Con gli astronauti alla Grotta della Cucchiara

Un briefing tra l’astronauta Luca Parmitano e il resto del team. Credit: ESA/Natalino Russo

Forse nel 2017, come mai in altri anni, a Sciacca, dentro il monte Kronio, qualcosa è cambiato: la speleologia si è fusa con la tecnologia avanzata e ha messo nel mixer anche l’esplorazione spaziale … gli elementi fondamentali del programma “Esa_caves” dell’Agenzia Spaziale Europea. Durante il fine settimana del 19-21 maggio 2017, un team composto da membri del “progetto Kronio” (CGEB e LaVenta), con i ragazzi della società di Flyability e con l’importante partecipazione dell’astronauta dell’ESA, l’italiano Luca Parmitano, hanno aggiunto un altro piccolo tassello alla geografia sotterranea della Grotta della Cucchiara a Sciacca (AG). La particolarità delle Stufe di San Calogero e delle grotte limitrofe, sappiamo essere sicuramente l’ambiente estremamente ostile, temperature altissime ove è obiettivamente difficile realizzare una esplorazione “umana”. Per questo, si è andati a cercare un drone: un drone Flyability dotato di gimball, che ha urtato deliberatamente sui muri dell’impressionante “pozzo Trieste” per imparare a navigare e per mappare le zone troppo pericolose per gli umani. L’esplorazione delle grotte con droni probabilmente porterà molte novità nel breve periodo, in quanto le agenzie spaziali mondiali stanno sperimentando droni in grado di esplorare cavità sotterranee, importantissime quando l’umanità compirà il balzo verso Marte, che con i suoi tubi di lava potrà ospitare i primi uomini, ma tutto fa pensare che il primo esploratore delle grotte di Marte sarà un drone.

Questa mini-spedizione ha applicato anche una nuova metodologia d’approccio alle esplorazioni a Sciacca con briefing continui, massa di documenti in disponibilità, test su attrezzature, tecniche e metodi di lavoro, nulla d’improvvisato (per quanto possibile) e nulla lasciato al caso. Sicuramente la presenza di Luca Parmitano, in qualità di tester dell’estensione del modulo ”AVA Cooperative Adventure for Valuing and Exercising” di ESA ha indotto ad applicare rigorose metodologie d’approccio alle grotte. Luca ha prelevato campioni geologici e provato un nuovo modo di sondare gli spazi difficili da raggiungere.

Nelle fasi attive della spedizione, il drone equipaggiato con una telecamera termica è stato spedito nella bocca del mostro (Pozzo Trieste) a sondare eventuali anomalie termiche e ricercare finestre inesplorate lungo le pareti, che peraltro sono state trovate ed attendono quindi un’indagine diretta umana. Sono stati effettuati prelievi di materiale geologico, il tutto è stato documentato con splendide foto e video di qualità, che sono stati successivamente mandati in onda anche via TV a distribuzione nazionale (SkyTG 24). La breve spedizione si è poi conclusa con una conferenza sull’uso di nuove tecnologie per l’esplorazione sotterranea e la ricerca scientifica di ambienti estremi, presso l’Università di Palermo in Sicilia.

Per la CGEB hanno partecipato Davide Crevatin e Max Fabi.

Riccardo Corazzi

L’astronauta Luca Parmitano e il team Flyability/LaVenta/CGEB fanno volare il drone nella Grotta Cucchiara. Credit: ESA/Natalino Russo