungere il fondo a -737; il grosso dell’esplorazione fu completata da una nuova squadra subentrata a quelle che fecero il Boegan e il Gortani.
Subito dopo, grazie anche all’incidente, quest’ultima si sciolse come neve al sole, dando inizio ad un periodo di stasi rotto solamente dall’esplorazione finale nell’inverno del ’74 all’a­bisso Picciola, – 469.

Ab. Gortani 1970, da sinistra, in piedi: A Casale, L. Stabile, W. Boia, E. Padovan; a terra: M. Privileggi, F. Gasparo e D. Bassi.

Arriviamo al 1975 con l’avvento delle nuo­ve tecniche, le quali vengono sperimentate U2 (4° ingresso del Gortani), i primi timidi assaggi al Vianello (L 18), L33 e varie ricerche al Gortani purtroppo infruttuose.
Nel 1977 finalmente si arriva penosamente in fondo al L33 (-290); l’anno seguente ci vede in fondo al Vianello, —585, e si insiste sempre al Gortani (spedizione invernale ai Bigoli con Marmitte).
Il 1979 coincide con l’esplorazione F1 – T5 (-280), una decisiva puntata ai Bigoli con Mar­mitte (Gortani, —670) e con la scoperta di una nuova zona molto lontana, Sella Mogenza, in poche discese si giunge ai fondo dell’ M21 (-430) e dell’M39 (-305). Anni ’80: si cambia nuovamente zona; questa volta si va sul Poviz, con due grotte belle e facili: l’abisso I° del Poviz, —290, e la Gronda Pipote, —726. Tutti e due fatti in tempi brevissimi, esplorazione e disarmo in meno di dieci uscite, poco sofferti e per que­sto presto dimenticati. Ultimamente si esplora l’Abisso degli Increduli (-410), molto più duro ma anche questo eliminato in un paio di mesi, giri turistico-ricognitivi al Boegan apertosi dopo 14 anni, l’importante collegamento tra il ramo fossile e quello attivo del Davanzo con l’ulte­riore approfondimento dai —737 ai —780.
Inol­tre nell’inverno ’79-80 varie punte continue in esplorazione all’onnipresente Gortani (Galleria delle Marmitte, Galleria del Fango, Galleria Guglielmina, fondo) il tutto in 8 mm. Oltre a ciò si completa finalmente il Meandro de Plucia (-290 V° ingresso del solito Gortani. Le ultime scoperte della C.G.E.B. sono: un —305 situato nei pressi della funivia, nonché altri due fatti in collaborazione con un gruppo polacco (l’AKSIA di Katovice), l’abisso delle Pozze (— 420) e l’abisso della Cometa (-200). Nota doverosa va fatta per gli speleo-sub, che accentrarono la maggior parte della loro attività alla risorgiva di Goriuda negli anni a cavallo del ’70 (circa 600 metri di sviluppo).
Concludendo possiamo dire che di grotte e di zone nuove ce ne sono ancora, basta andarle a cercare in posti lontani e finora scar­tati per vari motivi.
Provare per credere… (ha… ha… ha…!!)
VIVA LA E PO’ BON
                                                                                                          Mario e Tullio