VOLUME L – 2020

Esce il 50° Volume di Atti e Memorie della Commissione Grotte “E. Boegan: otto articoli di natura scientifica, 11 autori, 134 pagine, molte illustrazioni.

Giuseppe Verde presenta gli aspetti generali, culturali e naturalistici del Monte Croni. L’Autore passa a descrivere ciò rende unico il monte posto nelle vicinanze di Sciacca, per il quale il Comune avviò nel 2015 la candidatura a sito UNESCO, proprio con la documentazione che l’Autore riproduce fedelmente in questo articolo. Del sito ven-gono esaminati gli importanti valori di universalità, sia per i beni culturali ad esso con-nessi, che per gli aspetti geo-morfologici. Vengono poi esaminati i caratteri specifici di questo geosito di Sicilia per la cui bibliografia l’Autore rimanda al Repertorio Bibliogra-fico prodotto in due volumi dalla Commissione Grotte “E. Boegan” della S.A.G.. di Trie-ste, di cui sono autori sia Giuseppe Verde che Pino Guidi.

Enrico Merlak espone sulle bauxiti carsiche quali giacimenti minerali e tutte le ricerche sono state indirizzate verso lo sfruttamento per l’estrazione dell’alluminio. In questo contesto sono stati comunque accumulati negli anni milioni di dati riguardanti il contenuto minerale e le strutture dei giacimenti, dati che oggi vengono utilizzati dai geologi e geochimici per le più dettagliate investigazioni. Lo sviluppo della geochimica e della fisica, e la disponibilità di nuove e sofisticate strumentazioni di analisi, hanno consentito di ampliare le conoscenze sull’origine e la sedimentazione delle bauxiti in giacitura carsica archiviando definitivamente le classi-che dottrine che correlavano queste rocce al residuo insolubile dei calcari e con i nuovi studi sulla micro-mineralogia vengono elaborate nuove informazioni sulla geologia dei terreni non carbonatici circostanti ed adiacenti le aree carsiche, consentendo interpreta-zioni cronologiche e ricostruzioni degli eventi di smantellamento delle aree superficiali prossime ai sedimenti bauxitici.

Elio Polli  e Pino Guidi presentano la storia vegetazionale di una cavità a pozzo del Carso triestino, la Grotta del Tasso – 99/147 VG. La grotta, che è stata sede nei primi anni del Novecento di un drammatico incidente, nell’ultimo secolo è stata utilizzata quale discarica e riempita sino all’orlo. Attualmente si sta assistendo ad una sua rinascita dovuta al naturale assorbimento del materiale deperibile gettatovi.

José Maria Calaforra  e Paolo Forti presentano il carsismo nei gessi. Recentemente però si è iniziato a capire che sia in ambito speleogenetico che anche in quello dei depositi chimici secondari le grotte in gesso possono presentare meccanismi e forme assolutamente peculiari. In particolare nelle grotte in gesso sono state trovate concrezioni nuove, spesso limitate ad una o due grotte al massimo al mondo, che devono la loro genesi al particola-re clima dell’area in cui le grotte stesse si aprono. Anche il regime delle precipitazioni meteoriche ha una notevole influenza sul concrezionamento nei gessi, come è stato dimostrato nei decenni passati in particolare in aree sub-aride quali il Nuovo Messico, la Patagonia e Sorbas.