Antonio Arich

 

ANTON / ANTONIO ARICH – LECHEN (CILLI = CELJE) APRILE 1815

Anton (poi Antonio) Arich (nei documenti d’archivio e nella letteratura appare con varie storpiature: (Arri, Arrach, Arisch, Arh) risulta battezzato il 7 aprile 1815 nella chiesa di Sant’Egidio quale figlio legittimo di Anton Arrich e di Theresia nata Lieg, ambedue di religione cattolica, contadini, abitanti al n. 15 della frazione di Krasche.
Divenuto minatore nelle miniere di Idria, dirige il gruppetto di minatori che Lindner chiama per i lavori nel futuro abisso di Trebiciano (n. catasto grotte 15 VG); alla fine dei lavori è fra i primi – se non il primo – a raggiungere il fiume sotterraneo che scorre nella grande caverna.
Valido collaboratore del Lindner, è poi passato come montanistico e minatore, al servizio del Civico Magistrato di Trieste per completare le esplorazioni fra Trebiciano –dove possiede qualche terreno e ove si è stabilito costruendosi una casetta – e Trieste. Successivamente è accolto nel corpo dei Civici Pompieri.
Nel 1845 chiede la cittadinanza di Trieste, che il Comune non può dargli senza l’assenso liberatorio del mandamento di provenienza: la pratica si trascina per anni perché risulta renitente alla leva in quanto avrebbe dovuto svolgere il servizio militare nella milizia territoriale di Lechen. Nel 1848 chiede l’autorizzazione a costruire a Trebich una casetta; l’anno seguente fa istanza per aprire un’osteria a Trebich; la petizione viene respinta con la motivazione che nel paese c’erano già due osterie, ritenute sufficienti per le 81 famiglie che vi risiedevano. Mentre proseguono per lui i problemi per l’emigrazione illegale (per trasferirsi dal distretto di Cilli – Celje a Trieste doveva avere l’autorizzazione) lavora come assistente giornaliere sui lavori del Comune di Trieste.
Nel censimento del 1859 non risulta più abitante a Trebiciano.
Materiale tratto in buona parte dall’archivio di E. Faraone

 Ulteriori notizie su Antonio Arich si possono trovare in:

– – , 1859: La Caverna di Trebich, Il Diavoletto, 96, Trieste 27.4.1859
Benedetti G., Radacich M., 1992: Cenni storici sulla speleologia del Friuli Venezia Giulia, Ipogea ’92: 5-13; pure sulla Gazzetta dello speleologo, n. 23: 4-7, Trieste 0tt. 1998
Boegan E., 1910: La Grotta di Trebiciano, Stab. Tip. Caprin, Trieste 1910, pp. 68
Faraone E., 1991: Lo sviluppo della speleologia triestina secondo la stampa locale, Simposio Internazionale sulla Protostoria della Speleologia, Città di Castello, sett. 1991: 41-50
Faraone E., 2004: Adolf Schmidl sul Carso triestino (1851-1852), Atti e Memorie CGEB, 39: 107-145
Galli M., 1993: La Grotta di Padriciano, Simposio Internazionale sulla Protostoria della Speleologia, Città di Castello, sett. 1991: 105-111
Galli M., 1999: Timavo. Esplorazioni e studi, Suppl. n. 23 di Atti e Memorie CGEB, Trieste 1999, pp. 198
Generini E., 1884: Trieste antica e moderna, Tip. Editrice Mortera, Trieste 1884, pp. 520; ristampa anastatica, Libreria Int. Italo Svevo, Trieste 1968, pp. XIII, 571
Guidi P., 1990: I lavoratori delle grotte, una speleologia parallela, Rassegna della Fed. Spel. Triestina, 1993: 16-22
Marini D., 2000: Uomini del Timavo, Progressione 43: 13-16
Medeot L. S., 1968: Documenti inediti e biografie per una “Storia della speleologia” (Friuli Venezia Giulia), Mondo Sotterraneo, n. u. 1967: 55-90
Morlot (von) A., 1848: Über die geologischen Verhältnisse von Istrien, Naturwissenschaftliche Abhandlungen von W. Heidinger, Wien, 2 (3): 257-318
Radacich M., Cenni storici sulla speleologia triestina, Ipogea ’91, n. spec. Di Rassegna della Fed. Spel. Triestina, Trieste 1991: 4-10
Savnik R., 1955, Razvoj domace speleologije in nekatere njene aktualne naloge – L’evolution de la spéléologie slovène et quelques-unes de ses taches actuelles, Acta Carsologica, 1: 5-23
Shaw T. R., 1992: History of cave science, Sidney Speleological Society, pp. 338