Giuseppe Springer

 

GIUSEPPE SPRINGER – Trieste 17.11.1876 – Trieste 29.11.1965

Testo di: Conci Cesare, 1972: Giuseppe Spinger (1876-1965), Natura – Soc. It. Sc. Nat., Museo Civ. St. Nat., Milano, 63 (4): 408-411, Milano dic. 1972
Giuseppe Springer ebbe per molti decenni, nella prima metà di questo secolo [il XX, n.d.r.] un posto di rilievo nel gruppo di entomologi giuliani, allora fiorentissimo.
Nato a Trieste il 17 novembre 1876, vi frequentò le scuole secondarie. Conseguita la laurea in medicina all’Università di Graz nel 1903, si specializzò in odontoiatria all’Università di Vienna, frequentando poi un altro corso di specializzazione a Filadelfia. A Trieste esercitò la professione di dentista per tutta la vita, con scrupolo ed abilità: alcuni suoi affezionati clienti ricorrevano alle sue cure anche quando aveva di parecchio superato gli ottant’anni. Sposatosi nel 1908, ebbe quattro figli. Morì a Trieste il 29 novembre 1965, a 89 anni.
Di carattere aperto e franco, facile alla battuta scherzosa, si era guadagnato ampie simpatie e sincere amicizie.
In aggiunta al lavoro professionale, si occupò fin da giovane di Coleotteri, di cui fu appassionato raccoglitore e distinto specialista. La figlia Sig.na Magda m ricordava che appena sposato si faceva accompagnare dalla giovane moglie, e poi anche dai figli, in tutte le gite e grotte, alla ricerca di esemplari.
In quei tempi fioriva a Trieste un gruppo di ottimi entomologi, prevalentemente tassonomi, imperniato intorno ai classici nomi di Arturo Schatzmayr e di Giuseppe Müller, ed al quale appartenevano, tra gli altri, Bruno Finzi, Edoardo Gridelli, Carlo Lona e Giuseppe Messa. La scuola entomologica triestina aveva in Italia un posto brillantissimo e l’amicizia e l’emulazione trai vari studiosi contribuivano a svilupparla sempre di più.
Springer si era specializzato in un gruppo molto interessante ma assai difficile, quello dei Crisomelidi Alticini, di cui fu l’unico specialista italiano e, con Heikertinger, tra i pochissimi europei. Schivo per sua natura allo scrivere, non pubblicò alcun lavoro in campo sistematico, il che è un vero peccato; determinò invece moltissimo materiale per colleghi ed istituti. La sua ritrosia nello scrivere era estesa anche alla normale corrispondenza. Per avere di ritorno il materiale determinato bisognava di solito trovare il modo di farlo ritirare presso di lui, perché raramente provvedeva a spedirlo. Se qualche esemplare era di particolare interesse od anche ritenuto specie nuova, egli ne dava comunicazione estremamente concisa al proprietario, spesso scrivendo su piccoli pezzi di carta. Nella sua collezione vi sono diverse entità che portano l’indicazione “n. sp.”; alcune di queste sono state descritte solo recentemente da altri Autori, ad es. il Longitarsus zangherii, che Warchalowski ha descritto nel1968 (un paratipo di questa entità porta il seguente scritto: “E’ una buona specie nuova. L’ho già visto del Gran sasso”).
Un po’ alla volta il Nostro aveva radunato una splendida collezione di Coleotteri della Venezia Giulia (in senso geografico) e della Carnia, frutto di cacce accurate, protrattesi fino all’ultimo periodo della sua vita, per un lasso di tempo di oltre sessant’anni.
Detta collezione, per precisa volontà dei figli, fu ceduta ne 1967 al Museo Civico di Storia Naturale di Milano, che già conservava il prezioso materiale giuliano del Museo “Pietro Rossi” di Castel Duino, imperniato sulle raccolte di A. Schatzmayr e collaboratori.
La collezione Springer comprende circa 70.000 es., tutti perfettamente etichettati e conservati. In particolare ascrive oltre 15.000 Crisomelidi, 10.000 Curculionidi, altrettanti Carabidi, 7.000 Stafilinidi, 2.300 Cerambicidi, 2.000 Scarabeidi, 1.300 Scolitidi, ecc.. La massima parte del materiale è esattamente determinato, sia dallo stesso Springer, sia da G. Muller (ad esempio molti Carabidi, Ditiscidi, Stafilinidi, ecc.), da E. Gridelli (Stafilinidi, Tenebrionidi) e da C. Lona (Curculionidi). Diverso materiale della collezione Springer è citato da G. Müller nell’opera “I coleotteri della Venezia Giulia”, vol. I, 1926, e soprattutto nel II vol., 1949-1953. Nella collezione sono conservati alcuni paratipi, sia delle specie raccolte da Springer ed a lui dedicati, sia ottenuti per cambi.
La parte di maggior valore della collezione è naturalmente quella che riguarda gli Alticini: sono 40 scatole con circa 11.000 esemplari, comprendenti quasi tutte le specie italiane. Questa preziosa collezione specialistica è oggetto attualmente di approfondito studio da parte del nostro Conservatore per l’Entomologia, dott. Carlo Leonardi, che sta appunto specializzandosi in Alticini e che mi auguro possa idealmente continuare la tradizione di serietà e di competenza di Giuseppe Springer.