BRUNO ALBERTI, 1937-2020

Alberti jr., xx.
II 2020, anno che passerà alla storia per le cronache nefaste legate alla pandemia Covid19, si è portato via un altro vecchio speleologo, Bruno Alberti. Nato a Trieste il 26 ottobre 1937, da famiglia di speleologi dell’Alpina delle Giulie (suo padre Bruno sr. e lo zio Giordano vi erano entrati nel 1926 e rimasti sino al 1954) ha chiuso la sua esistenza terrena il 27 ottobre 2020, un giorno dopo aver compiuto 83 anni.
Il giovane Alberti entrerà, al seguito del padre, a fare attività con la Commissione Grotte “E. Boegan” nel 1953, diventandone membro l’anno successivo. Per un biennio compirà esplorazioni e rilievi, assieme al padre, sia sul Carso che in Friuli (soprattutto nella zona di Pradis di Clauzetto).
Uscitone nel 1955, per qualche anno farà sporadica attività con vari sodalizi, sino ad approdare negli anni ’70 alla XXX Ottobre, con il cui Gruppo Grotte opererà sia sul Canin (recupero all’Abisso Prez, 884 Fr) che in Carnia (esplorazioni speleo sub al Fontanon di RiuNeri, 114 Fr).
Dal 1976 è attivo nel Soccorso Speleologico (recupero di un infortunato al Meandro soffiante del Col delle Erbe, 816 Fr), struttura in cui nel 1980 è nominato vice caposquadra nel Secondo Gruppo (Friuli Venezia Giulia); in questa veste organizza manovre nella Grotta dei Cacciatori, 97 VG, e nell’abisso Silvano Zulla, 3873 VG.
Chiamato nel 1982 a dirigere il Soccorso Speleologico del II Gruppo, dedica tutte le sue energie alla razionalizzazione dell’operatività degli interventi, pianificando i contatti con la nascente Protezione Civile (mantenendo però con la stessa un rapporto paritetico) e soprattutto coinvolgendo il servizio elicotteri militare, fondamentale per una rapida ospedalizzazione dell’infortunato.
La sua capacità organizzativa ha avuto modo di estrinsecarsi in pieno in occasione del IV Convegno Nazionale del Soccorso Speleologico, manifestazione svoltasi a Trieste ai primi di novembre 1984. All’evento erano presenti 210 speleologi provenienti da tutt’ltalia nonché delegazioni dall’Ungheria, Jugoslavia, Polonia, Francia e Belgio. Per l’acquartieramento delle due centinaia di Volontari, e per gli spostamenti degli stessi alle località in cui si sarebbero svolte le manovre, Alberti aveva coinvolto l’Esercito Italiano che aveva quindi messo a disposizione gli automezzi e il materiale di casermaggio necessari. L’esito del Convegno, costato oltre 140 milioni di Lire (e ripianato con fatica negli esercizi successivi), è visibile sugli ‘Atti’ dello stesso in cui, oltre alle sedici relazioni tecniche lette e discusse nel corso delle varie sedute, sono riportati i verbali delle Tavole Rotonde dedicate al Soccorso speleo subacqueo e agli interventi medici nelle operazioni di soccorso. Tavole Rotonde che hanno portato alla costituzione, nell’ambito del Soccorso Speleologico, di una Commissione Nazionale Speleosubacquea e di una Commissione Medica Nazionale.

Dopo l’esperienza del Soccorso Bruno Alberti si è ritirato a vita privata. Se il suo contributo nel campo speleologico si può dire sia stato in linea con quello degli speleo attivi in quel periodo, nel settore del Soccorso si può senz’altro affermare che gli anni ’80 del secolo passato sono stati caratterizzati anche dalla sua presenza.
Pino Guidi