PROGETTO GROTTE
Pubblicato sul n. 37 di PROGRESSINE – anno 1997
“…confidiamo che da qualche parte si desti l’interesse degli studiosi, ai quali offriamo il nostro aiuto in quel settore dei lavori che è più adatto a//a nostra esperienza di scavi nelle gallerie carsiche. E’ un invito che rivo/giamo con una certa ansietà, nel timore che esso cada ancora una vo/ta ne/ vuoto e resti neg/etta una pagina importante de//a prima storia de/l’uomo sul Carso di Trieste.” L’invito con cui Dario Marini chiudeva nel 1975 il suo articolo “Il problema delle antiche sepolture sul Carso triestino alla luce di alcune recenti scoperte.” come lui temeva non è stato raccolto per oltre vent’anni. Ma negli ultimi mesi sono stati finalmente avviati dei contatti fra l’ambiente speleologico e quello universitario che sembrano decisamente promettenti.
L’archeologia preistorica ‘ufficiale” ha registrato negli anni ‘90 alcuni fatti nuovi: la ripresa degli scavi in alcune grotte del Carso, condotti secondo le metodologie più moderne; la revisione sistematica dei materiali provenienti da vecchi scavi, editi parzialmente o del tutto inediti; una collaborazione fra specialisti di discipline diverse, in particolare archeologi e geologi, che sta aprendo nuove prospettive nell’interpretazione dell’uso del territorio carsico nella Preistoria. Da una valutazione complessiva delle potenzialità di questa nuova situazione è emersa la convinzione che un salto di qualità nelle conoscenze è possibile solo attraverso un approccio multidisciplinare: in concreto, attraverso il confronto e la collaborazione fra chi conosce direttamente il territorio, le grotte, e chi invece studia la storia dell’ambiente, del clima, della fauna e dell’uomo e ne ritrova le tracce proprio nelle grotte. La condivisione di questa opinione da parte di numerosi speleologi appartenenti a vari gruppi, di studiosi dei Dipartimenti di Scienze Geologiche e di Scienze dell’Antichità dell’Università di Trieste, del Museo Civico di Storia Naturale di Trieste, ma anche del Dipartimento di Scienze Archeologiche dell’Università di Pisa, da decenni attivo sul nostro territorio, e degli istituti scientifici di Lubiana, sta portando all’elaborazione di un progetto di studio “globale” del territorio. La costituzione di una banca-dati informatizzata di tutte le grotte, contenente dati esaustivi non solo per l’esploratore o per il visitatore alla ricerca di scorci notevoli, ma anche per gli studiosi delle varie materie che hanno riferimento con il mondo delle grotte, sarà uno degli obiettivi di questo progetto. Attualmente si sta lavorando, nell’ambito della preistoria, alla definizione di una scheda-tipo per la raccolta dei dati, che integra quella già elaborata dal Catasto Regionale con dati archeologici e geografico-ambientali. Parallelamente, attraverso alcune tesi dì laurea di ambito archeologico, si è completata una prima revisione della documentazione contenuta nel Catasto Grotte della Venezia Giulia, da oltre cent’anni curato dalla Commissione Grotte della S.A.G., relativo alle circa 200 grotte di interesse archeologico. E’ questo un primo risultato della collaborazione fra due mondi diversi: gli archeologi hanno trovato negli archivi (cartacei e mnemonici) una notevole messe di dati preziosi inediti, gli speleologì hanno per contro trovato il modo di utilizzare o far utilizzare il frutto di osservazioni altrimenti destinate a sparire nel tempo. Dopo questo controllo d’archivio si prevede la revisione della letteratura dalla fine dell”800 a oggi e, soprattutto, il riesame diretto dei materiali finora recuperati. Nelle nostre intenzioni, questi aspetti di carattere scientifico dovrebbero costituire la base per successivi sviluppi anche divulgativi e pratici: dalla creazione di un CD 19DM sul Carso alla realizzazione di itinerari turistico-culturali sul territorio. Auspichiamo di realizzare almeno alcuni di questi obiettivi e di darne comunicazione in tempi non troppo lunghi.
Franco Cucchi, Pino Guidi, Emanuela Montagnari Kokell