HEKURAVE 2010

Pubblicato sul n. 57 di PROGRESSIONE – Anno 2010
ALBANIA DIARIO DI CAMPO ESTATE 2010
Venerdì 13 agosto
I primi quattro -Adriano, Vicky, Gino e Piero- si sono messi in viaggio alle 1920 da Trieste, nel furgoncino da sei persone. Arrivati a Postumia alle 2030, hanno contattato il primo gruppo sloveno -Ivo, Marjan, Matjaž e Mitja- e, dopo una rapida cena, li hanno raggiunti alle 2120 a una stazione di rifornimento. Hanno distribuito i sacchi nelle due vetture ed è iniziata la lunga discesa della Dalmazia, ininterrotta ad eccezione di tre brevissime soste.
Sabato 14 agosto
Pochi chilometri dopo l’ingresso in Montenegro hanno fatto una sosta per prendersi la colazione in una baracca sulla strada: pane e brioches. Poi, dopo essersi messi nuovamente in marcia, hanno raggiunto il traghetto delle Bocche di Cattaro. Dopo aver attraversato l’insenatura le due compagnie si sono perse di vista tenendosi in contatto telefonico. L’ingresso in territorio albanese ha richiesto oltre un’ora di fila al confine e, dopo averlo superato, i quattro italiani hanno raggiunto Arjan e Wilson in un bar a Scutari per quindi riunirsi agli sloveni poco più tardi. Si sono avviati verso il lago di Fierze e, in una piccola cittadina di strada, hanno fatto il cambio del denaro ed hanno acquistato una scheda sim albanese. È quindi iniziata la lunga, tortuosissima strada che consentisse loro di aggirare il lago senza la necessità di prendere il traghetto, essendo ormai fuori orario. In quattro ore hanno raggiunto un rifugetto dove si sono fermati per pranzo. Alle 18 sono ripartiti raggiungendo Lekbibaj alle 2130 per sistemare tutti i bagagli e riposarsi a sufficienza per l’indomani.
Domenica 15 agosto
Il gruppo si è alzato presto per caricare gli otto muli e partire alla volta di Qerec Mulaj. La partenza era alle 730 ma, in un’oretta, sono puntualmente riusciti a perdere la strada -e i muli- per poi ritrovarla con l’aiuto di una vecchia del posto. Con alcune brevi soste sono giunti al Campo Base. Adriano è andato dal pastore Poli per prendere già qualcosa da mangiare e informarlo dell’arrivo del gruppo nella valle. Nonostante lui non ci fosse un figlio gli ha dato miele e pane. Alle 1415 erano arrivati tutti. A quel punto Ivo ha proposto di collocare il campo presso gli alberi, cinquanta metri più in là. È stata allestita una tenda comune con tavole e panche della vicina casa abbandonata, è stato falciato il campo adiacente dove poi alcuni hanno montato le tende per dormire. Sotto un muretto si è collocato l’angolo per le vivande ed è stata appesa un’amaca.
Lunedì 16 agosto
Dopo l’accoglienza al Campo Base di Poli con il cugino -che, tra l’altro, parla un ottimo italiano- Adriano, Gino, Piero e Vicky sono saliti verso l’ingresso di Shpella Zeze. Per gran parte del tragitto il sentiero non si distingueva nel bosco, fitto com’era, ma sono ugualmente arrivati al maestoso ingresso. Con calma si sono cambiati e alle 1420 sono entrati. Giunti alla fine del ramo fossile W hanno iniziato a lavorare su una colata che sbarrava il passaggio e dove, attraverso una piccola apertura tra il laghetto e la soprastante colata, passava un’intensa corrente d’aria. Verso le 1730 si sono presi una pausa per pranzare e, dopo circa mezz’ora, sono arrivati anche i quattro sloveni che nel frattempo avevano fatto un’ottima pulizia del sentiero. A quel punto Marjan ha preso il controllo della situazione rompendo l’ultimo pezzo di roccia che impediva il passaggio per poi infilarsi di piedi nell’acqua del laghetto e spingersi oltre, a vedere il proseguimento. Al suo ritorno purtroppo l’esito era negativo: ha parlato di altri 20-30 metri di galleria dove l’aria si disperde. Non valeva la pena di essere rilevata. Sono quindi usciti tutti, si sono cambiati e sono ritornati al Campo Base per cena, un po’ sconsolati da quel punto di Zeze che aveva dato grandi speranze un anno prima.
Martedì 17 agosto
Nel mattino hanno raggiunto il Campo Boris (esploratore sloveno) e Marien (entomologo macedone). Gli altri sono andati presto in Zeze e si sono divisi. Il primo gruppo (Adriano, Ivo, Marjan, Matiaž e Mitja) si è diretto verso il ramo terminale destro per risalire il camino sulla fine, di una decina di metri. Il secondo gruppo (Gino, Piero e Vicky) ha preso la medesima strada, con l’intenzione di guardare nel meandro sinistro. Per un problema al piede di Piero il secondo gruppo è tornato indietro; lui è uscito mentre gli altri due hanno rilevato una parte del ramo fossile W scoprendo una continuazione ampia e concrezionata. L’esito della spedizione del primo gruppo, purtroppo, non è stato positivo: una sessantina di metri. Piero, uscendo per primo, ha incontrato al Campo il figlio ed il nipote di Poli, che gentilmente avevano portato il pane.
Mercoledì 18 agosto
Il primo gruppo partito per shpella Zeze era composto da Arjan, Gino, Piero e Vicky, che subito si sono diretti verso dove avevano lasciato il giorno prima due sacchi di materiale, al bivio tra galleria fossile NW e galleria di sabbia. Dopo una sosta nel fossile si sono tuffati nel ramo N, hanno raggiunto la diramazione terminale e, pochi metri dopo il ramo sinistro Gino e Vicky hanno rilevato in esplorazione la finestra sulla destra, il “bigolo 1”, mentre Piero e Arjan esploravano il “bigolo 2” immettendosi di nuovo nel tunnel principale e proseguendo avanti. Entrambi i “bigoli” si ricollegano in realtà al principale, formando anelli più o meno vicini: un dedalo di condotte parallele che si dipartono e si ricongiungono alla più grande, convergendo nel meandro finale. Per tornare indietro ne hanno percorsa un’altra ancora, parallela alla galleria del “blizzard”. Tornati all’inizio hanno dato un’occhiata alla possibile prosecuzione del fossile W e Gino ha armato un breve traverso che dà l’accesso a una sala ampia e rimbombante. Il gruppo ha poi incontrato Marjan Matjaž e Mitja mentre si avviavano verso il fossile NW per fare fotografie e riprese.

Giovedì 19 agosto
Il gruppo Boshit (Adriano, Ivo, Marjan e Matjaž con Boris e Marien) ha valicato per Curraj Eperm andando a trovare il gruppo di Faenza che ha posizionato lì il suo Campo Base. Nel primo pomeriggio al Campo di Qerec Mulaj sono arrivati due muli inviati dai faentini quando ancora i due gruppi non avevano potuto avere un contatto radiofonico. Quelli rimasti al Campo hanno caricato alcuni sacchi su questi muli, quindi si sono preparati per una notturna in Zeze: Gino, Piero e Vicky mentre Arjan e Mitja restavano al Campo. Entrati in grotta alle 1910, subito si sono diretti alla sala raggiunta il giorno precedente. Dopo un’ora e mezza hanno raggiunto un pozzo sul cui lato Gino si è messo ad armare un traverso. Sfortunatamente facendo ciò è scivolato e, su una lama calcarea, si è tagliato in profondità un dito. Ha voluto finire l’armo per vedere che ci fosse nella galleria dall’altra parte del pozzo. Purtroppo non c’era nulla di interessante: restringeva progressivamente per bloccare il passaggio già dopo una decina di metri. Una volta fuori Vicky ha medicato la ferita, quindi il gruppo ha raggiunto al Campo Base dove, nel frattempo, avevano fatto ritorno Ivo, Marjan e Matjaž.
Venerdì 20 agosto
Alle ore 9 Piero ha avuto un collegamento radio con Adriano, che si apprestava a partire alla volta di una grotta da esplorare insieme ai faentini. Quindi i quattro sloveni sono partiti anche loro per raggiungere gli altri a Curraj Eperm. Per concedere un po’ di riposo al dito di Gino, il gruppo al Campo non ha svolto attività esplorativa. Arjan e Piero sono saliti a Mulaj, dal pastore Poli, per prendere pane, raki e un po’ di formaggio. Da quel punto hanno potuto telefonare a Louis, che stava ormai raggiungendo Lekbibaj, poi sono tornati al Campo Base.
Sabato 21 agosto
Non ci sono state comunicazioni radio con il gruppo Boshit. Alle 1430 è arrivato al Campo Riki con i muli, quindi anche Louis, Luca, Miha e Ines. Dopo un altro po’ anche Civa, Rok e Matej hanno raggiunto il gruppo. Alle 17 Gino, Piero e Vicky sono tornati alla continuazione del fossile W. Hanno effettuato un rilievo del nuovo ambiente ed hanno esplorato gli ambienti più bassi: la sala si divide in più livelli separati da strati calcarei orizzontali e verticali. Dalla galleria sospesa Gino ha cominciato un’arrampicata su una colata di roccia molto friabile quando il Makita si è improvvisamente fermato. Dopo aver visto un altro ambiente basso sono usciti tutti e tre ed hanno portato fuori trapano e batteria.
Domenica 22 agosto
Dal Campo Base sono partiti più gruppi: il primo (Civa, Ines, Louis, Matej, Miha, Riki e Rok) si è diretto verso i sifoni con bombole ed attrezzature subacquee. Luca Zini ha iniziato il rilievo geologico di Zeze, seguito da Piero. All’esterno, mentre Gino cercava il guasto del trapano -che in realtà era solo scarico-, Arjan è andato a prendere il pane da Poli. Intanto il primo gruppo ha disceso il terzo sifone, arrivando 24 metri sott’acqua per un percorso lungo 70, in un punto dove un crollo di grandi massi ostruisce il passaggio con l’attrezzatura. Quindi hanno sceso il primo sifone, sbucando in una galleria in salita -che, con ogni probabilità, porta al grande anello- con un’immersione di una lunghezza attorno ai 40 metri, 4 di profondità. E mentre il secondo gruppo rilevava una galleria saltuariamente piena d’acqua vicino alla strettoia aperta l’anno prima Rok è emerso da un sifone a pochi passi da loro, dopo essersi immerso da oltre la strettoia. Nel frattempo Gino e Vicky sono entrati in grotta ed hanno concluso l’arrampicata per vedere che il “camino” chiudeva. I primi due gruppi sono tornati verso l’uscita e Louis, Luca, Piero, Riki e Rok sono andati a vedere il punto del fossile W dov’era stato aperto il passaggio il primo giorno. Rok ha provato a passare il laghetto, essendo ancora con la muta, oltre cui solo Marjan aveva guardato ed ha visto una finestrella sfuggita a Marjan. Nel frattempo, una probabile frattura data dal lavoro di apertura aveva abbassato il livello dell’acqua. Dopo la finestrella uno scivolo e fine. Tornato indietro, è entrato anche Piero che dopo lo scivolo ha visto anche una bassa strettoia oltre la quale ha trovato un altro punto da forzare ma dove è chiaramente percepibile la corrente d’aria che sembrava essere scomparsa.
Lunedì 23 agosto
Il primo gruppo per Zeze è partito alle 1130, Luca accompagnato da Ines e Miha per il rilievo geologico; il secondo, Gino e Vicky ha raggiunto il meandro conclusivo andando quindi avanti d’un centinaio di metri oltre dov’era arrivata l’ultima punta. Piero e Riki (il terzo gruppo) hanno rilevato quel che c’è oltre il laghetto del fossile W, quindi hanno aperto -in un’insolita roccia rosea- la strettoia dove Piero si era fermato il giorno prima. Oltre vi hanno trovato guano di pipistrelli ed un bivio: a sud un pozzacchiotto da scendere, a nord una specie di meandro che in un primo momento sembrava finire dopo una decina di metri, ma poi Piero ha trovato un passaggio che lo ha portato ad esplorare una sessantina di metri di un meandro camminabile. Secondo e terzo gruppo sono usciti col buio, alle 21, mentre Luca, Ines e Miha sono giunti al Campo appena alle 23, dopo esser riusciti a rilevare i dati fino al meandro finale.
Martedì 24 agosto
Nel mattino Boris e Marien hanno lasciato il Campo Base e verso mezzogiorno è tornato il gruppo Boshit. In Zeze sono entrati tre gruppi: il primo diretto al meandro finale della grotta, con Rok in testa; il secondo, Piero e Riki, in punta nella condotta trovata il giorno precedente da Piero, arrivando tristemente solo dieci metri oltre il punto raggiunto e trovando, in una galleria in salita, una frana di grossi massi. Terzo, Luca in solitaria per finire il rilievo geologico con il fossile W, breve e vicino all’ingresso. Piero e Riki hanno fissato alcuni cordini per agevolare i passaggi peggiori oltre il laghetto; resta da vedere soltanto il pozzo a sud che, considerata la presenza di guano in quel punto -irraggiungibile dai pipistrelli per dove siamo passati noi prima che aprissimo il passaggio-, potrebbe condurre a una probabile uscita nell’altro versante del monte. Ancora migliori le speranze date dal primo gruppo: Rok è penetrato ancor di più nella montagna spingendosi ancora avanti nel meandro terminale e superandolo, arrivando cioè in un un punto dove si apre una galleria. Arrivato davanti a un saltino è tornato indietro.

Mercoledì 25 agosto
Nel primo mattino è partito il gruppo per la ricognizione in quota (Ines, Louis, Luca, Miha, Riki e Rok) mentre Adriano e Arian sono andati da Poli per avere alcuni muli in giornata. Tornati al Campo con i muli, è partito un nuovo gruppo (Adriano, Ivo, Marjan, Matiaž e Mitja) verso Curraj Eperm, per recuperare con i muli di Poli borse e sacchi lasciati lì. A mezzogiorno erano già di ritorno al Campo Base. Nel pomeriggio Piero è tornato in Zeze, accompagnato da Arjan fino all’ingresso, per recuperare tutto il materiale lasciato fino al bivio con il fossile W. In serata, dopo le 22, il gruppo d’alta quota è tornato al Campo Base, riportando buoni risultati con il rinvenimento di numerose cavità con movimento d’aria. Sfortunatamente è stata dimenticata in alta quota la telecamera.
Giovedì 26 agosto
Louis e Rok sono tornati in quota, all’esterno di un buco dov’era rimasta la telecamera. Luca è quindi andato in shpella Zeze, da solo, per concludere il prelievo dei dati. I primi arrivati si sono preparati per il ritorno e così, verso le 1330, hanno caricato i loro bagagli sui sei muli ed hanno salutato. Louis, Luca e Rok sono tornati al Campo Base. Dopo la lunga camminata -durante cui Ivo è stato male- gli altri hanno raggiunto Lekbibaj e, dopo un bagno nel fiume, sono tornati all’imbarco del traghetto per cena.
Venerdì 27 agosto
Mentre il primo gruppo si imbarcava sul traghetto del lago di Fierze il secondo ha fatto pulizia del Campo, ha smontato le tende ed ha riportato nella casa vicina la mobilia presa in prestito. Sono state date alcune attrezzature logistiche a Poli, per l’anno prossimo. Anche il secondo gruppo ha affrontato la camminata fino a Lekbibaj dove la famiglia di Vilson ha offerto la cena ed è stata la volta di Riki di stare male lungo il sentiero. Il primo gruppo intanto ha pranzato sotto la diga dello sbarco per poi tornare al viaggio verso casa. Presso il confine tra Montenegro e Croazia, che dalle 2020 ha richiesto grande pazienza si è manifestata una sorta di influenza generale tra i quattro dell’auto italiana.
Sabato 28 agosto
L’auto è riuscita a passare il confine appena all’una e mezza del mattino per poi mettersi in viaggio fino a Trieste, raggiunta a mezzogiorno. Gli altri, nel frattempo, sono scesi dal traghetto ed hanno bucato una ruota. Risolto il problema Arjan è stato riportato a Scutari ed è iniziato il ritorno anche degli ultimi. Il gruppo degli sloveni si è fermato in Montenegro per effettuare delle immersioni, il gruppo CGEB è andato dritto verso casa, collezionando tra confini e caselli autostradali un totale di oltre otto ore di coda.
Domenica 29 agosto
Dopo nemmeno 24 ore dal primo, anche il secondo gruppo arriva a Trieste, alle 11 del mattino.
Piero Gherbaz