IL CONSUNTIVO
PREMESSA
Dopo 48 anni la Commissione Grotte si è presa nuovamente l’impegno, per niente facile e leggero, di organizzare a Trieste un Congresso Nazionale di Speleologia, il 21° della serie. Serie iniziata proprio a Trieste 78 anni fa, con il primo Congresso Nazionale di Speleologia tenutosi nel giugno del 1933 e alla cui pianificazione e gestione ha partecipato tutta la Commissione; gli speleo italiani si sono trovati nuovamente a Trieste per il 6° – 1954, indetto dalla Commissione assieme alla Società Adriatica di Scienze Naturali e al Gruppo Triestino Speleologi e quindi nuovamente per il 9° – 1963 promosso in occasione del centenario del CAI dalle due sezioni di Trieste, l’Alpina delle Giulie e la XXX Ottobre.
Quest’ultima tornata è stata promossa dalla Commissione Grotte E. Boegan e dal Dipartimento di Geoscienze dell’Università di Trieste; alla sua complessa organizzazione hanno provveduto la Commissione assieme alla Federazione Speleologica Triestina e alla Jamarska Zveza Slovenije; hanno dato il loro supporto la Società Alpina delle Giulie e la Grotta Gigante mentre contributi si sono avuti dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, dalla Provincia di Trieste, dal Comune di Trieste e dalla Scuola Nazionale di Speleologia del CAI.
Anche se non reclamizzato con cartelli o discorsi pomposi, è stato un modo per celebrare i 150 anni dell’Unità d’Italia, un incontro di speleologi e studiosi provenienti da tutte le realtà speleologiche italiane.
DOVE

La manifestazione si è svolta i giorni 2-5 giugno 2011 nei prestigiosi ambienti del MIB nel palazzo del Ferdinandeo, recentemente restaurato, in cui erano state allestite l’importante esposizione fotografica “Il Carso classico, l’acqua e l’uomo” realizzata da quattro autori che hanno messo a disposizione ognuno una decina di immagini, una mostra di venti grandi pannelli (uno per regione), realizzati dalla Società Speleologica Italiana al fine di fornire un quadro generale della speleologia in Italia, un’esposizione di perfetti calchi di statuette preistoriche provenienti da tutto il mondo, curata e preparata dallo speleologo genovese Giuseppe Novelli. Inoltre in una attrezzata sala multimediale era stata
attivata una videoteca di oltre 30 titoli dei più bei filmati speleologici contemporanei; tecnici dell’Associazione Monte Analogo si sono alternati per tutti i quattro giorni del Congresso a disposizione di chiunque volesse visionarli.
Così, in una struttura all’avanguardia come il MIB – School of Management, abbiamo avuto anche la possibilità di fruire dei servizi di nuova tecnologia: collegamenti wireless ai congressisti sui loro computer portatili, traduzione simultanea italiano/sloveno, sloveno/italiano per i convenuti dalla vicina Slovenia, un servizio di videoregistrazione di tutto il Congresso con produzione di un DVD, diretta web sul sito ufficiale del Congresso di tutte le sedute congressuali in modo da permettere di seguire i lavori anche a chi non era potuto intervenire di persona.
L’avvio dei lavori si è avuto giovedì 2 giugno con la consueta serie di interventi di politici e di speleo: invitati ai microfoni del tavolo della presidenza – in cui sedevano Franco Cucchi, Fabio Forti e Paolo Forti – si sono via via alternati a portare il loro saluto agli speleologi provenienti da ogni parte d’Italia e dalla vicina Slovenia il dott. Luigi Fozzati, soprintendente ai Beni Archeologici del Friuli Venezia Giulia, Mario Privileggi, presidente della Società Alpina delle Giulie, Louis Torelli presidente della Commissione Grotte Boegan e quindi Furio Premiani presidente della Federazione Speleologica Triestina e Giampiero Marchesi, presidente della Società Speleologica Italiana. I lavori si sono quindi aperti con una relazione del carsologo Fabio Forti che ha presentato al folto e attento pubblico in brevi parole (la scaletta dei lavori gli aveva concesso solo cinque minuti) duecento anni di ricerche sul mitico fiume Timavo.
I TEMI TRATTATI
Anche se era aperto a ogni tipo di contributo – i Congressi sono per definizione un momento d’incontro, di presentazione dei risultati delle ricerche e di scambio di informazioni – quello organizzato a Trieste nel 2011 aveva voluto avere come filo conduttore la “Diffusione delle conoscenze”, un tema più difficile di quanto possa sembrare di primo acchito, ma che si è ritenuto molto più importante per la speleologia del 21° secolo di quanto lo fosse nel secolo precedente. La risposta è stata buona: premesso che tutte le relazioni presentate (oltre 80, più 17 studi illustrati su Poster) di fatto entrano nel novero della “Diffusione delle conoscenze” (sia una relazione letta che un poster comunicano e quindi diffondono le conoscenze) una buona parte ha trattato proprio i mezzi e le modalità offerte dalla tecnica per portare la nostra opera a conoscenza di specialisti e grande pubblico. Infatti ben sei delle nove sessioni in cui sono stati raggruppati i lavori (Biblioteche ed archivi, Riviste e libri, Catasti, Siti web, Didattica, Videospeleografia) entrano direttamente nel tema, mentre anche le altre tre (Turismo, Soccorso, Attività di esplorazione e ricerca) ne hanno comunque attinenza diretta. Anche se, come più sopra riportato, tutte le sedute del Congresso sono state teletrasmesse in tempo reale riteniamo utile completare per il lettore l’informazione elencando tutti i lavori presentati: così pure chi non è stato presente e non ha avuto l’opportunità di collegarsi in rete avrà modo di conoscere gli argomenti trattati.
I LAVORI

Giovedì 2 giugno: Dopo l’esposizione intro-duttiva di Fabio Forti i lavori si sono aperti con le relazioni della Sessione Biblioteche e archivi: (per ragioni tecniche in alcuni casi sono state lette relazioni di pertinenza di altre Sessioni):
- Scavar tra le carte. Quale nesso tra speleologia e archivi? (B. Bigi e P. Ugolini),
- La Biblioteca speleo della S.A.G. (M.P. Calandra, P. Guidi, S. Senes),
- Il Rinascimento degli acquedotti (G. Cappa, A. Felici, E. Cappa)
- C.R.I.G.A. – Catasto Ragionato Informatico delle Grotte Archeologiche on line (M. Montagnari Kokelj, C. Boscarol, A. Mereu, F.Cucchi)
- Le biblioteche speleologiche in Italia – Idee per un progetto condiviso (M.Sivelli).
Per la Sessione Riviste e libri sono state lette:
- Editoria e libri per la speleologia (G. Badino), La montagna e il suo interno.
- La “Rivista del CAI” e “Speleologia di SSI” (L. Calzolari, M. Goldoni)
- Progressione: la rivista tecnica ed operativa della CGEB (R. Corazzi)
- Le grotte del Carso triestino dalla preistoria ai giorni nostri (D. Marini)
- La divulgazione mirata: Atti e memorie (P. Guidi, E. Merlak), Il CSIF nel XXI secolo: la divulgazione quale mezzo per la salvaguardia del territorio (G.Muscio, Guidi, U. Sello) e Speleologia
- Dai libri ai video (A. Gobetti).
Terminata la pausa pranzo i lavori sono ripresi con la Sessione catasti Grotte:
- Il Catasto regionale delle grotte del Friuli Venezia Giulia (P. Bonetti)
- Cave registry in Slovenia (M. Cekada)
- WISH: un progetto per il portale delle grotte d’Italia (G. Bonini, U. Del Vecchio, V. Martimucci, V. Meuli, A. Moretti, M. L. Perissinotto, A. Riva, R. Tedesco)
- Catasto Nazionale delle Cavità Artificiali: moderni strumenti di raccolta, catalogazione e condivisione delle informazioni. (P. Guglia, M. Meneghini)
- Il Catasto Storico della Commissione Grotte “Eugenio Boegan” (U. Mikolic, P. Guidi)
- L’occupazione delle grotte in età preistorica nel territorio agrigentino (D. Gulli).
Tutte le relazioni presentate sono state seguite con attenzione dal folto pubblico, ma particolare interesse ha suscitato la nota sul Catasto informatico delle grotte archeologi-che on line, un progetto interdisciplinare che permette di reperire in rete i dati sulle cavità in cui sono state trovate tracce dell’uomo preistorico.
La giornata si è poi conclusa con interventi nella Sessione siti WEB per la diffusione della speleologia: Relazione siti Web di Scintiìlena (Scatolini), Twitter, istruzioni per l’uso (G. Scrigna) e WEB. Comunicazione attiva e passiva (M. Sironich).
Venerdì 3 giugno

La densa scaletta dei lavori ha visto nella mattinata una ventina di relatori alternarsi nella Sessione Didattica:
- La salvaguardia e l’utilizzo didattico del geosito carsico Montagnola di Santa Rosalia (Palermo) (R. Abbate)
- Sulla didattica speleologica (G. Fornasier),
- La parola nella rappresentazione del vuoto carsico (M. Goldoni),
- Le pubblicazioni della Società Speleologica Italiana: strumenti per la diffusione della speleologia (G. Marchesi),
- Le esperienze speleodidattiche nei centri carsologici di educazione doposcuola in Slovenia (F. Maleckar),
- Agli albori delle ricerche del carsismo e della speleologia in Italia (L. Laureti), Il Centro didattico naturalistico di Basovizza per la conoscenza dei fenomeni carsici (D. Masiello, R. Riccamboni e R. Soldà),
- Assaggi di vita nel buio allo Spe-leovivarium di Trieste (E. Mauri),
- La Grotta nera del Centro Didattico “Eliseo Osualdini”. Un’esperienza didattica sulla preistoria del Carso triestino (F. Premiani, G. Boschian),
- Sui nomi delle grotte nelle tradizioni linguistiche del Friuli con particolare riguardo a quelle ladine (M. Puntin),
- La didattica Speleologica nel Veneto. Tra politica ed interessi pseudoeconomici (P. Gasparetto ),
- L’insegnamento della speleologia agli “under 15” (P. Toffanin).
Fra le tante ha attirato l’attenzione dei presenti la relazione dello sloveno Franc Maleckar che ha illustrato quanto si fa nella vicina repubblica per preparare la gioventù alla conoscenza ed al rispetto dell’ambiente, quello sotterraneo in particolare.
Alla didattica è seguita la Sessione Soccorso in grotta:
- Prevenzione e informazione, ovvero l’informazione è prevenzione? (P. Guidi, A. Pavanello),
- Resistenza e assorbimento di energia di corde statiche di diverso diametro in funzione della velocità d’impatto di una massa cadente e della lunghezza del campione sottoposto a test (velocità di deformazione) (F. Salvatori, M. Menichetti, S. Celesti, L. Poderini, D. Bocchio),
- Adattamenti biochimici alla speleologia alpina (E. Stenner),
- Influenza della velocità di deformazione nella tenuta e nel lavoro a rottura di moschettoni in acciaio e in lega (F. Salvatori, M. Menichetti, S. Celesti, L. Poderini, D. Bocchio).
L’assessore regionale alla Pianificazione territoriale e Turismo Federica Seganti ha aperto, con un intervento mirato sul turismo speleologico nel Friuli Venezia Giulia, i lavori del pomeriggio dedicati dapprima alla Sessione Turismo:
- La speleologia diffusa (N. Basezzi, F. Pirola, L. Dell’Olio),
- Piano formativo delle Guide Speleologiche del Friuli Venezia Giulia (G. Foti), Il sistema di monitoraggio della grotta del Farneto (Bo) (M. Cristiani, C. Dalmonte, J. De Waele, M. Ghirotti),
- Le grotte turistiche e la protezione dell’ambiente (A. A. Cigna), La Grotta Gigante quale polo turistico e stazione scientifica (A.F),
- Associazione Grotte Turistiche Italiane (A.F), Due microclimi a confronto: Il microclima del sistema carsico del Monte Cucco (M. Menichetti, L. Poderini, F. Salvatori ) e Il microclima del sistema carsico dell’Antro del Corchia (M. Menichetti, L. Lotti, F. Mantelli, L. Piccini, L. Poderini, G. Mancini)
e sono poi proseguiti con la Sessione videospeleografia, tema principale del Congresso: come documentare quanto si vede in grotta e soprattutto come farlo pervenire ai media – giornali e televisioni – in modo che sia corretto ma anche di interesse per il grande pubblico:
- La documentazione video nella Speleologia (T. Bernabei),
- La Grotta vera (M. Rivadossi),
- Alpi Giulie Cinema. Speleologia (S. Serra),
- Media e Speleologia: modi e possibilità di diffusione dei dati (P. Spirito).
Sabato 4 giugno:

L’ultima giornata dedicata all’esposizione di studi e ricerche è stata aperta da Umberto Martini, Presidente Generale del CAI, che ha rivolto ai presenti il saluto del Club Alpino. Successivamente si sono alternati ai microfoni una trentina di relatori con interventi di attualità relativi a quasi tutti i settori in cui si articola la speleologia. Per la Sessione Attività di esplorazione e ricerca diamo l’elenco dei contributi presentati:
- Antropizzazione in aree carsiche e degrado degli acquiferi: criteri precauzionali di difesa ambientale ed elaborazioni cartografiche (R. Abbate, E. Siragusa, A. Oieni, A. Cimino);
- Grotta dell’Ansa quarant’anni dopo. Archeologia, geoarcheologia e tutela di una grotta archeologica (G. Boschian et al.);
- Speleologia e Territorio – Indagine sulle acque carsiche della Provincia di La Spezia (G. Brozzo, M.V. Pastorino, M. Scarel);
- Morfologia della Libia Cirenaica (A. Cannata, R. Ruggeri);
- Il ruolo degli acquiferi carsici nella mitigazione del rischio di inquinamento degli acquiferi: l’area di S. Agata di Militello (Messina) (A. Cimino, A. Oieni,L. Tranchina);
- L’ambiente carsico e l’idrologia dei gessi di Sassalbo (MS) (M. Chiesi et al.);
- Monitoraggi microclimatici nella Grotta di Pertosa (Provincia di Salerno). Nota preliminare (G. Calandri);
- Esplorazioni speleosub nelle Grotte di La Val (Cirillo);
- Descrizione morfologica e mineralogica della grotta ipogenica sulfurea di Montecchio (Grosseto, Toscana) (J. De Waele, E. Galli, L. Piccini, A. Rossi); Estrusioni di Goethite in calcari carsificati (E. Merlak;)
- Il contributo dei musei alla conoscenza e divulgazione della speleologia (Roberto Battiston);
- Speleologia in cavità artificiali dall’area napoletana alle colline astigiane (Tiberi); Analisi morfologica di sistemi carsici tramite software di elaborazione 3D: il caso di Piani Eterni nel Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi, Veneto, Italia (F. Sauro, D. Zampieri, M. Filipponi);
- Giovanni Fortunato Bianchini e le prime ricerche sul Timavo sotterraneo nell’antica contea di Gorizia (M. Tavagnutti);
- Il Fontanon di Timau (Paluzza Udine, Italia). Dati preliminari sulle caratteristiche idrogeologiche della sorgente (A. Mocchiutti, G. Muscio; con la collaborazione di D. Seravalli, C. Rossi, A. D’Andrea); Grotta della Rondinella a Polignano a Mare: un progetto di ricerca della Federazione Speleologica Pugliese (M. Parise, P. De Pasquale, V. Martimucci, V. Meuli, N. Pentimone, P. Pepe);
- Studio preliminare dell’attività motoria circadiana in Hydromantes (Speleomantes) strinatii nella stazione e biospeleologica di Besolagno (Savignone, Genova) (F. Oneto, D. Ottonello, M. V. Pastorino, S. Salvidio);
- Le acque sotterranee del Cansiglio (S. Rossetti). Alcuni dei lavori che seguono sono stati presentati sotto forma di poster; gli altri sono stati dati per letti:
- Progetto Li fe + 08NAT/IT/000369 “Gypsum”. Primi risultati sulle analisi chimiche delle acque nei gessi dell’EmiliaRomagna (S. Bergianti, B. Capaccioni,C. Dalmonte, J. De Waele, W. Formella,
A. Gentilini, R. Panzeri, S. Rossetti, B.Sansavini); - Protozoi dell’ambiente ipogeo e loro validità come bioindicatori della qualitàdelle acque sotterranee (O. Coppellotti);
- La riscoperta della scalinata dell’Acquedotto Campano (G. Ferrari, R. Lamagna); Robertsite: un nuovo fosfato di grotta scoperto nella Tagusan Cave (Palawan- Filippine) (S. Billi, P. Forti, E. Galli, A.Rossi);
- Il fenomeno carsico: nuove possibilità di sviluppo (S. Magni); I graffiti preistorici paleolitici della “za
Minca” in territorio di Torretta (Palermo) (G. Mannino); - Caratterizzazione geologica e microclimatica della Grotta di Montecchio (254T/Gr) (P. Bartolini, M. Menichetti);
- Speleogenesi ed idrogeologia del siste ma carsico della Gola di Frasassi (M. Menichetti); Geotechnical and mineralogical characteristics of fine-grained material in the “Grotta dei Pipistrelli”, Pantalica area (South-East Sicily) (A. Cannata, R. Ruggieri);
- Minerali secondari in ambiente sotterra neo: la Miniera dell’Argentiera (Sardegna nord-occidentale) (D. Ara, L. Sanna, A. Rossi, E. Galli, J. De Waele);
- La grotta di Lu Gardu: un osso di cervo fornisce nuovi dati sul popolamento uma no in Sardegna (L. Sanna, M. Zedda, S. Penna, P. Marcia);
- Cantaru Addes (Bonorva, Sardegna): una grotta nei sedimenti vulcanici (L.Sanna, J. De Waele, A. Rossi, S. Cabras, P. Virgilio);
- Speleogenesi e speleotemi di opale della Cueva Guacamaya, Auyan Tepui, Gran Sabana, Venezuela (F. Sauro, J. De Waele, P. Forti, E. Galli);
- La Spluga della Preta: vent’anni di studi e ricerche, dall’Operazione Corno d’Aquilio ad oggi (F. Sauro, M. Menichetti, U.Sauro, G. Troncon);
- Primi risultati del Progetto LIFE+ sulle analisi microbiologiche delle acque nel Parco dei Gessi dell’Emilia Romagna (D.I. Serrazanetti, L. Vannini, R. Troncoso,L. Perillo, D. Gottardi, M. E. Guerzni);
- Davorjevo Brezno ed il nodo idrografico tra Matarsko Podolje e Škocjanske jame (Slovenia) (L. Torelli);
- La circolazione carsica sul fianco delle anticlinali nell’Appennino Marchigiano:l’esempio della grotta Sasso Pozzo (Gagliole) (S. Galdenzi, A. Campagnoli);
- Il Catasto Speleologico dell’Umbria (M.Menichetti, F. Salvatori); Pericolosità geomorfologica in ambiente carsico: il fondamentale ruolo degli speleologi per la raccolta e il trasferimento dei
dati alle strutture pubbliche (M. Parise); - La velocità di deformazione come misura della dinamicità delle sollecitazioni nella progressione speleo-canyoning e alpinismo. La torre crasc per test a caduta. Primi risultati sull’influenza delle
sollecitazioni dinamiche nelle attrezzature per la progressione in grotta, in forra e in montagna (F. Salvatori, M. Menichetti, S.Celesti, L. Poderini, D. Bocchio); - Conservazione degli habitat carsici nel Parco della Vena del Gesso Romagnola (M. Costa, D. Bianco, M. Ercolani, P.Lucci, A. Noferini).
In serata la giornata di lavori si è quindi conclusa con la presentazione, in anteprima assoluta, della nuova versione del documentario “La ricerca del fiume nascosto”, il filmato sul Timavo sotterraneo girato per conto della National Geographic ed alla cui realizzazione hanno attivamente collaborato speleologi italiani e sloveni; il video (53′) che narra le vicissitudini legate alla ricerca del Timavo sotterraneo dal 1839 ai giorni nostri, è stato accolto con estremo favore dal folto pubblico presente.

LE ESCURSIONI
La complessa macchina organizzativa ha coinvolto un’ottantina di volontari, primi fra tutti gli uomini della Commissione Grotte “E. Boegan”, ma anche Tecnici del Soccorso Speleologico e speleo dei Gruppi Grotte della Federazione Speleologica Triestina, guidati dal suo presidente Furio Premiani.
Grazie a questa massiccia “forza lavoro” la manifestazione si è svolta senza intoppi; grande successo hanno avuto le escursioni in grotta curate impeccabilmente dalla Federazione Speleologica Triestina; anche se le più impegnative si sono svolte il sabato, visite in grotta sono state effettuate durante tutto il periodo del Congresso nel Carso Classico (quindi sia in Italia che in Slovenia).
Un po’ di numeri: quindici persone nell’organizzazione a disposizione per le escursioni: da giovedì a domenica sono state 127 le visite fatte dai convenuti nelle nostre cavità e, più in dettaglio, sul Carso triestino abbiamo contato quaranta persone alla grotta Gualtiero, dieci all’Impossibile, tre alla Noè, otto alla Skilan, ventuno all’abisso di Trebiciano, due alla grotta Nera. Gli amici della Federazione Speleologica Slovena hanno accompagnato ventotto persone prima alla Jama Dimnice- Grotta del Fumo e successivamente alla grotta Sveta Jama -Grotta di S. Servolo, mentre quindici persone hanno fatto il giro turistico alle Škocjanske Jame – Grotte di San Canziano.
Inoltre, nel corso del Congresso si sono effettuate visite alla Grotta Gigante e allo Speleovivarium, anche se per queste escursioni non è stato possibile quantificare le presenze considerato che i congressisti si spostavano autonomamente. Un paio di soci si sono resi disponibili ad accompagnare i convenuti a visitare i siti storicamente più importanti di Trieste.
MANIFESTAZIONI COLLATERALI

Se le sale del Ferdinandeo ove venivano lette le relazioni e proiettati i filmati potevano essere chiamati la testa del Congresso, il cuore (e la pancia) si trovavano ad una cinquantina di metri di distanza, nel posteggio del Parco Urbano Farneto (gentilmente concesso dal Comune di Trieste) ove era stata montata una tensostruttura di 300 mq che fungeva da area comune e dove era stato allestito un “ristorante” autogestito che riusciva a servire oltre 150 pasti: cucina semplice, genuina e a costi competitivi. Durante il pomeriggio, gli addetti alla cucina riuscivano a soddisfare poi tutti gli speleo che avevano trascorso la giornata in grotta. Naturalmente il servizio mensa funzionava anche alla sera preparando e servendo pietanze della cucina tradizionale giuliana. Il settore ristoro era completato da una perfetta “caffetteria” allestita grazie alla Illy Caffè che ci ha messo a disposizione una macchina per espressi professionale e nonché caffè a volontà (sinceramente molto apprezzato da tutti!).
Buon successo ha avuto la cineteca, del cui egregio funzionamento dobbiamo essere grati agli amici dell’Associazione Monte Analogo (la stessa che organizza annualmente rassegne cinematografiche sulla montagna e sulla speleologia) che è stata molto apprezzata da ospiti e stanziali. Parlando di filmati ha colpito in modo particolare la proiezione del primo pomeriggio di venerdì, quando nel salone principale lo speleologo pugliese Manlio Porcelli ha presentato un filmato della spedizione effettuata dalla Commissione Grotte nel dicembre 1956 in Puglia, immagini fortunosamente recuperate e restaurate dagli speleo pugliesi e che hanno commosso tutti i presenti.
Il tendone bar – cucina – zona relax è stato pure sede del Concorso fotografico abbinato alla manifestazione; infatti su uno dei suoi lati maggiori erano state esposte 43 foto, opera di otto autori, i cui vincitori sono stati premiati nella serata finale(primo premio al veneto Sandro Sedran); con le dodici foto più belle è stato realizzato il calendario 2012, distribuito poi nel corso del raduno “Speleolessinia 2011”.
SISTEMAZIONE
Chi ha potuto si è sistemato in uno dei tanti alberghi della città e del circondario (qualcuno ha scelto i più economici alberghi di Sesana in Slovenia), molti nell’Ostello Scout “Alpe Adria” di Prosecco ottimamente attrezzato e con costi veramente contenuti. Il piazzale antistante il megatendone ha ospitato camper e tendine degli irriducibili; in questo caso l’aver organizzato il Congresso alla periferia della città si è rivelato una mossa vincente: comodità e rapidità di collegamenti e, appunto, possibilità di sistemare camper e tende
CONCLUSIONE
Pur essendo le quote di partecipazione non eccessivamente onerose (90 €, sicuramente non sufficienti a coprire le spese del congresso) il Comitato organizzatore ha ritenuto opportuno prevedere anche una categoria di partecipanti “giornalieri” con una quota ridotta (10 € al giorno)
Tirando le somme il Congresso ha visto la presenza di 299 speleo, di cui 80 relatori, 13 accompagnatori, 21 aderenti, 105 partecipanti giornalieri fra i quali molti iscritti per tutte e tre le giornate dei lavori, supportati da uno staff di oltre 80 volontari (oltre ai soci della CGEB che si sono attivati in massa un notevole contributo di forza lavoro è stato dato dagli speleologi della FST e del CNSAS).
È stato sicuramente un Congresso che avrà positive ripercussioni dal lato culturale e scientifico; si sono affrontati temi nuovi mai toccati prima e con la pubblicazione degli Atti vedremo veramente la mole di lavoro presentata e discussa; ma è necessario sottolineare un altro aspetto importante: durante queste giornate si sono dimenticate beghe, si è lavorato sodo per un fine comune, si sono ritrovati vecchi amici e sono nate nuove amicizie. In un’epoca di crisi dei valori è stata un’occasione per far rinascere uno spirito di gruppo forte e intenso che aspettava solo la circostanza giusta per emergere.
RINGRAZIAMENTI
A questo punto è doveroso fare dei ringraziamenti.
Prima di tutto si ringraziano indistintamente tutti coloro che ci hanno creduto e che si sono resi disponibili in vario modo a collaborare per far sì che la manifestazione riuscisse nel migliore dei modi. Ognuno come poteva, con ciò che sapeva fare, con la propria professionalità, con il tempo a disposizione. Non si fanno dei nomi, perché sicuramente si rischia di dimenticare qualcuno, ma ringraziamo tutti coloro che hanno accompagnato gli ospiti nelle escursioni, tutti quelli che sono stati in cucina lavorando più di quindici ore al giorno come dei professionisti, quelli che si sono dedicati alle segreterie, quelli che giravano con la macchina fotografica per immortalare momenti e situazioni, quelli che trasportavano le immondizie ai cassonetti, quelli che hanno dormito per oltre una settimana nel tendone per offrire un sevizio di vigilanza, chi ha gridato e imprecato perché tutto andasse bene, quelli che hanno cordialmente sopportato chi gridava e imprecava, quelli che si sono dati da fare per la parte grafica, per il sito web, per l’allestimento delle mostre e delle sale, quelli che poi, alla fine, seppur stanchi, hanno comunque aiutato a smontare tutto e a riportare nei magazzini ogni cosa.
I COSTI
Passati alcuni mesi dalla chiusura del congresso si può tentare un primo bilancio finanziario: soldi spesi, soldi ricevuti, soldi promessi. Per rimanere all’altezza della tradizione di ospitalità e serietà organizzativa, pur senza esagerare e cercando di condurre la gestione evitando sprechi di denaro non si è lesinato sulle spese. Alla fine il conto economico ha visto un’uscita di circa 50.000 , coperti per il 40% da contributi vari (Ente regione, Comune di Trieste, Scuola Nazionale di Speleologia del CAI), un 25% è stato ricavato da quote e affini; rimane ancora da reperire un 35% fra dei contributi promessi e i bilanci degli enti organizzatori. Che dovranno affrontare pure la stampa degli “Atti”.
Pino Guidi & Antonella Tizianel


