EDOARDO (EDY) DREOSSI – TRIESTE 26.3.1908 – MILANO 24.6.1999
E’ stato socio della Commissione Grotte dal 1926 al 1951.
Inizia la sua attività speleo nei primi anni Venti con il SUCAI (Sezione Universitaria CAI) di Trieste che aveva la sede in piazza della Borsa. Frequenta le scuole popolari sotto l’Austria e quindi l’Istituto Tecnico Volta, ove nel 1925 conosce Renato Crisman che lo porta alla Commissione Grotte dell’Alpina delle Giulie. Di madre austriaca (Giovanna Muschnak, da cui apprende la lingua) e di padre friulano, una volta diplomato perito elettromeccanico nel 1926 trova impiego presso Blessi e Cozzi di Trieste che in un’officina di via Palestrina costruiscono depuratori per l’acquedotto. Fa il servizio militare a Spoleto alla Scuola Allievi Ufficiali.
Nell’ottobre 1932 lo troviamo a Godo (RA) impiegato presso l’impresa Bernardi mentre nel 1936 si trasferisce alla Piaggio di Pontedera ove lavora sui motori di aereo, quindi passa a Finale Ligure lavorando con i progettisti di Piaggio e Casiraghi. Successivamente ha occasione di operare con l’ing. Marchetti sugli aerei Savoia-Marchetti. Dopo il 1940, in pieno periodo bellico, viene impiegato, grazie alla sua perfetta conoscenza del tedesco, nel settore progettazione; questa attività però gli procurerà delle noie in quanto verrà considerato “collaborazionista”. Va in pensione nel 1952.
La sua attività speleologica si concretizza nel 1926 con i primi rilievi (ab. di Praporchie, 2101 VG; gr. Ieletina, 2361 VG ecc.) e prosegue negli anni seguenti sia in Istria che sul Carso Classico e sulla Bainsizza, ove rileva l’abisso di Verco presso Canale d’Isonzo, 1404 VG, cavità che con i suoi 518 metri di profondità (stimati con un barometro, rivelatosi successivamente poco attendibile) fu considerato per un certo periodo il più profondo del mondo. Nel 1934 visita le miniere di Idria con un folto gruppo di cui fa parte pure Silvio Kobau/Cavalli, speleologo attivo con il Boegan alla fine dell’Ottocento, e quelle dell’Arsa in Istria.
La sua attività si esplica pure in altre parti d’Italia: nel 1930 partecipa alla spedizione dell’Alpina sugli Alburni (grotte di Castelcivita e Controne), l’anno seguente è in Emilia ove esplora e rileva assieme a soci del CAI di Modena la Tana della Mussina, n. 2 E; quindi in Liguria collabora con l’archeologo Bernabò Brea negli scavi alla Grotta delle Arene Candide ove presenzia all’estrazione di tre scheletri. Sino ai primi anni ’30 presta inoltre la sua opera quale disegnatore sia a Trieste ad Eugenio Boegan, che a Postumia ai Conservatori del Museo allestito presso le Grotte Demaniali di Postumia, Raffaello Battaglia dapprima e Franco Anelli poi. La collaborazione viene forzatamente interrotta dalla sua partenza da Trieste.
Nel 1945 è fondatore della sezione del CAI di Sesto Calende e del rifugio omonimo in Val Formazza. Il 7 gennaio 1993 nella sede sociale della Commissione Grotte dedica allo scrivente un’oretta, raccontando quanto sopra esposto.
Pur lontano da Trieste Edy Dreossi ha mantenuto costantemente i rapporti con sia con i vecchi amici (corrispondenza con Bruno Boegan, Finocchiaro, Steffè) che con l’ambiente speleo, partecipando alle cene sociali ed ai periodici incontri che la Commissione Grotte organizzava per i suoi vecchi soci, fra cui la visita della Grotta del Fumo in Slovenia, svoltasi ottobre 1972. Contattato da Mario Gherbaz, con cui stringe una cordiale amicizia, partecipa pure a Costacciaro ad una delle edizioni di Pantaspeleo. (PG)
Nel corso della sua attività di speleologo ha rilevato- fra il 1926 e il 1932 – molte cavità; nel Catasto storico della Commissione Grotte sono conservati i rilievi delle seguenti grotte della Venezia Giulia: 697, 748, 750, 755, 772, 1105, 1107, 1227, 1232, 1396, 1403, 1404 (Ab. d Verco), 1493, 1817, 2201, 2207, 2227, 2301, 2302, 2317, 2318, 2319, 2320, 2321, 2341, 2342, 2360, 2361, 2362, 2459, 2488, 2597, 2660, 2661, 2885
Ulteriori notizie su Edy Dreossi si possono trovare in:
Simonazzi G., 1931: Esplorazione della Grotta “Tana della Mussina” e sua catalogazione (2 E), Il Cimone, Not. della Sez. di Modena del CAI, X (4): 4-5, Modena 15 nov. 1931