Gianni Scrigna

Gianni Scrigna (Fiume 1939-Trieste 2025)

I primi di gennaio 2025 ha chiuso la sua tratta terrena Gianni Scrigna, speleologo giuliano che molti colleghi italiani avranno conosciuto pur senza averlo mai visto di persona.

Sportivo eclettico – con un paio di amici negli anni ’60 aveva fondato il Circolo Tergeste Sub Mares, qualche anno dopo conseguiva, assieme alla moglie Giorgia, il brevetto di paracadutista – aveva iniziato l’attività speleo nel 1984 con la Società Adriatica di Speleologia e con il Gruppo Grotte del Club Alpinistico Triestino, per passare poi, dopo la metà degli anni ’90, alla Commissione Grotte ‘Boegan’. Ove, divenuto responsabile dell’archivio fotografico, sistemò tutto il materiale che da oltre un secolo attendeva qualcuno in grado di organizzarlo e valorizzarlo. 1984-2025: quarant’anni, la seconda metà della sua vita, dedicati con impegno totale alla speleologia: visite, scavi, esplorazioni. Ed infine l’archivio fotografico, qualcosa che rimane, il suo contributo al mondo speleologico.

 Memoria di Gianni Scrigna

Quando, nel conteggio degli anni, si superano i 16 lustri la morte dovrebbe essere considerata se non proprio un’amica (anche se in molti casi veramente si dimostra tale) almeno una vicina di casa che sovente bussa alla porta tua e a quella dei tuoi coetanei. Per ricordare a te e a loro che il tempo passa per tutti, e che per qualcuno è ormai irrimediabilmente scaduto.

Nonostante tutto, nonostante le continue sue visite, mi è difficile abituarmi alla contiguità di questa silenziosa presenza: ormai più vicino ai novanta che non agli ottanta, dovrei essermi assuefatto all’incontro con nostra sorella morte, artigiana che sovrintende al regolare avvicendarsi e compiersi delle stagioni umane. Ma così non è, alla scomparsa di una persona cara la reazione non può essere che di dolore, l’ineluttabilità dell’evento può giustificalo ma non attenuarne le ripercussioni. Oggi mi riferisco alla morte che la notte di giovedì 9 gennaio si è portata via un altro caro amico, Gianni Scrigna. E al conseguente dolore per una perdita che so non potrà essere attenuata da possibili – anche se improbabili – nuove amicizie.

Gianni, quasi mio coetaneo (era nato a Fiume il 6 ottobre 1939) è stato per me un grande e sincero amico, anche se le nostre strade si erano incrociate quand’eravamo ormai già giunti al termine dell’estate delle nostre vite. C’eravamo, infatti, conosciuti nel 1996 in Val Rosandra, dapprima alla Grotta Gualtiero, quindi poi alla vicina Grotta Martina, ipogei ove pazientemente Gianni ci accompagnava nelle lente operazioni di rilievo.

Era giunto alla Boegan oltre che da una variegata attività sportiva da una lunga militanza speleo, iniziata già nel 1984, con l’Adriatica di Speleologia e con il Gruppo Grotte del Club Alpinistico Triestino. Alla metà degli anni ‘90 aveva lasciato gli amici dell’Adriatica e del CAT per passare alla Boegan, e questo non per dissapori o animosità irrisolte, ma per seguire nelle grotte dei carsi italiani, sloveni e croati l’amico Franco Tiralongo, esperto fotografo allora impegnato a immortalare con il suo geniale obiettivo le più belle grotte del Carso Classico. Carattere aperto e leale Gianni è rimasto sempre in ottimi rapporti amicali con i grottisti di entrambi i sodalizi speleo che l’avevano visto crescere grottisticamente.

Con l’amata sposa Giorgia e con Franco Tiralongo e la sua compagna Franca, questo quartetto speleo, cui talvolta s’aggregava qualche altro sodale, nel giro di pochi anni aveva visitato e fotografato le più belle (e spesso più impegnative) grotte che si aprono nel raggio di una sessantina di chilometri da Trieste.

Gianni e Giorgia Scrigna alla grotta Sottocorona

Approdato alla ‘Boegan’, all’attività di campagna, proseguita non solo con Franco Tiralongo, ma anche con gli altri gruppi di lavoro della Commissione – scavi alla “Fai da te” con l’arch. Barocchi, alle “Gallerie” con Giuliano Zanini, alla Gr. del Cristo di Gropada e poi moltissime altre cavità, fra cui la 87 VG, con la squadra dei “Vecchi” (e anche alla 18 VG, soli a scavare lui ed io) – ha affiancato pure una importante attività archivistica.

Divenuto socio della Commissione Grotte “E. Boegan” nel 2002 Gianni, avuto dal Direttivo l’incarico formale di Responsabile dell’Archivio Fotografico, ha preso subito ad esaminare quel settore degli archivi sociali sino ad allora piuttosto negletto: curato da mano ignota negli anni ’20 e poi da un’altra mano nei primi anni ’50 dell’altro secolo, era rimasto successivamente semi abbandonato a impolverarsi e invecchiarsi su scaffali e cassetti.

Con certosina pazienza e una scrupolosità veramente encomiabile Gianni ha organizzato l’ingente deposito foto archivistico – scatole di foto incollate su cartoncino negli anni’20 dall’ignoto curatore, pacchi di buste con fotografie speleo di incerta provenienza, raccolte fotografiche degli anni ’50 e quindi album fotografici donati da eredi di vecchi speleologi, anonime fotografie sciolte riguardanti periodi diversi della vita della Commissione Grotte – realizzando oltre 160 album, per quanto possibile omogenei nei contenuti. Al termine di questo lavoro ha quindi provveduto a informatizzare tutto questo materiale in modo da metterlo a disposizione della collettività: si tratta di oltre 18.000 immagini presenti sul sito della Boegan che riguardano il divenire della speleologia giuliana nel corso di quasi un secolo e mezzo. Con immagini che vanno dagli ultimi decenni dell’Ottocento ai giorni nostri. E che, ormai, documentano non solo i vari carsi più prossimi – Carso Classico, Carso istriano, Carso Postumiese, Carso Alpino – ma pure carsi lontani ed esotici d’Africa, d’America e d’Asia.

Grazie alla sua profonda conoscenza del materiale fotografico sociale, oltre a essere stato ‘magna pars’ nella realizzazione, nel 2004, della mostra per i 120 anni di storia della Commissione Grotte e del relativo catalogo, è stato presente nella realizzazione e allestimento di tutte le mostre tematiche allestite dalla “Boegan”nei primi decenni del duemila.

L’immane opera archivistica di Gianni Scrigna, che si era avvalso per la parte prettamente informatica del supporto tecnico del figlio Gianpaolo, può essere considerata da una parte un monumento alla sua memoria, dall’altra un suo dono alla collettività speleo. Un dono che gli era costato migliaia di ore di lavoro suddivise fra la meticolosa ricerca dei dati sulle foto archiviate e l’informatizzazione delle immagini, da poi catalogare. Un’opera che è proseguita sino a che le forze lo avevano sostenuto. Forze che avevano cominciato ad abbandonarlo anche in seguito alla dipartita dell’amata Giorgia, sposa che lo aveva accompagnato nei lanci paracadutistici, nelle lunghe vacanze nei campeggi del Quarnaro, nei silenti abissi del Carso. Negli ultimi anni, quando un subdolo male aveva iniziato a minare la sua forte fibra, era solito passare il sabato mattina a Fernetti, alla baracca dei lavoratori della 87 VG, a salutare gli amici portando una guantiera di paste o – a Natale e Pasqua – panettone o colomba: se il fisico non gli permetteva di scendere in grotta voleva almeno essere vicino agli amici che ancora lo facevano.

Un archivio fotografico strutturato in album cartacei e poi informatizzato e messo in rete, diciottomila immagini di grotta scannerizzate, una dozzina di scritti, distribuiti fra il 2002 e il 2020 fermeranno il suo nome fra quanti hanno, in qualche modo, contribuito alla conoscenza del sottosuolo del nostro territorio, fisseranno il suo nome nell’albo d’oro di quelli che hanno meritato per la speleologia. Ma la sua figura di uomo, di sodale, di compagno di viaggio, rimarrà, assieme al dolore per la perdita, soltanto nel cuore di chi ha avuto il privilegio e la gioia di camminare con lui per tanti anni.

Per Gianni la morte è stata una liberazione, l’attesa conclusione di un lungo e travagliato percorso di sofferenza; per gli amici un amaro addio, e la consapevolezza che il proprio mondo si è ulteriormente rimpicciolito.

Pino Guidi

Scritti editi

  • – – , 2002: Fototeca della CGEB, Progr. 47, 25 (2): 56
  • con Barocchi R. & Guidi P., 2004: 120 anni in grotta. Storia della Commissione Grotte Eugenio Boegan, Comm. Grotte E. Boegan ed., Trieste, 2004, pp. 124
  • – – , 2004: Donazione Marini, Progr. 51, 27 (2): 92
  • – – , 2005: Mini Mostra al Giulia sui 120 anni, Progr.25, 28 (1-2): 82
  • con Guidi P.: L’Archivio Storico Fotografico Multimediale della C.G.E.B., Sito della Boegan
  • con Guidi P., 2014: L’aggiornamento del nostro archivio multimediale, Progr. 61, 36 (2): 87
  • con Guidi P., 2015: La memoria di Franco Tiralongo vive nell’archivio fotografico, Progr. 62, 37-38: 112-113
  • con Guidi P., 2015: In un nuovo album la storia del GTE, Progr. 62, 37-38: 114
  • con Guidi P., 2016: L’aggiornamento dell’archivio multimediale, Progr. 63, 39: 154
  • con Guidi P., 2020: Giorgia Marchesi Scrigna (1944-2019), Progr. 66, 42: 127-128
  • – – , 2020: Giorgia Marchesi Scrigna, un addio e un grazie, Progr. 66, 42: 128