SISTEMA AUSTRIACO SUPERNOVA – GINEPRI

SuperNova (foto G. Scrigna)

A fine 2014, mi è venuta la curiosità di andare a rivedere la zona di Campo Sacro per cercare il collegamento tra le grotte Ma­estro, SuperNova e Austriaco (questa già collegata al pozzo dei Dimenticati).

L’idea mi è venuta leggendo un vecchio articolo su progressione a firma di G. Zanini. L’autore concentrava l’attenzione sull’effetti­va comunicazione tra le grotte. La prova era stata fatta facendo uno studio sulla circo­lazione dell’aria. Con dei traccianti odorosi, immessi all’Austriaco (363/853VG) aveva avvertito il profumo dapprima alla grotta dei Ginepri (5219/5786VG) poi alla Maestro (4168/5300VG) e infine guardando un po’ più distante (oltre l’autostrada) anche all’abisso del Labirinto e ad un’altra cavità minore li vi­cino. Dopo questa lettura, a distanza di anni mi sono deciso di andare a verificare dal vivo. Un nuovo giochetto da fare in Carso, i po­meriggi post lavoro. Il primo passo per avere le idee chiare è stato rivedere tutte e tre le grotte singolar­mente per cercare qualche analogia tra la morfologia delle stesse. Poi ho iniziato as­sieme a Sebastiano e Cristina a ritopografarle con il distox e visualizzare il 3D sul pc in modo da vedere la volumetria nello spazio e non “schiacciata” su singole immagini. La prima in ordine di re survey è stata la SuperNova, dall’ingresso fino alla fine della galleria principale (ramo nuovo scoperto nel 2000), poi, una volta vista la quota prevalen­te della galleria, e la direzione, ci siamo spo­stati alla Maestro. Qui assieme a Guido abbiamo fatto solo una parte, fermandoci in fondo alla galleria oltre il pozzo interno (P.45). In un primo mo­mento mi sembrava sufficiente ma studian­do meglio nel dettaglio mi sono accorto che meritava vederla più nello specifico. Poi per vari motivi non sono riuscito a ritornarci per ultimare il rilievo. Peccato. Sarebbe stato un lavoro com­pleto.

Panoramica complesso austriaco.

Per ultima, in ordine, siamo andati all’Au­striaco. Approfittando del secondo ingresso più comodo e diretto (pozzo dei Dimenticati) siamo giunti in breve al punto più importan­te. Ovvero seguendo il forte flusso d’aria (in entrata) abbiamo percorso la via nel ramo nuovo scoperto nel 2006 dalla AXXXO, rile­vando anche qui. Una volta sistemate le topografie al PC, sono risultate evidenti le due fratture princi­pali. La grotta del Maestro ha l’asse E-SSW mentre la SuperNova SW-ENE. Per poco queste non si incrociano. O meglio, il pro­babile punto d’unione è proprio sotto al ba­ratro dove si trova l’Austriaco. Piccole pareti a gradini e fianchi ripidi tra karren caratteriz­zano il luogo. La quota delle gallerie principali della Ma­estro e SuperNova è più o meno la stessa. Mentre in SuperNova la galleria si mantiene sempre uguale, alla Maestro è inclinata ver­so i pozzi ed è più evidente l’origine tettonica rispetto all’altra, dove è invece chiaramente visibile un vecchio livello fluviale. Morfologie e segni di livello sono estremamente evidenti in tutto il suo sviluppo.Nel rivedere la SuperNova, ho avuto la possibilità di esplorare un nuovo ramo situa­to circa a metà galleria, in parete, sopra la via del fondo, in prossimità del “nodo” prin­cipale tra le tre grotte. Per raggiungerlo è stato sufficiente arrampicare poco meno di dieci metri e imboc­care l’evidente finestra che si vedeva dalla base. Arrampicata libera, di facile accesso, facilitata dalle numerose colonnette e sta­lagmiti. Sinceramente mi faceva molto stra­no non fosse vista. Anche con luci più scarse si vede bene la forma rotonda proprio sopra al soffitto, a conferma di un vecchio livello freatico più alto rispetto alle più basse forme a buco di serratura della galleria principale. Il ramo è estremamente ricco di eccentriche e forme cristalline bianche. Un vero gioiello della natura che ci ha concesso questo re­galo! Il ramo nuovo ha uno sviluppo spaziale di oltre centoquaranta metri. Diverse le biforcazioni rispetto alla via principale, ma non sembrano esserci ul­teriori   possibilità  esplorative,   tranne   una strettoia a lato di una camera ricchissima di eccentriche bianche, che lascia immaginare un passaggio e un camino alto trenta metri in una sala laterale. Ma merita distruggere questo spettacolo per un egoismo esplora­tivo? Forse anche per pochi metri nuovi?? Questo è il motivo per cui ho scartato l’idea dello scavo.

             SuperNova (foto G. Scrigna)

Il lavoro alla Maestro non ha portato a nuove scoperte ma ha permesso di elabora­re nuove teorie. Dall’analisi dei rilievi emerge che la giunzione potrebbe essere nei camini finali. Questi presentano una struttura frano­sa e la sovrapposizione 3D con l’Austriaco fa emergere la loro impostazione sulle stes­se fratture dei pozzi finali di quest’ultimo. Si tratta di pozzi con frane pensili e con una morfologia molto simile… Le poligonali se­gnano pochi metri di distanza. Anche la loro corrispondenza con le medesime strutture del baratro esterno fa immaginare che si tratti della stessa grotta. La circolazione d’aria è compatibile, in aspirazione all’Austriaco e soffiante alla Maestro, SuperNova e Gine­pri. Meriterebbe fare una prova con l’ARVA e poi provare a scavare dall’alto. Il lavoro non sembra complicato.

Per quanto riguarda la giunzione con la SuperNova, questa potrebbe essere in pro­fondità, nel ramo verso il fondo, in uno dei pozzi finali. La temperatura dell’aria in usci­ta è più alta rispetto a quella delle grotte vicine, e molto più deciso il flusso all’ingres­so. Caratteristica che fa pensare ci possano essere ancora dei rami sconosciuti con un ulteriore sviluppo.

                   Ginepri pianta

La frattura principale dei pozzi terminali che portano alla massima profondità, è sempre la stessa dell’Austria­co. Sempre sotto alla dolina. Probabilmen­te la giunzione è lungo questa frattura, ma a quote diverse. In conclusione possiamo quindi ipotizzare un collegamento tra Austriaco e Maestro e poi tra Maestro e Su­pernova nella zona dei pozzi finali, sotto alla caverna. La grotta dei Ginepri invece è dall’e­stremità opposta della frattura della Mae­stro. Esattamente a monte rispetto alla via dei pozzi interni. Anche qui l’immagine 3D evidenzia la possibilità che i Ginepri entrino nella Maestro nella galleria a monte alla base del secondo pozzo (p30). La grotta era stata esplorata negli anni ’90 sempre dai Vecchi della CGEB e poi abbandonata. La cavi­tà fino a -10 è una semplice grotticcella a saltini e strettoie che termina in una piccola saletta con bellissime forme di calcite asso-miglianti a dei candelabri. Da questa stanza è stato intrapreso un grosso scavo (prime esplorazioni) per allargare una fessura (ora comodo cunicolo) che termina alla partenza di un pozzo di dieci metri tra blocchi di frana. La parete di sinistra è tra grossi blocchi, la destra in parete compatta. Da questo punto in avanti la cavità è caratterizzata da questa morfologia. I vecchi esploratori si erano fermati su uno sprofondamento occluso da un grosso masso incastrato e poca circolazione d’aria. Unica certezza era la comunicazione tramite sostanze odorose con la vicina Maestro. Con non poca difficoltà ed un po’ di rischio, sono riuscito a superare la strettoia ed entrare nel­la frana, oltre la quale l’ambiente diventa più grande e allo stesso tempo più complesso rendendo difficile cercare la prosecuzione. L’aria non è più evidente, anche con prove fatte col ventilatore (sistemato all’ingresso della grotta) rispetto alla prima strettoia a -5 e alla partenza del secondo pozzo. Proba­bilmente filtra via tra i blocchi. Essendo un ambiente separato in diversi punti da maci­gni, ripiani e concrezioni, quello che per noi risulta scomodo da superare in realtà è mol­to vasto e sufficiente per perdere la via. Dopo aver rilevato la parte nuova, non ho più potuto ritornare con costanza a fare nuove indagini anche se alla SuperNova ho an­cora effettuato un’arrampicata in fondo alla grande galleria per cercare di by passarne la fine, ma senza successo. Solo una grande nicchia e tante belle concrezioni. All’Austriaco dopo l’uscita della poligo­nale, che ha permesso di individuare il pun­to in cui sparisce l’aria, abbiamo iniziato un piccolo scavo sul fondo, raggiungendo una piccola stanzetta. Sarebbe da tornare con l’ARVA per trovare il segno opposto alla Ma­estro. Purtroppo all’inizio del 2019, l’ingres­so della grotta del Maestro, è franato. Ha collassato l’imbocco dove era posizionata la botola e tutt’attorno si è creata una voragine riempiendo la prima stanza alla partenza del pozzo interno (P30). Il collegamento tra Ginepri e Austriaco sembra più fattibile ma comunque non ba­nale. Sicuramente un piccolo passo avanti nel­la conoscenza di queste grotte è stato fatto, aprendo nel contempo nuove possibilità per prossimi volenterosi esploratori.

Gianni Cergol

                                           Ginepri sezione