Ludovico Quarina

Vernasso di San Pietro al Natisone 1.12.1867 – Udine 4.10.1956

Quarina Lodovico, speleologo

Nacque il primo dicembre 1867 a Vernasso di San Pietro al Natisone, primogenito di otto figli, da Luigi, agricoltore, e da Maria Roviglio. Compì gli studi presso l’Ostituto tecnico di Udine dove si diplomò perito agrimensore-geometra; la su situazione economica lo costrinse ad abbandonare i luoghi natii per assumere incarichi di geometra presso il catasto. Trascorse alcuni anni in Sardegna per rilevare ed organizzare la struttura catastale dell’isola; venne poi trasferito prima in Toscana, dove si stabilì in Garfagnana, ed infine a Pesaro, dove assistette allo scoppio del primo conflitto mondiale. Ai primi del Novecento sposò Elisa Tescari, originaria di Luisiana nell’Altipiano di Asiago, che gli diede tre figli, Maria Ester e Mirco, che morì ventenne a Pesaro. Nel 1921 venne trasferito a Gorizia e nel 1924 a Udine, dove terminò il suo percorso lavorativo. I suoi impegni professionali non gli impedirono di dedicarsi ai suoi eclettici interessi: si occupò in gioventù di speleologia, incuriosito dai fenomeni carsici del territorio in cui aveva vissuto il primo periodo della sua vita(le Valli del Natisone); compì studi di agraria, di geologia, di toponomastica, di storia e di archeologia. Il suo promo lavoro venne pubblicato nel 1908 e riguardava la frana di Roccasoraggio, località nei pressi di Castelnuovo Garfagnana (Lucca), per poi proseguire con una serie di pubblicazioni inerenti il carsismo di quella regione (Le sorgenti del fiume Secchio. Studio geo-idrologico ed orografico, con carta dimostrativa del 1909 e Appunti di speleologia della Garfagnana del 1910), fino alla stesura di un testo sui fenomeni carsici dela repubblica di San Marino, che, edito nel 1916, venne scritto in collaborazione con Giovani Battista De Gasperi. Per “Mondo Sotterraneo”. Di speleologia, ma ancora pioneristica, si era già occupato nel lontano 1885 quando, in collaborazione con un altro studente, compì una esplorazione alla grotta di San Giovanni d’Antro (Pulfero).

Questa impresa venne ricordata da Achille Tellini nelle sue Peregrinazioni speleologiche.

Tra il 1914 ed il 1916 pubblicò su “Mondo Sotterraneo”, rivista del Circolo speleologico ed idrologico friulano di Udine, alcuni interventi descrittivi sul fenomeno carsico sempre della Repubblica di San Marino e della vicina Emilia (I Laghi del Monte Carpegna; Fenomeni carsici nei gessi di Orferno; La grotta di Bando nel Monte Titano). Nel corso degli anni collaborò con le più importanti riviste locali, come “Ce fast?” della Società filologica friulana, dove nel 1943 venne pubblicata la sua più importante monografia Castellieri e tombe a tumulo in Provincia di Udine, che raccoglie la descrizione ed il rilievo di sedici castellieri e di 314 tombe a tumulo esistenti nel territorio provinciale e che le verifiche fatte con le attuali tecniche di ripresa aerea hanno confermato nella loro precisione. Comparvero anche una breve nota sulla raccolta onomastica della Società filologica friulana nel 1940, note sulla storia del granoturco in Friuli nel 1941, sui castelli della Val Natisone nel 1950 e sulla grotta di San Giovanni d’Antro nel 1952. Collaborò inoltre con la Società alpina friulana e la rivista “In Alto”, dove uscì una nota sui fenomeni carsici delle Valli del Natisone nel 1939; con l’Accademia di scienze, letteratura ed arti di Udine, della quale risulta socio dal 1935; con l’Istituto Geografico Militare, per il quale pubblicò alcuni brevi interventi, e con l’Istituto storico e di cultura dell’arma del genio, sul cui Bollettino uscì nel 1941 la ricerca sulle Vie romane in Friuli, dove Q. elenca e descrive le sette vie consolari con percorso, storia ed identificazione dei cippi e iscrizioni ancora esistenti, il tutto accompagnato da una minuziosa mappa esplicativa. Nel 1930 venne chiamato a far parte della sottosezione toponomastica del Comitato Scientifico del CAI presieduto da Ardito Desio. A lui si rivolse (1938) F. Anelli dell’Ist. It. di Speleologia per avere informazioni su nuove grotte nelle Valli del Natisone.

Umberto Sello

Nuovo Liruti, 3/IV: 2940-2943

Ludovico Quarina; speleologo e pioniere nel campo della protostoria del Friuli

Già nei numeri precedenti della nostra rivista abbiamo parlato di speleologi e studiosi, più o meno conosciuti, che a Gorizia avevano trovato residenza ed il luogo ideale per le loro ricerche. Uomini e ricercatori senz’altro di primissima eccellenza nelle loro materie, poco si sa invece di una personalità poco conosciuta, che per un periodo ha avuto comunque residenza nella nostra città, lo speleologo Ludovico Quarina di cui proprio quest’anno ricorre il 60° anniversario della morte. Nato a Vernasso (S. Pietro al Natisone) nel 1857 da una famiglia di agricoltori, compie gli studi come geometra agrimensore e presto trova impiego al Catasto. Il lavoro lo costringe a spostarsi in giro per l’Italia (Sardegna, Toscana, Marche) e nei diversi luoghi di residenza si occupa degli argomenti che lo appassionano, pubblicando diversi articoli di carattere scientifico su temi riguardanti l’agricoltura, la geologia, la speleologia; compie inoltre rilievi topografici di grotte dando avvio a studi scientifici. Alla fine della prima guerra mondiale rientra in Friuli, stabilendosi prima a Gorizia poi, dal 1924, a Udine, dove comincia un imponente lavoro di censimento, rilevamento di strutture e raccolta sia di studi antecedenti sia di fonti locali, che affiderà a quaderni, ora custoditi nella Biblioteca Civica di Udine, da cui trarrà gli scritti da dare alle stampe. La toponomastica, la storia e l’archeologia saranno gli argomenti al centro della sua attenzione tra il 1938 e il 1940. In quegli anni visita, raccoglie documentazione, identifica 16 castellieri e rileva 314 presunti tumuli, giungendo alla conclusione che solo 27 siano di epoca preromana. Propone anche una classificazione dei villaggi arginati secondo la forma o la collocazione. Il censimento da lui effettuato non è stato sostanzialmente modificato e l’esattezza e la resa dei suoi rilievi vengono ancora oggi apprezzate.

Come si vede, nonostante i suoi molteplici impegni professionali, egli non abbandona la sua passione e decide ugualmente di dedicarsi ai suoi molteplici interessi: speleologia, agraria, geologia, toponomastica, storia e archeologia. Già nel 1885 compì una esplorazione nella Grotta d’Antro, impresa che venne ricordata da Achille Tellini nelle sue “Pellegrinazioni speleologiche”. In Toscana pubblicò alcuni studi sulla speleologia e l’idrografia della Garfagnana, più tardi sui fenomeni carsici della repubblica di San Marino e dell’Emilia.

Nel corso degli anni, Quarina pubblicò nella rivista della Filologica friulana “Ce fastu?” numerosi studi storici e scientifici: “Castellieri e tombe a tumulo in Provincia di Udine” (1943), una breve nota sulla raccolta onomastica della Filologica (1940), note sulla storia del granoturco in Friuli (1941) sui castelli della Val Natisone (1950) e la Grotta di San Giovanni d’Antro (1952). Per la rivista della Società alpina friulana “In Alto” scrisse alcune note sui fenomeni carsici delle Valli del Natisone.

BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE:

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  • Archeologico Nazionale di Cividale del Friuli. Studi e ricerche di protostoria mediterranea, Roma 2006.

Tratto da: Maurizio Tavagnutti – Sopra e sotto il Carso, a. V, n. 11: 31