Alberto Fortis

 

ALBERTO FORTIS -Padova 9/10 nov. 1741 – Bologna 21 ott. 1803

Giovanni Battista Fortis (assumerà il nome Alberto allorché entrerà nell’ordine degli agostiniani), scrittore, traduttore, poeta ma soprattutto naturalista e geologo, appartiene a quella schiera di studiosi settecenteschi che portarono i primi contributi alla conoscenza delle grotte intese come un particolare aspetto della natura meritevole di essere indagato e descritto.
Nato a Padova nel 1741, la prematura morte del padre se mette in difficoltà la famiglia gli dà l’opportunità di frequentare gratuitamente il seminario vescovile di Padova (1754-1757) ove si distingue nei vari corsi per la sua pronta e vivace intelligenza. Grazie al salotto letterario aperto dalla madre (intanto convolata a seconde nozze) entra in contatto con vari studiosi gravitanti attorno all’Ateneo patavino fra i quali il Vallisneri da cui eredita l’amore per la natura e per gli studi geologici. Nel 1757 entra nell’Ordine degli Eremitani di Sant’Agostino, dal 1760 gira per vari conventi dell’Ordine (Padova, Verona, Bologna) per fermarsi quindi in quello di Vicenza ove inizia gli studi di teologia che prosegue a Roma (1766), ma che non completa poiché esce dall’Ordine (1767, in modo definitivo nel 1771), pur mantenendo il titolo di Abate.
Tornato a Venezia trova impiego come “pubblico revisore de’ libri”, iniziando una carriera di traduttore e successivamente di giornalista, scrittore e poeta. Nel 1770 compie un viaggio in Dalmazia e nelle isole dalmate che descrive in varie monografie e corrispondenze, in cui trovano ampio spazio le descrizioni di fossili (Saggio d’osservazioni sopra l’isola di Cherso ed Osero, Venezia 1771). Al primo viaggio ne segue un secondo nel 1771 ed infine un terzo nel 1773, su di cui pure relaziona (Viaggio in Dalmazia, Venezia 1774).
Viaggiatore instancabile, oltre alla Dalmazia visita più volte l’Italia meridionale (degna di nota la scoperta nel 1783 del salnitro nelle Grotte di Pulo presso Molfetta ed il successivo – ma vano – tentativo di razionalizzarne l’estrazione) e la Sicilia, dedica ampia parte dei suoi studi alla geologia del Veneto ove è fra i primi (1792) a studiare i fossili di Bolca. Scrittore fecondo – la sua copiosa corrispondenza con gli studiosi di mezza Europa è tuttora oggetto di studio – le sue opere maggiori vengono tradotte in varie lingue. Nominato (1795) fellow della Royal Society di Londra, gli ultimi anni della sua vita lo vedono itinerante fra Venezia, Parigi e Bologna ove, nominato (1801) da Napoleone Bonaparte Prefetto della Biblioteca e Segretario dell’Istituto Nazionale Italiano, muore il 21 ottobre 1803.
Nel Litorale – la Venezia Giulia del primo dopoguerra – negli anni ’70 del XVIII secolo le sue peregrinazioni lo conducono sul Carso Classico, nell’Istria e nella Carniola, territorio allora facente parte dell’impero austriaco ed ora diviso fa Italia, Slovenia e Croazia. Ovunque la sua curiosità di studioso lo porta a visitare i territori carsici e le grotte (Grotta del Marmo di Verteneglio, Grotta di Corniale, Grotte di Postumia, Grotta di Planina) che descrive puntualmente; nel 1777 durante una di queste escursioni scende nella grotta di Corniale – Vilenica e vi lascia il suo nome e l’anno incisi alla base di una colonna.
Da attento osservatore Fortis non si limita a dare una descrizione geografica delle zone carsiche che visita, ma si azzarda pure ad esporre delle ipotesi sia sulla toponomastica (osserva che la parola foiba, molto usata in Istria per definire le numerose voragini che vi si aprono, deriva da una corruzione del termine latino fovea) sia anche e soprattutto sul carsismo e sull’idrologia carsica. Nella lettera del 13 giugno 1771 al signor John Strange, descrivendo il fenomeno carsico istriano, osserva acutamente come i giunti di stratificazione, formati da materiale meno consistente della roccia che separa, costituiscono una privilegiata via dell’acqua scorrente, acqua che scavando interstrato dopo interstrato finisce per creare le nuove grotte; osserva pure che quest’acqua torna alla luce sia in sorgenti presso la costa, sia – in caso di piovosità eccezionali – anche nel mare aperto (i “bromboli”, ben noti nella bibliografia dei secoli successivi). Nello stesso scritto, parlando di una foiba apertasi poco prima fra le località di S. Vincenti e S. Lorenzo, dà per assodato che le grotte sono un fenomeno naturale in via di continua evoluzione. (PG)

Fra gli scritti di interesse speleologico:

– 1771: Saggio d’osservazioni sopra l’isola di Cherso ed Osero, Venezia, presso Gaspare Storti, 1771, pp. VI, 169
– 1774: Viaggio in Dalmazia, Venezia, Alvise Milocco, 1774, 2 voll.
– 1778: Voyage en Dalmatie, Société Typographique, Berne 1778
– 1778: Lettera orittografica al sig. ab. Girolamo Carli sull’Illirio e la Carniola, Opuscoli scelti sulle scienze e sulle arti, Milano, 1: 254-264
– 1778: Die Höhle von Corgnal. Oryctographischer Brief, Bernisches Magazine der Natur, Kunst und Wissenschaften, Bern, vol. 2 (1): 1-29
– 1783: Descrizione del Pulo di Molfetta,
– 1783: Del nitro minerale, Napoli 1783
– 1792: Osservazioni orittografiche sopra parecchie località de’ monti padovani, Memorie di Matematica e di fisica della Soc. Italiana delle Scienze, VI (1792): 236-255
– 1792: Reise zu den Morlacken (Die Sitten der Morlacken, 1775), Typographische Gesellschaft, Bern – Lausanne, 1792
– 1793: Tre lettere sopra i pesci fossili di Bolca, Venezia 1793
– 1797: Notes sur la nitrière natuelle de Molfetta, Ann. de Chimie, 23: 36-41, Paris 1797
– 1797: Reisenbeschreibung von Dalmatien: geographische, historische, naturalische Denkwürdigkeiten, auch von den Sitten der Morlaken, Geographische, historische, nat. Denkwürdigkeiten, Bern – Leipzig 1797, vol. I-II
– 1802: Mémoires pour server à l’histoire naturelle d’Italie et des pays adjacens, Paris, 1802, tip. G. G. Fuchs, 2 voll.
– 1803: Sulle discoliti, chiamate dianzi pietre lenticolari, Opuscoli scelti sulle scienze e sulle arti, Milano, XXII (1803): 145

La bibliografia su A. Fortis è molto vasta, notizie su questo studioso si possono trovare in:

Boegan E., 1898: Dal Monte S. Marco a Castelvenere, Buie, Verteneglio, Grotta del Marmo, Alpi Giulie, 3 (6): 68-71
Caprin G., 1895: Alpi Giulie, Stab. Artistico Tipografico Caprin, Trieste 1895: 162; ristampa anastatica Libreria Int. Italo Svevo, Trieste 1969
Ciancio L., 1992: Contributo all’inventario del carteggio di Alberto Fortis, Nuncius, VII: 141-159
Ciancio L., 1995: Autopsie della Terra. Illuminismo e geologia in Alberto Fortis (1741-1803), Firenze 1995
Ciancio L., 1997: Fortis, Alberto, Dizionario Biografico degli Italiani, Istituto dell’Enciclopedia Italiana, vol. 49 (1997): 205-210
Faraone E., 1991: Agli albori del turismo speleologico triestino: la Grotta Vileniza di Corgnale (Vilenica Jama – Lokev), Simposio Internazionale sulla Protostoria della Speleologia, Città di Castello, sett. 1991: 41-50
Giurgevic L:, 2007: Il viaggiatore “ideale” di Alberto Fortis. Scritture e riscritture adriatiche fra Settecento e Ottocento, Dottorato di Ricerca in Italianistica, Univ. degli Studi di Trieste, anno accademico 2006-2007, pp. 214
Muliancic Z., 1990: Per un inventario del carteggio di Alberto Fortis, Nuncius, V (1): 127-203
Muliancic Z., 1996: Putovanja Alberta Fortis apo Hrvatskoj i Sloveniji (1765-1791), Split, 1996
Shaw T., Adam N., 2001: Alberto Fortis and the Istrian Karst, Croatia, in 1770 and 1771, Acta Carsologica, 30/1: 181-212, Ljubljana 2001
Shaw T., 2008: Foreign travellers in the Slovene Karst 1486-1900, Zalozba ZTC, Ljubljana 2008, pp. 338
Torcellan G., 1965: Introduzione agli scritti del Fortis, in “Illuministi italiani. Riformatori delle antiche repubbliche, dei ducati, dello Stato Pontificio e delle isole”, a cura di Giarrizzo C., Torcellan G. e Venturi F., Ricciardi, Milano – Napoli 1965, vol. 46, tomo 7: 281-390