SIFONI IN TOSCANA

Pubblicato sul n. 23 di PROGRESSIONE – Anno 1990
Sicuramente la grotta sommersa più nota della Toscana è la grotta Giusti presso Monsummano Terme, provincia di Pistoia.
Di questa grotta già molto è stato scritto. Si desidera solamente sottolineare che per uno speleosubacqueo un’immersione nella grotta Giusti è veramente un’esperienza unica ed irripetibile. Infatti ben difficilmente ci si può immergere in un sifone europeo senza muta e sentirsi come …nella vasca del bagno di casa propria. La temperatura dell’acqua raggiunge i 33° C e la visibilità è più che accettabile.
La grotta Giusti fa parte del complesso delle terme e pertanto l’immersione è possibile solamente in inverno, nel periodo di chiusura dello stabilimento termale.
Altra località termale della Toscana di interesse speleologico è Equi Terme, in provincia di Massa Carrara.
Nelle concrezionate grotte di Equi si aprono diversi sifoni. L’esplorazione di questi non è ancora terminata, in quanto le condizioni ambientali di esplorazione sono molto difficoltose: passaggi stretti e frananti; visibilità quasi nulla al ritorno.
In Garfagnana sono conosciuti alcuni interessanti sifoni dei quali citeremo in particolare la Buca del Tinello, la Pollaccia ed il Fontanaccio.
La Buca del Tinello prosegue, dopo tre sifoni, con interessanti gallerie aeree riccamente concrezionate.
Sulla sponda destra del Torrente Turrite Secca, dopo Isola Santa, in direzione Castelnuovo di Garfagnana, si individuano, a poca distanza tra di loro, i due sifoni della Poliaccia e del Fontanaccio.
li sifone della Pollaccia è abbastanza noto nel mondo speleosubacqueo sia per la profondità che raggiunge, prossima ai 60 metri, sia perchè parecchi anni orsono, ai primordi della speleologia subacquea italiana, avvenne un incidente mortale.
La risorgiva si apre quasi nel letto del torrente. attualmente l’acqua sgorga verso l’esterno, ma alcune tipologie di erosione fanno ritenere che probabilmente un tempo la cavità funzionava da inghiottitoio.
Proseguendo lungo la valle di pochi chilometri, in corrispondenza di un sentiero, sul fianco destro, si apre una cavernetta dall’apparenza insignificante, a circa trenta metri di altezza dal fondo valle. La grotta termina in una pozza d’acqua dopo una ventina di metri. La pozza d’acqua rappresenta l’ingresso di un sifone da segnalare quale ambiente ideale per riprese foto-cinematografiche.
L’assenza di forti correnti durante tutto il periodo dell’anno rendono il sifone una meta sicura per gli amanti delle riprese speleosubacquee. Gli ambienti, di dimensioni contenute senza mai diventare angusti, sono ottimali per sfruttare al massimo la luce di fari e flash. Il fondo ghiaioso evita il sollevarsi di particelle. La limitata profondità permette di operare in assoluta tranquillità anche per tempi relativamente lunghi. La grotta lunga una ottantina di metri termina con una strettoia attualmente impraticabile che comunque ricorda la strettoia della Kesselhòhle in Austria, che pur definita impraticabile ha invece riservato delle interessanti sorprese.
L’avvicinamento alla grotta presuppone una camminata su terreno impervio di circa 15 minuti. Questo fatto assolutamente non trascurabile in un momento in cui sempre più «acquanauti» sono abituati ad arrivare con l’automobile fino al luogo dell’immersione.
Come base logistica si consiglia l’ospitale rifugio Città di Massa, situato in una zona estremamente suggestiva delle Alpi Apuane.
A.F