INDICE GENERALE VOLUME XV – 1975
Trieste 1976
FRANCO CUCCHI – FABIO FORTI – RINO SEMERARO: Studio geomorfo-logico della grotta di Padriciano (VG 12)
Si riportano i risultati ottenuti dalla ricerca geostrutturale sulla Grotta di Padriciano (VG 12). In base alle condizioni geolitologiche e tettoniche del complesso carbonatico, vengono esaminati i rapporti intercorrenti tra le superfici di discontinuità della roccia e le morfologie derivate. Sono studiate inoltre tutte le microforme carsiche presenti nella cavità, quali lineazioni orizzontali di corrosione, cupole di corrosione, macro e microcanali di volta e con particolare attenzione i depositi di riempimento fissi e mobili, la loro genesi ed il loro condizionamento a morfologie carsiche ipogee.
CUCCHI – F. FORTI – F. ULCIGRAI: Relazioni tra tettonica e morfogenesi di doline del carso Triestino e Monfalconese
II lavoro illustra i risultati di uno studio sui rapporti tra la tettonica del substrato roccioso e la genesi e l’evoluzione delle doline in alcune zone del Carso Triestino e Monfalconese caratterizzate da una particolare situazione strutturale con strati da suborizzontali a poco inclinati con lievi ma frequenti variazioni di giacitura. E’ risultato che le doline si aprono preferibilmente in corrispondenza di pieghe anticlinali, di culminazioni assiali e flessure (anche assai modeste), motivi strutturali in cui la fessurazione è più intensa e le fratture beanti con tendenza ad allargarsi verso l’alto. Lo studio ha inoltre descritto le caratteristiche morfologiche delle doline e delle aree ad esse circostanti, confermando lo stretto legame che intercorre tra genesi ed evoluzione di queste particolari forme oarsiche e le caratteristiohe litologiche e strutturali del substrato roccioso, mettendo inoltre in evidenza l’importanza di altri fattori quale ad esempio la situazione topografica dei luoghi.
IACUZZI – F. VAIA: Aspetti idrogeologici del bacino montano del t. Torre (Friuli)
II bacino montano del T. Torre è costituito da masse rocciose dolomitiche e calcaree permeabili localmente per fessurazione e localmente carsificate, per un’area di 43,7 kmq; dal complesso marnoso arenaceo impermeabile per un’area di 10,6 kmq e da placche di copertura per lo più sciolta, perme-abile per porosità, con estensione di 14,7 kmq. La struttura tettonica è determinata da grandi lineamenti orientati circa E – W e da un sistema di fratture a estensione minore, alcune serie delle quali beanti per sforzi di tensione. Le altezze di afflusso elevate (3035 mm di media annua su nove anni considerati) si sono rivelate inferiori alle altezze di deflusso (3426 mm di media annua), determinando quindi coefficienti di deflusso superiori all’unità. E’ stata provata l’esistenza di un’alimentazione esterna mediante lo studio delle caratteristiche idrologiche e geologiche delle più importanti sorgenti; tale alimentazione avviene attraverso bacini profondi per lo più carsici, favorita dall’assetto geostrutturale dell’area studiata. La ipotesi è confermata anche dalle analisi chimiche. E’ stato infine valutato il volume medio annuo di materiale portato dalle acque alla sezione di chiusura (diga di Crosis), che ammonta mediamente a 1100 – 1300 mc/kmq/anno.
DONATELLA COLAUTTI: Relazioni statistiche sulla piovosità con applicazioni alla distribuzione pluviometrica a Trieste e sul carso Triestino
In una data località la piovosità si evolve con una certa regolarità tanto che possono essere trovate delle relazioni tra la quantità di acqua caduta e la durata della pioggia nonché tra queste grandezze e il tempo di ritorno dell’evento (tempo di ritorno che, in base ad apposite teorie della statistica, è l’intervallo di tempo affinchè un certo evento si ripeta). Relazioni tra queste grandezze sono state cercate riguardo alla distribuzione della piovosità a Trieste ed in alcune altre località del circondario. Tra queste molto importante è quella di Borgo Grotta Gigante, in pieno Carso Triestino, dove esiste una stazione meteorologica sperimentale della Società Alpina delle Giulie per cui la conoscenza della distribuzione della piovosità è interessante anche riguardo allo studio del Carsismo in generale ed alla circolazione idrica ipogea in particolare. Dalla elaborazione analitica dei dati pluviometrici abbiamo ricavato alcune interessantissime relazioni che definiscono l’evolversi della piovosità. Indicando con h la altezza di precipitazione (min), con t la durata della precipitazione e con T* il tempo di ritorno, abbiamo individuato le seguenti due relazioni fondamentali cui sottostanno tutte le serie pluviometriche delle varie località.
ALFREDO RIEDEL: La fauna epipaleolitica della grotta Benussi (Trieste)
La grotta Benussi presso San Pelagio (Trieste) ha messo in evidenza una fauna epipaleolitica ( Sauveteirriano – Tardenoisiano) con forte prevalenza del cervo, accompagnato dal capriolo, con abbondanza di cinghiale e di tasso e con presenza di lontra, alce ecc
PINO GUIDI: Bibliografia speleologica della commissione grotte «E. Boegan» anni 1972 – 1975
