SIMA AONDA 2 “O’ CORPUSCOLO”
La Sima Aonda 2 si apre a circa 400 metri dal bordo della piattaforma Aonda. L’ingresso è costituito dall’intersezione di 3 fratture, la principale delle quali (quella centrale) è ampia cinque-sette metri e si allunga per venticinque metri in direzione ENE-WSW; le fratture secondarie. che la chiudono ai due lati, hanno direzione N 25- 40″ W. Questi due sistemi di fratturazione caratterizzano la piattaforma Aonda e determinano anche il tracciato dei condotti sotterranei.
La spaccatura centrale si approfondisce verticalmente per 285 metri fino ad una base costituita da un caos di blocchi e detrito. A circa venti metri di profondità è situato un primo terrazzo coperto da vegetazione; a -50 metri un ammasso di grandi blocchi incastrati interrompe nuovamente la discesa. In questo tratto, come sempre successivamente, non è più visibile, su entrambe le estremità laterali del pozzo, il fondo della spaccatura, mentre la larghezza è generalmente compresa fra cinque e otto metri. L’asse del pozzo è caratterizzato nel primo tratto da una direzione E-W o ENEWSW; verso i 200 metri di profondità la spaccatura tende a restringersi. mentre si amplia sette-otto metri) la frattura diretta N 25″ W che costituisce la parte terminale del grande pozzo.
Nel corso della discesa si osservano frequentemente frane sospese; in particolare, la linea di discesa scelta per l’esplorazione sosta su due grandi massi incastrati a 120 metri di profondità e passa su una pericolosa frana in bilico a 140 metri di profondità. Durante il periodo esplorativo (fine febbraio ’93), in assenza di precipitazioni significative, il pozzo è risultato asciutto, a parte la presenza a tratti di veli d’acqua. La base del pozzo è una galleria pavimentata da blocchi di crollo, ampia cinque-sei metri, diretta N 25″ W. percorribile in entrambe le direzioni.
Ramo a monte
Dalla base del P 285 si procede in direzione ESE entrando in una galleria. Dopo pochi metri si scende fra i blocchi raggiungendo la base del condotto. percorsa da un rivolo d’acqua, quasi completamente asciutto nel periodo delle esplorazioni. Procedendo, si oltrepassa un tratto allagato lungo una quarantina di metri, quindi si risale per una ventina di metri di dislivello. superando dei blocchi di frana. Sceso un salto di una decina di metri, la galleria si sviluppa in direzione est e presenta alcune brevi diramazioni laterali, terminando all’intersezione con una frattura, chiusa da una frana verso SE e da un sifone verso NW.
Lo sviluppo complessivo del ramo a monte è di circa 300 metri.
Ramo a valle
Dalla base del P 285 si attraversa la galleria verso NNW. scendendo un salto di sette metri fra i blocchi, si risale un pendio sabbioso fino all’intersezione con una frattura diretta N 73° E. Dopo pochi metri la frana termina con un salto di undici metri, che permette di raggiungere il fondo del condotto. Durante il periodo esplorativo il rio sotterraneo era praticamente inattivo (portata di circa uno-due litri al minuto).
Il condotto è quasi orizzontale. perfettamente lineare, con una larghezza compresa fra 50 centimetri e due metri, e un’altezza visibile superiore a quindici metri; sulle pareti e sui massi sono talvolta presenti concrezionamenti di opale, mentre dove il fondo è sabbioso compaiono ripple marks.
Dopo un tratto di circa 80 metri, la frattura ne incrocia un’altra diretta N 24″ W. proseguendo oltre l’intersezione per una trentina di metri (risalendo una stretta fessura, particolarmente asciutta). La frattura diretta NNW ha le stesse caratteristiche geometriche della precedente, con tratti occlusi parzialmente da massi in bilico e frane sospese, e nella parte terminale da un profondo tratto allagato. Anche più avanti il condotto mostra sempre la stretta dipendenza dai due sistemi principali di fratturazione.
Una strettoia ventosa e dalle pareti umide ha consentito, poco più avanti, la prosecuzione dell’esplorazione che. dopo una cascatella di due metri. si è arrestata davanti ad una frana che ostruisce la frattura (-307 metri). In questo tratto la portata dell’acqua è aumentata fino a due litri al secondo, provenienti da una frattura impraticabile. Pochi metri prima della frana è però possibile risalire un pendio e inoltrarsi in un condotto, prima ascendente poi discendente, fino a un salto di quindici metri fra blocchi franosi. Dalla base, una galleria di crollo larga tre metri e lunga quindici metri. si scende fino ad un nuovo corso d’acqua. con portata analoga al primo, che però si infiltra immediatamente fra i blocchi sia a monte che a valle.
È questo il punto più profondo raggiunto nella grotta, 325 metri sotto l’imbocco. Sovrapponendo i rilievi della topografia esterna e dei condotti sotterranei. si osserva che il meandro a monte della Sirna Aonda 2 passa sotto la frattura più prossima al campo (la cui discesa dovrebbe quindi confermarne l’appartenenza al sistema Aonda 2), e proseguendo raggiunge e attraversa il settore più occidentale della Sima Sur 2. Il sifone a monte della Sima Aonda 2 è posto circa 150 metri a valle di quello terminale della Sima Sur 2. all’incirca alla stessa quota.
Il meandro a valle della Sima Aonda 2 si inoltra al di sotto del vertice meridionale della Sima Aonda, ricevendo i maggiori contributi idrici da due fratture, che tagliano rispettivamente le pareti NE e SW della Sima Aonda. La frana terminale del primo rio è posta sulla verticale del pendio di blocchi che conduce al fondo della Sima Aonda, probabilmente una cinquantina di metri al di sotto (occorrerebbe però rilevare nuovamente la Sirna Aonda. per poter “chiudere” il nuovo rilevamento esterno).
Marco Mecchia