Primi passi 1883 – 1900

 

Primi passi 1883 -1900

Dopo alcune riunioni preliminari tenute nel dicembre 1882 ed espletate le incombenze burocratiche di prammatica, il 23 marzo 1883 si costituì a Trieste la Società degli Alpinisti Triestini che, qualche anno dopo, avendo ottenuto dalle Autorità il permesso di ampliare il proprio territorio d’azione estendendolo, oltre che alla provincia di Gorizia, anche a tutta l’Istria, ed essendosi fusa con la Società Alpina dell’Istria, assunse il nome di Società Alpina delle Giulie (S.A.G.).
Il primo atto formale della Società fu la costituzione di due “Comitati”: quello alle Grotte, a cui competeva “l’esplorazione e lo studio delle caverne e grotte del Carso”, e quello alle Escursioni, subito seguito (4 maggio 1883) da un deliberato relativo “all’acquisto di attrezzi per la visita delle grotte”. A far parte del Comitato Grotte vennero officiati i soci della S.A.G. Ferruccio Cimadori, Costantino Doria, il dott. Giulio Grablovitz, il dott. Antonio Marcovich, l’ing. Giuseppe Paolina, Alessandro Tribel e il prof. Antonio Valle; i tre soci più giovani (Cimadori, Doria e Tribel) avevano rispettivamente 18, 21 e 21 anni, mentre tutti gli altri erano di età più avanzata. Il neo Comitato, che dopo qualche anno assunse il nome di “Commissione Grotte”, disponeva di un proprio stanziamento di bilancio (56,76 fiorini per il 1883); alla sua direzione erano preposti un Direttore, un Segretario e un Economo, nominati annualmente dalla Direzione Sociale che pure designava di anno in anno i membri che vi facevano parte (anche se l’attività era aperta a tutti i soci dell’Alpina).
Nei primi anni di vita la Commissione Grotte della S.A.G. effettua numerose esplorazioni e visite nelle grotte del circondario della città di Trieste, anche se la maggior parte dell’attività e delle disponibilità di bilancio furono assorbite dalla Grotta di Trebiciano 17 VG – che con i suoi -329 metri era allora la più profonda del mondo – che fu riattrezzata e studiata a fondo. La scarsità di materiale – e forse anche la preponderanza nel suo seno di elementi non più giovanissimi – fecero sì che la Commissione non affrontasse in questo periodo grosse cavità verticali; l’impresa maggiore fu la visita e il rilevamento della Grotta di Padriciano, 12 VG, allora valutata profonda 270 metri (con pozzi interni di 4, 12 e 45 metri). Durante il suo primo decennio di vita la Commissione prese in affitto due cavità turistiche: la grotta di Corniale – Corgnale – Vilenica jama, 19 VG, già ben famosa nella regione in quanto attrezzata per la visita del pubblico da oltre cent’anni, e la Grotta Clementina, 10 VG, sita nei pressi di Villa Opicina. Le due iniziative non diedero però i risultati sperati, in quanto il flusso turistico non fu tale da ripagare le spese di impianto (costruzione o rifacimento dei sentieri) e di gestione, per cui le stesse vennero abbandonate.
In campo esplorativo la Commissione Grotte qualche risultato lo ottenne: oltre alla Grotta di Padriciano visitò la Grotta Gigante, 2 VG (profonda 160 metri e lunga 380, scesa però lungo il pozzo intermedio), la Grotta Ercole, 6 VG (-113 su 200 di sviluppo), la Grotta delle Torri di Lipizza/Bezovcine/Lipiska jama, 11 VG, profonda 137 e lunga 660. Nel 1886, grazie agli agganci politici (la Società Alpina delle Giulie era in ottimi rapporti con il Comune di Trieste, retto da esponenti della stessa classe sociale che le aveva dato vita) riuscì ad ottenere dalla civica Amministrazione l’esclusiva per la riesplorazione della Grotta dei Morti, 15 VG, cavità verticale profonda 264 metri in cui nessuno era mai sceso a verificare il risultato dello scoppio della mina le cui esalazioni avevano ucciso, nell’autunno 1866, quattro lavoranti. Purtroppo, trascinatosi fra indecisioni e polemiche, il progetto non ebbe attuazione e fu un altro gruppo, otto anni dopo, a ottenere il prestigioso risultato. Nel 1894, con l’arrivo di un gruppo di giovani provenienti dal disciolto “Club Alpino dei Sette”, che introdussero una tecnica esplorativa più moderna, l’attività della Commissione Grotte aumenta notevolmente e la stessa, grazie soprattutto all’opera di Eugenio Boegan, si fece conoscere anche al di fuori della stretta cerchia cittadina. Abbassata l’età media dei suoi membri, le esplorazioni ripresero infatti con nuova lena e finalmente pure la S.A.G. cominciò ad inserire in Catasto profonde cavità prevalentemente verticali.
Verso la fine del secolo la Direzione e la struttura della Commissione si stabilizzarono: dopo un susseguirsi di presidenze molto brevi (Morpurgo, Herborn, Taucer, Martinolli, Tribel) nel 1899 l’incarico fu assunto dall’ing. Guido Paolina che lo mantenne sino alla morte (1904), mentre i suoi componenti vennero di norma annualmente riconfermati. All’inizio del nuovo secolo erano 19 i soci della S.A.G. facenti parte della Commissione, che poteva già vantare una lunga serie di pubblicazioni (DORIA C., GRABLOVITZ G., MORPURGO E., TAUCER E., BOEGAN E.), un catasto forte di 230 grotte, un ricco parco attrezzi e una certa esperienza nel campo della gestione di grotte turistiche.

PRINCIPALI SCRITTI SPELEOLOGICI

MORPURGO Emanuele1884La caverna di Trebiciano e la Societ degli Alpinisti TriestiniRiv. Alpina It. periodico del C.A.I., 3 (10): 118
GRABLOVITZ Giulio1885Sull’idrologia del CarsoAtti e Mem. della Soc. degli Alpinisti Triestini, 1883-1885, Trieste 1885: 57-62
MARCOVICH Antonio1885Alcune notizie intorno alla Grotta di PadricianoAtti e Mem. della Soc. degli Alpinisti Triestini, 1883-1885, Trieste 1885: 113-115
DORIA Costantino1885La Grotta delle Torri. Atti e Mem. della Soc. degli Alpinisti Triestini1883-1885, Trieste 1885: 117-120
SEPPENHOFER Carlo1887Relazione sull’esplorazione della Grotta di LocavizzaAtti e Mem. della Soc. Alpina delle Giulie, Anno 1896 e primavera 1897, tip. Caprin, Trieste 1887: 53-54
MORPURGO Emanuele1887La Grotta di TrebicianoAtti e Mem. della Soc. Alpina delle Giulie Anno 1896 e primavera 1897, tip. Caprin, Trieste 1887: 123-140
TAUCER Edoardo1893Relazione della Commissione alle GrotteAtti e Memorie della Societ Alpina delle Giulie, maggio 1887-dicembre 1892, Trieste 1893: 103-109
DORIA Costantino1893Cenni intorno alla continuità delle acque del Carso eseguite con l’impiego della fluorescinaAtti e Memorie della Societ Alpina delle Giulie, maggio 1887-dicembre 1892, Trieste 1893: 245-253
HERBORN Carlo1894Sulle grotte del Carso, con una monografia sulla Grotta di CornialeMente e Cuore, 3/4, Trieste marzo-aprile 1894, estr. :1-15
BOEGAN Eugenio1896L’abime du Cimetiére de Basovizza (Istrie)Spelunca, Bull. de la Soc. de Sp‚l., 2: 42-43
BOEGAN Eugenio1897Les grottes de Corniale, d’Obrou et de PadricSpelunca, Bull. de la Soc. de Sp‚l., 3 (9-10): 43-52

Nelle prime cinque annate di “Alpi Giulie” (1896-1900), la rivista della S.A.G. che dal 1896 sostituì gli “Atti e Memorie”, i membri della Commissione Grotte avevano pubblicato una quarantina di articoli e studi sulle grotte del Carso, mentre Geiringer e Grablovitz pubblicavano una decina gli studi e di relazioni sul provvedimento d’acqua per la città di Trieste.