Acque sotterranee del Carso

Nuove ricerche

Pubblicato sul n. 64 di PROGRESSIONE

Lo scorso autunno sono stati effettuati due tracciamenti con fluoresceina nella Grotta di S. Canziano e nella Grotta di Kanjaduce, esperimenti che s’inquadrano nel complesso di ricerche sulla circolazione sotterranea del Carso avviato all’inizio del 2014 dal dott. Fabio Gemiti e da Mario Galli con il monitoraggio degli sbocchi costieri e del lago di Doberdò, in occasione di alcune grandi piene. Successivamente vi hanno aderito il Dipartimento di Matematica e Geoscienze dell’Università di Trieste nella persona del dott. Luca Zini con il prezioso apporto della propria strumentazione e fino al 2016 l’Acegas Aps Amga per le analisi chimiche di laboratorio. Quindi il Gruppo Speleologico Monfalconese, il Gruppo Talpe del Carso e la Società di Studi Carsici A.F. Lindner per le indagini nel settore nord-occidentale dell’altopiano, il Geološki Zavod di Lubiana per le campionature nel bacino di Brestovizza, la Società Adriatica di Speleologia, il Jamarski Odsek SPDT, il Jamarsko Društvo Sežana, il Club Alpinistico Triestino, il Park Škocjanske Jame e l’Inštitut za Raziskovanje Krasa di Postumia per le ricerche nel bacino della Reka. Nell’ambito di queste ultime, le osservazioni idrologiche e le indagini idrochimiche sono state integrate da alcuni interessanti esperimenti di marcatura, dei quali la SAS ha sostenuto l’onere operativo maggiore.

Il 4 ottobre 2015 il tracciante è stato immesso nella Jama Sežanske Reke (1/2 kg di fluoresceina) accertando il collegamento con la vicina Grotta di Trebiciano ed evidenziando le basse velocità di traslazione delle acque sotterranee in regime di magra (quattro giorni per un percorso di un chilometro in linea d’aria fra gli imbocchi delle due cavità). Il 15 ottobre 2016 il tracciante è stato versato nell’alveo della Reka (5 kg di fluoresceina) sette chilometri a monte della Grotta di S. Canziano, nel punto idrovoro di Gornje Vreme che assorbiva completamente il corso del fiume. Il tracciante ha raggiunto le risorgive del Timavo e le sorgenti di Aurisina dopo 40 giorni, mentre i campionamenti giornalieri nella Grotta di Trebiciano hanno sempre avuto un esito negativo.

Infine il 23 ottobre 2017 è stata marcata la Reka all’interno della Grotta di S. Canziano (5 kg di fluoresceina) nella fase di esaurimento di una piccola piena. L’esperimento si può considerare innovativo per la lunga fase preparatoria di indagini ed analisi idrologiche svolte dal gruppo di lavoro: correlazioni portate-livelli della Reka a S. Canziano durante le piene autunnali, curve di esaurimento e rette di regressione delle piene della Reka, correlazioni livelli-portate e portate-conducibilità nella Grotta di Trebiciano, comparazione tra i dati pluviometrici sul Carso e sul bacino della Reka (9 stazioni) e le portate a Cerkvenikov Mlin, calcolo della velocità di propagazione dell’onda di piena e dei volumi d’acqua spostata nel tratto S. Canziano-Trebiciano, calcolo dei tempi di percorrenza e della velocità apparente di deflusso con le diverse portate, relazione tra portata della Reka, solidi sospesi e torbidità, calcolo dell’interferenza della torbidità dell’acqua sulle misure fluorimetriche. Tali analisi saranno di fondamentale importanza per l’interpretazione quantitativa dei dati della marcatura ed il loro corretto inquadramento nel contesto idrologico del momento. Nella fase preparatoria si sono effettuate misure di portata nelle grotte di Kanjaduce e di Trebiciano mediante il metodo chimico per diluizione di un tracciante; in queste due grotte sono stati sistemati fluorimetri automatici per il monitoraggio in continuo del tracciamento. Durante l’esecuzione dell’esperimento la direzione dei bacini artificiali Molja-Klivnik (Ilirska Bistrica) ha provveduto al rilascio nella Reka dell’acqua necessaria a garantire una portata minima di 3,5 mc/s alla stazione idrometrica del mulino di Cerkvenik.

La fluoresceina ha impiegato quattro giorni per raggiungere nella massima concentrazione la Grotta di Kanjaduce ed altri otto per la prima comparsa nella Grotta di Trebiciano; la cresta dell’onda marcata è transitata dopo altri due giorni, sospinta dalla piena nel frattempo sopraggiunta nella Grotta di San Canziano, evento che ha però impedito un corretto calcolo della concentrazione e della quantità di tracciante transitata.

Con l’organizzazione di monitoraggio ancora in atto, il 19 novembre è stato immesso un kg di fluoresceina nella Grotta di Kanjaduce, tracciante che è transitato dopo due giorni nella Jama Sežanske Reke – controllata con discese giornaliere al suo fondo – ed il terzo giorno nella Grotta di Trebiciano, con il massimo della concentrazione il 23 novembre.

La Commissione Grotte E. Boegan non aveva potuto inizialmente prendere parte alla campagna di indagini per l’impossibilità di accedere alla Grotta Lazzaro Jerko causa l’opposizione di una proprietaria del fondo. Nella totale indifferenza di chi doveva effettuare le ricerche e delle istituzioni che dovevano garantirle, era rimasta pertanto inutilizzata questa importantissima finestra naturale sulla circolazione sotterranea, aperta con un grandioso lavoro di scavo che ha rappresentato nella lunga storia della Commissione la sua più importante realizzazione sul Carso triestino. Soltanto di recente, in tempo per partecipare agli esperimenti di marcatura effettuati nel 2017, la nuova dirigenza della CGEB è riuscita a stabilire positivi contatti con i proprietari e ad ottenere una saltuaria disponibilità della grotta per le osservazioni scientifiche. E’ stato in tal modo possibile sistemare nel corso sotterraneo una sonda multiparametrica ed i fluorocaptori, sia pure a prezzo del disagevole superamento del cunicolo finale pieno di acqua fangosa; il loro recupero ha richiesto però un’imprevista immersione in apnea e in costume adamitico a causa dell’aumentato livello dell’acqua nella caverna.

Nella campionatura del 24 novembre è stata accertata la presenza della fluoresceina, ma sarà opportuno prevedere la sistemazione di un fluorimetro automatico anche in questa grotta nell’eventualità di un futuro nuovo esperimento di marcatura, allo scopo di verificare se si tratti di un corso sotterraneo unico passante per Trebiciano oppure di un reticolo di gallerie con una provenienza più diretta dalla Grotta di S. Canziano. Per la sicurezza degli strumenti e per rendere meno malagevole il passaggio nel cunicolo finale sarebbero necessari lavori di scavo di notevole impegno con numerose discese nella cavità, ma per il momento la possibilità di accedervi rimane soggetta alle rigide limitazioni imposte dai proprietari.

Mario Galli