VOLUME XLVI – 2016
BARBARA GRILLO, CARLA BRAITENBERG: MONITORAGGIO DELLE ACQUE DI FONDO DEL BUS DE LA GENZIANA (PIAN CANSIGLIO, NORD-EST ITALIA)
Vengono presentati i risultati del monitoraggio delle acque di fondo del Bus de la Genziana (1000VTV) eseguito da marzo 2013 a dicembre 2014. Si tratta di un sifone ubicato a 587 m di profondità, a carattere tendenzialmente pensile. Il livello delle acque si è alzato con un andamento di tipo impulsivo mediamente di 4-5 metri con pochi millimetri di pioggia: ha raggiunto in una occasione i 27 metri e altre due volte ha superato i 50 metri con precipitazioni abbondanti di durata di alcuni giorni. Vi è inoltre una relazione diretta tra i segnali impulsivi registrati dai pendoli geodetici installati a 25 m di profondità e gli innalzamenti di acqua nel sifone. Misurando conducibilità e temperatura si nota come localmente può essere interessato da mescolamenti di acque di neoinfi ltrazione, che sono comunque molto veloci come innesco, meno come defl usso, per ragioni prevalentemente riconducibili al gradiente idraulico. Questo tipo di dinamica permette di comprendere come i circuiti idrici ipogei siano altamente conduttivi, come già ipotizzato dalle registrazioni clinometriche, e di ampliare la conoscenza della complessa idrogeologia del Cansiglio.
FABIO FERESIN, AUGUSTO DIQUAL, ANTONIO GIACOMIN: THE GALLERIES OF PALMANOVA(Friuli-Venezia Giulia, NE Italy)
“Atti e Memorie” propone in versione integrale in lingua inglese, con abstract anche in italiano, il lavoro sulle esplorazioni e rilievi nelle gallerie della fortezza veneziana di Palmanova, presentato da Augusto Diqual, Fabio Feresin ed Antonio Giacomin, soci della Commissione Grotte Eugenio Boegan – S.A.G. Sez. C.A.I. di Trieste, al 1° Congresso Internazionale di Speleologia in Cavità Artificiali »HYPOGEA 2015«. Il contributo è presente nei ponderosi Atti del convegno, citati in bibliografia. 122 partecipanti fra autori e coautori in rappresentanza di 13 paesi, tre giorni di lavori, presentazione in inglese di 66 contributi nella sede romana del CNR: questi i numeri del congresso svoltosi a Roma dall’ 11 al 13 marzo, che danno un’idea dello sforzo logistico delle associazioni A.S.S.O., EGERIA Centro Ricerche Sotterranee e ROMA SOTTERRANEA, associatesi in HYPOGEA Ricerca e Valorizzazione Cavità Artificiali (www.hypogea.it) organizzatrici dell’evento.
GIOVANNI BADINO: IL VENTO IPOGEO:UNA STORIA DELLE PRIME OSSERVAZIONI “Questo, chi move? Non è quaggiù ogni vapore spento?..”
Una serie di coincidenze ha portato alla “scoperta” di citazioni riguardanti alla presenza di correnti d’aria e in miniera nei secoli passati. In particolare Agricola nel suo De Re Metallica descrive accuratamente, senza interpretarle, le correnti d’aria in miniera, mentre nel XVII secolo Kircher ed Herbinius descrivono quelle che fuoriescono da una serie di grotte sul “Monte Eolio), nell’Italia Centrale e ne tentano fantasiose interpretazioni in un quadro di fisica aristotelica. Solo a metà del XVIII secolo il naturalista russo Lomonosov riprende queste citazioni e ne interpreta correttamente il motivo.
JOHANNES MATTES: EARLY EFFORTS IN THE MUSEALIZATION OF CAVE RESEARCH – EXEMPLIFIED BY THE
SPELEOLOGICAL MUSEUM IN LINZ (1912–1917)
Le recenti realizzazioni museali delle scoperte e delle ricerche nel campo della speleologia mondiale viste analizzando lo storico esempio del Museo Speleologico di Linz (1912-1917) In contrasto con l’elevatissimo numero di manifestazioni, mostre e convegni di speleologia che si susseguono in ambito internazionale, i veri ruoli e gli aspetti più importanti della musealizzazione speleologica sono ancora poco conosciuti e studiati; mai è stato affrontato il problema da un punto di vista epistemologico trascurando anche quelle che possono essere le implicazioni sociali ed il confronto con il pubblico. Il processo di musealizzazione di questo vasto, sconosciuto campo della ricerca ha inizio in un momento che può essere collocato agli inizi del Novecento con propositi che eccedevano la semplice informazione. Per i visitatori interessati, le esposizioni museali illustravano i progressi dell’esplorazione del sottosuolo ed i risultati scientifi ci delle nuove scoperte. Allo stesso tempo per gli speleologi i musei divennero centri di raccolta, di riferimento e di identità ma stranamente i musei speleologici, così come impostati all’epoca, esistettero solamente per qualche anno. Si verificavano conflitti di ordine istituzionale e scientifi co che avevano un effetto negativo sulle collezioni dei musei e sulla conservazione e la spettanza dei reperti il che portò presto alla loro incorporazione in istituzioni maggiormente stabili e concretamente protette. Qualcosa resistette e nell’articolo l’autore tratta della fondazione nel 1912 di uno dei primi musei speleologici del mondo a Linz (alta Austria), museo che si proponeva di fi nanziare le ricognizioni nel sottosuolo come “sistematica disciplina scientifi ca”. Il museo fu insediato all’interno di una fortezza sul colle di Pöstlingberg presso Linz ed organizzato con diverse sale espositive comprendenti modelli di cavità, acquario, equipaggiamenti dell’epoca. La struttura resistette autonomamente per alcuni anni e nel 1917 fu integrata nel Museo Francisco-Carolinum di Linz.
PINO GUIDI – ELIO POLLI: CARLO ZIRNICH ED IL SUO CONTRIBUTO ALLA SPELEOBOTANICA
Carlo Zirnich and his studies on the cave botany The botanist Carlo Zirnich (the Italian version of the surname is Ziri) was born in Pirano/Piran in 1885 and died in Gorizia in 1978. He was active from 1900 until 1968 and in this long period of time he collected an herbarium of more than 30.000 plants found in Friuli-Venezia Giulia, Slovenia and Croatia and now preserved in the natural history museum of Trieste. The present paper deals with his studies on the plants living at the entrance of the karstic caves.
MARIO PARISE, GIANNI CAMPANELLA, FRANCESCO LOVERGINE, GAETANO PROIETTO, GIAMPAOLO PINTO: LA GROTTA DI ABATE EUSTASIO (PU 1789) NEL CONTESTO DELL’AREA CARSICA DI LARGO PORTA GRANDE A CASTELLANA-GROTTE (MURGE, PUGLIA)
La recente scoperta di una nuova cavità nella zona di Largo Porta Grande a Castellana-Grotte (Murge Basse, Puglia) consente di rivisitare i caratteri carsici di quella che è la zona topografi camente più depressa del territorio castellanese, anche alla luce della storia dei rapporti tra uomo ed eventi naturali in ambiente carsico. Largo Porta Grande ha una lunga storia di eventi alluvionali, che resero necessaria, a seguito di diverse catastrofi naturali, anche con vittime, la realizzazione di opere di ingegneria idraulica, finalizzate alla mitigazione del rischio idraulico. Nel 2011 la scoperta della grotta di Abate Eustasio ha ulteriormente dimostrato la ricchezza carsica del sottosuolo in questa zona, per di più evidenziata dai recenti dati di esplorazione della Voragine del Canalone. L’insieme di tale materiale documentario evidenzia, da un lato, la possibilità di ulteriori esplorazioni e, dall’altro, la necessità di tenere in debito conto la fragilità del territorio carsico in qualunque azione di pianifi cazione territoriale che si progetti e/o intenda realizzare nell’area. Questi aspetti risultano però alquanto in contrasto con l’ipotesi, a nostro avviso non realizzabile, né tantomeno utile alla comunità, della proposta di turisticizzazione della grotta di Abate Eustasio.
BENEDET M., LENAZ D., MERLAK E., VELICOGNA M.: CARATTERIZZAZIONE DELLE CONCREZIONI QUARZOSE DI CINQUE GIACIMENTI DEL CARSO CLASSICO PRESSO TRIESTE.
Characterization of quartz-rich concretions in caves and quarries of the Trieste Karst. Five deposits of quartz-rich concretions in caves and quarries of the Trieste Karst have been carried out by X-ray powder diffraction, sedimentological and micromorphological analyses. They are mainly constituted by sandy-size quartz. The morphology and the size of the concretions can be very different. It is possible that these concretions are due to the deposit of sandy quartz material in the caves by means of high-energy water. Successively a carbonate cement permeated them.
DOMAGOJ KORAIS, CARLA BRAITENBERG, GIORGIO PORETTI, TOMMASO PIVETTA.: MISURAZIONI DI GRAVITÀ E RELATIVA ANALISI DATI DELLA “GROTTA IMPOSSIBILE” – CARSO TRIESTINO
Durante i lavori per la Grande Viabilità Triestina, effettuati a novembre 2004 nei pressi di Basovizza, furono scoperte varie cavità naturali. Una di queste diventerà, dopo una lunga esplorazione ad opera dei gruppi speleologici triestini, la Grotta Impossibile. Scopo di questo lavoro è di ideare e condurre una campagna di misurazioni gravimetriche nella zona sovrastante la cavità per rivelarne l’anomalia gravitazionale, al fine di determinarne nuove prosecuzioni non ancora scoperte. I risultati ottenuti ci portano a escludere la possibilità che ci sia una prosecuzione della grotta di dimensioni paragonabili alla caverna principale nella zona presa in esame, in quanto vi è un ottimo accordo tra valori simulati e misure sperimentali. È stata inoltre verificata la presenza di una variazione crescente del campo gravitazionale pari a 0.00184·10−5 m/s2 per metro in direzione nord, imputabile a molteplici sorgenti che portano ad una variazione laterale di densità.