Romano Radivo

 

ROMANO RADIVO – (POLA 31.3.1900 – TRIESTE 1989)

Testo pubblicato su Progressione 23, Trieste giugno 1990
Ogni anno la Commissione perde qualche amico, qualche vecchio socio. Noi vorremmo in queste pagine, che parlano delle imprese dei giovani (di anni, ma anche di entusiasmo e di voglia di esplorare e conoscere), poterli ricordare tutti, per ricambiare almeno con un segno di affetto quanto da essi fatto per la società in tempi – di solito – ormai lontani.
Purtroppo non tutti si riesce a ricordare: l’altro anno ci ha lasciati alla bella età di 89 anni (era nato a Pola il 31 marzo 1900) Romano Radivo, nostro attivo speleologo degli anni ’20 e ’30. Con lui se ne è andato l’ultimo di una famiglia di grottisti (il fratello Giorgio, socio della CGEB dal 1926 al 1961, è morto nel dicembre 1973, mentre anche il terzo Radivo – Esmeraldo – non è più con noi) che ha fatto parte dell’ossatura della Commissione negli anni delle grandi esplorazioni nei carsi dell’Istria, di Tarnova, della Bainsizza. I loro nomi sono legati sia a specifiche campagne di ricerca in Istria, nelle Prealpi Giulie, sul Carso – abisso della Bainsizza, abisso di Cima Vides, rami nuovi nella Grotta di Ospo, nella Grotta di Santa Maria di Occisla, nella Voragine di Occisla – sia alla consueta opera di esplorazione e rilievo che vide in quegli anni le cavità conosciute della Venezia Giulia passare da 500 ad oltre 3000.
Per l’esplorazione delle grotte percorse da torrenti dell’altipiano di San Servolo, ed in particolar modo per poter visitare i nuovi rami della Grotta di Ospo (risorgiva di troppo pieno in cui i lavori si protrassero per più anni), il Radivo progettò e costruì un battello smontabile in alluminio che descrisse in una nota pubblicata sulle Grotte d’Italia del 1932.
Romano Radivo, pur non apparendo ormai da molti anni sugli elenchi dei soci, non interruppe mai i contatti con la Commissione, sì che molti ebbero il piacere di conoscerlo (già ottantenne…) a qualcuna delle annuali cene sociali. L’ultima volta che apparve in pubblico – ancora lucidissimo, nonostante la veneranda età – è stato un paio di anni or sono in occasione della presentazione della ristampa del 2000 Grotte.
La sua morte, riducendo ormai ai minimi termini il numero dei sopravvissuti della Commissione degli anni ’20, contribuisce a trasformare in storia quella che sino a poco tempo fa consideravamo ancora cronaca, ed a rendere mitici quegli anni, quegli episodi, quegli uomini.

Nel corso della sua attività sul Carso ha rilevato molte cavità; nel Catasto storico della Commissione Grotte si trovano i rilievi delle seguenti grotte della Venezia Giulia: 749, 753, 754, 1145, 1451, 1649, 1650, 1811, 1995, 2189, 2219, 2333, 2334, 2783, 3784, 2847, 2886, 2895, 2996

E’ stato socio della Commissione Grotte dal 1926 al 1933.

Bibliografia speleologica

– 1932: Un nuovo battello per le esplorazioni sotterranee, Le Grotte d’Italia, 4/1932