ALESSANDRO ROCCO (1947 – 2023)
Tratto dalla rivista Cronache Ipogee n.10 anno 2023 pag. 59
Alessandro Rocco, medico di chiara fama e uomo di grande generosità.
Alessandro Rocco era nato a Gorizia nel 1947 e si era laureato in medicina e chirurgia all’Università di Padova. Nei primi tempi aveva operato nell’Università patavina come stimato docente della sua facoltà. Ha poi continuato la sua carriera medica fin dagli anni ’70 presso l’ospedale di Gorizia, dove ha ricoperto diversi incarichi fino a raggiungere il ruolo di primario della divisione di Nefrologia dell’ospedale di via Vittorio Veneto. Il dottor Rocco era un medico di grande competenza e professionalità, sempre attento alle esigenze dei suoi pazienti. Era anche un uomo di grande umanità e disponibilità, sempre pronto ad aiutare chi ne aveva bisogno. Oltre alla sua attività professionale, il dottor Rocco è stato anche un attivo volontario della Croce Rossa Italiana. Ha dedicato gran parte della sua vita al servizio dei più bisognosi, impegnandosi in prima persona in numerose attività di soccorso e assistenza. Importante anche il suo impegno du-rante il terremoto in Friuli come ufficiale medico della Croce Rossa Italiana. A testimonianza dell’o-pera da lui prestata alle popolazioni colpite è stato insignito con la medaglia al valor civile.
Pochi sanno però che in gioventù aveva praticato il paracadutismo e anche la speleologia. Proprio per quest’ultima sua attività io ho un ricordo molto bello. Infatti, è proprio grazie a lui e al compianto Rinaldo Saunig, che nel 1968 avevo iniziato le mie esplorazioni sotterranee. Egli era uno dei soci più attivi, assieme al fratello Massimo, del Gruppo Speleologico Goriziano e con questi nuovi amici avevo iniziato a frequentare le grotte del nostro Carso. Grazie a loro avevo appreso la tecnica per scendere e salire sulle scalette che all’epoca erano il solo mezzo per affrontare le lunghe discese in grotta.
La sua scomparsa lascia un grande vuoto nella comunità di Gorizia e in tutti coloro che lo hanno conosciuto e apprezzato.
di Maurizio Tavagnutti