Guido Calligaris

 

GUIDO CALLIGARIS – Tortona 20.10.1915 – Duino Aurisina (TS) 9.10.1984

Guido Calligaris, ingegnere meccanico con due lauree e varie specializzazioni, ancorché si interessasse già di grotte, si avvicina alla speleologia nel 1940 grazie a Saverio Luciano Medeot. In quell’anno nel reparto di artiglieria (IV batteria del V Corpo d’armata) di stanza a Pola e comandato dal tenente Calligaris arrivò il caporale Medeot. Calligaris è appassionato di paleontologia e paletnologia, ambiti di ricerca in cui profonde intelligenza, tempo e denaro.
Inviato nel 1941 al confine con la Jugoslavia, nella zona di Clana, nel corso dei pochi mesi di permanenza del reparto, il tenente Calligaris ed il caporale Medeot (quest’ultimo più interessato all’idrologia, ma ben lieto di fare comunque speleologia) individuano ed esplorano una dozzina di cavità. Una parte dei reperti raccolti sono inviati all’archeologo Raffaello Battaglia, a Padova, dove però non risulta siano mai arrivati.
Successivamente, tornato in Italia, al reparto viene affidato il compito di curare la difesa costiera di Trieste; Calligaris ed i suoi uomini prendono posizione al bivio di Miramare, in postazioni scavate nella roccia a breve distanza dal castello omonimo ed il comando è posto a Villa Zuculin, nell’ambito dello stesso. In questo periodo Calligaris entra a far parte, su invito del Medeot, della Commissione Grotte della Società Alpina delle Giulie dove il 16 marzo 1942 il presidente Raffaello Battaglia, giunto da Padova nella cui università insegna, lo nomina direttore della “Sezione Studi”, con il compito di curare la parte scientifica delle ricerche della Commissione. Villa Zuculin diventa così in breve tempo una succursale della SAG di via Milano, arredata con armadio-biblioteca, scrivania, bacheche, mobile a cassetti multipli sovrapposti dove vengono sistemati i reperti aggregati strato per strato, il tutto costruito su iniziativa ed a spese di Calligaris.
L’attività sul terreno si estrinseca ora in una serie di campagne di scavi paletno-paleontologici nella fascia di pertinenza del reparto, e cioè fra Prosecco e Sistiana, in cui – coordinati da L. S. Medeot – vengono impiegati i soldati della batteria; particolarmente fortunati sono quelli iniziati nel febbraio 1942 nella Caverna di Prosecco, 3869 VG, anche se di un certo interesse si dimostrano gli altri. In questo periodo l’amicizia e la collaborazione fra Calligaris e Medeot si perfezionano sempre più: quest’ultimo viene nominato sergente e, su sollecitazione del suo comandante, completa gli studi al liceo scientifico iscrivendosi quindi alla facoltà di ingegneria dell’università di Padova.
L’attività di questo gruppo – una “Commissione Grotte” in sedicesimo, considerato che buona parte dei giovani della stessa sono sparpagliati sui vari fronti, ed il suo presidente, Raffaello Battaglia (forse non del tutto estraneo all’interesse degli scavi del Calligaris), fa la spola fra Padova, al cui ateneo insegna, e Trieste – ridesta nella città giuliana l attrazione, sopita negli ultimi anni, per questo tipo di ricerche. Villa Zuculin si trasforma in una sorta di “Cenacolo” frequentato da quanti hanno interessi culturali gravitanti nell’ambito della speleologia: entomologi, paletnologi (il Battaglia, Francesco Stradi), naturalisti (il novantenne Suringar, uno degli ultimi membri del vecchio Club dei Touristi Triestini) e naturalmente grottisti dell’Alpina, primo fra tutti l’economo della Commissione Grotte Oscar Marsi. Alla fine del 1942 il reparto è destinato ad una zona d’operazioni in Francia; tutto il materiale – mobili, raccolte, reperti – viene consegnato all’Alpina che lo sistema parte nella stanzetta della Commissione (i mobili ed i reperti più significativi), parte in soffitta dello stabile di via Milano. Dalla Francia il Calligaris, nel frattempo promosso capitano, è trasferito a Torino dove rimane sino al 1944 anno in cui rientra a Trieste città che fa ormai parte dell’Adriatische Küstenland, zona di guerra governata – in pratica – dalle truppe tedesche.
Qui la sezione scientifica delle S.S. diretta dal colonnello Scharlau (nella vita civile geologo), che aveva istituito un ufficio speleologico, si rivolge alla Società Alpina delle Giulie per avere i nominativi di esperti speleologi da inserirvi. Vengono fatti i nomi di Calligaris e Medeot (effettivamente i più preparati e dinamici fra quelli disponibili o abbastanza facilmente rintracciabili).
Calligaris accetta l’incarico e assume il comando del reparto, provvedendo alla sua organizzazione. Quando nel marzo dell’anno seguente è raggiunto dal Medeot, trasferitovi dalla Divisione Italia di stanza in quel periodo a Parma, alle sue dipendenze vi operano Cesare Prez, Oscar Marsi, Arrigo Maucci e la dattilografa Flora Tinti (futura moglie di Medeot).
Compito precipuo dell’Ufficio speleologico è di identificare cavità con risorse idriche da utilizzare nel caso che l’acquedotto del Randaccio, che rifornisce la città di Trieste e parte del suo circondario, venisse distrutto. L’Ufficio dispone di una buona cartografia (versione tedesca delle tavolette ad 25.000 dell’I.G.M. con sovrastampate in viola le indicazioni di grotte, pozzi ed altri elementi di interesse militare) e di un catasto a fascicoletti di cm 15 x 21, diviso per tavoletta al 25.000, edito a cura del O.K.H. Gen St d H/ Chef des Kriegskarten und Vermessungswsesns beartebeit durch Heeresvermessungstelle Wien. Secondo il Medeot lavorava soprattutto sul “Catasto Gariboldi” (una sorta di 2000 grotte stampato nel 1926 per ocnto dell’esercito).
L’Ufficio speleologico non prende parte ad operazioni militari, ma si dedica essenzialmente alla ricerca dell’acqua, ispezionando, fra l’altro, la Grotta del Fumo di Marcossina. A questa ricognizione – effettuata nell’aprile 1944 – partecipa, in borghese, anche il Medeot, frattanto nominato maresciallo; unica assistenza militare la presenza all’esterno del colonnello Schalrau.
Verso la fine dell’aprile1945 Calligaris è colpito da bronco-polmonite e deve rimanere a letto nel suo alloggio all’Hotel de la Ville; il col. Schalrau, che parte il 29 aprile con un’autocolonna per Tarvisio, invita il Medeot a convincere l’infermo a non partire, per onorare la parola data, con loro: il viaggio si preannuncia estremamente pericoloso e denso di incognite, dovendo la colonna attraversare valli in mano a formazioni partigiane.
Con un’azione decisa il padre del Calligaris e Medeot trasportano l’ammalato alla casa paterna di via Udine. Da qui, sembra a seguito di una delazione, nel maggio 1945 viene arrestato dalle truppe di occupazione jugoslave e internato in un campo di concentramento presso Lubiana da dove viene successivamente rilasciato in quanto non c’erano imputazioni specifiche a suo carico.
La parentesi speleologica di Guido Calligaris finisce il 28 maggio 1945, quando la città era ancora occupata dalle truppe jugoslave, allorché il Direttivo della Società Alpina delle Giulie decide la sua espulsione “per indegnità, per aver indossato la divisa dell’occupatore germanico”.