Marcello Delise

MARCELLO DELISE – 29.9.1912 – 23.2.1999

E’ morto a Trieste, a fine febbraio 1999, il ragionier Marcello Delise, personaggio che molti speleologi delle generazioni passate ricorderanno. E’ stato infatti oltre che segretario della Commissione Grotte “E. Boegan” per oltre trent’anni, anche segretario di tutti i corsi nazionali di speleologia che si sono tenuti a Trieste dal 1958 sino alla fine degli anni ’60, nonché segretario o tesoriere di alcuni dei congressi di speleologia che hanno avuto sede nella città giuliana (9° Congresso Nazionale di speleologia, settembre – ottobre1963; 1° Convegno di Speleologia del Friuli Venezia Giulia, dicembre 1975; Symposium internazionale sull’utilizzazione delle aree carsiche, marzo 1980).
Grottista atipico per l’ambiente speleologico di allora – era giunto alla speleologia nel 1952, a quarant’ anni (era nato a Trieste nel 1912), mentre a quel tempo l’attività iniziava a 14-15 anni e spesso finiva con la chiamata alle armi – si fece le ossa in uno dei tanti gruppetti che frequentavano le grotte del Carso, l’Associazione Grottisti Triestini “del Pipistrello”, gruppo di cui fu l’animatore. Terminato il periodo di rodaggio speleologico nel 1954, sciolto il gruppo, passò alla Commissione Grotte “E. Boegan”, allora guidata da Carlo Finocchiaro, portando con sé gli elementi più validi dell’A.G.T.
Nella nuova struttura, non più costretto (come negli anni precedenti) a organizzare le uscite, controllare i materiali, sovrintendere alla cassa, poté dedicarsi alla parte che forse gli era più congeniale, l’amministrazione. Eletto nel direttivo l’anno dopo il suo ingresso nel sodalizio, venne subito nominato segretario della Commissione Grotte, ufficio che manterrà sino al 1987, anno in cui passò l’incarico a mani più giovani (aveva ormai 75anni). I suoi compiti consistevano nel redigere i verbali delle settimanali riunioni del Direttivo, cosa che puntualmente fece per oltre trent’anni (riempiendo ben nove grossi volumi che in pratica contengono trent’anni di storia della Commissione), curare la contabilità della Grotta Gigante e del Gruppo, sbrigare la fitta corrispondenza. Scapolo, aveva trovato nella “Boegan” una seconda famiglia: lo si poteva trovare ogni sera nello stanzino adibito a segreteria, in mezzo ad una nuvola di fumo intento a rimestare carte o a battere a macchina lettere sotto la dettatura di Finocchiaro. Tutte le domeniche poi o si trovava a Borgo Grotta Gigante, dapprima all’osteria Milic e quindi, dopo la costruzione della palazzina adibita a biglietteria, nella sala d’aspetto di quest’ultima a verificare gli incassi settimanali della Grotta Gigante. Per alcuni anni ricoprì pure la carica di segretario della Società Alpina delle Giulie, la Sezione di Trieste del CAI, struttura del cui direttivo fece pure parte per più lustri.
Non è mai stato un grande esploratore – nemmeno per i suoi tempi- ma ha preso parte attiva alle esplorazioni condotte sul Carso e nelle grotte di Pradis (Pordenone), zona privilegiata dalla Commissione degli anni ’50. Mentre del suo operato quale segretario rimangono non solo i libri dei verbali, ma anche centinaia di documenti, della sua attività sul campo restano in catasto ri rilievi di alcune grotte e qualche loro descrizione. Il divario generazionale con i giovani (un distacco iniziale di vent’anni, divenuto sempre più grande con il passare degli anni) non gli ha impedito di essere loro sempre vicino. Un aspetto burbero nascondeva un animo gentile e buono, pervaso da una vena di ironia che ebbe modo di estrinsecarsi nei vari scritti apparsi su “El Buso”, giornaletto ciclostilato della Commissione degli anni ’50 e ’60, da lui voluto e redatto con spirito goliardico (a dispetto dell’età anagrafica, non proprio verde). Spirito che gli permetteva di accettare, sorridendo e bofonchiando, che alle cene sociali i giovani lo canzonassero bonariamente intonando, per lui, il ritornello “… e per Delise, Segretario, Eja eja, ala là”.
Testo di Guidi P., pubblicato su Speleologia 43: 94-95, Bologna 2000
Bibliografia speleologica
Commento alla testata, El Buso, a. 1 (1): 1-2, Trieste 1957
Note dalla Direzione, El Buso, a. 1 (1): 3, Trieste 1957
Buratto infame, El Buso, a. 1 (2): 6, Trieste 1957
Druze Jure alla Gigante, El Buso, a. 1 (3): 2, Trieste 1957
Commissione Band, El Buso, a. 1 (3): 5-6, Trieste 1957
Nuova cavità nella Cava Faccanoni presso Trieste (4336 VG), Rass. Spel. It., 17 (1/4): 90, Como 1965
Movimento turistico della Grotta Gigante, Alpi Giulie, 63: 95-96, Trieste 1968
Attività della Commissione Grotte, Alpi Giulie, 66: 103-105, Trieste 1971
Ritorno, El Buso, a. 4 (1): 3-4, Trieste 1971
Egregio Anonimo Triestino, El Buso, a. 4 (2): 3-4, Trieste 1971
A.G.T. del Pipistrello, escursione alla Grotta Martel – Prima parte, El Buso, a. 5 (1): 4-6, Trieste 1972
A.G.T. del Pipistrello, escursione alla Grotta Martel – Seconda parte, El Buso, a. 6 (1): 2-3, Trieste 1973
1953-1974, El Buso, a. 7 (1): 4-5, Trieste 1974
Clunio e il Plenilunio, El Buso, a. 7 (2): 12-13, Trieste 1974; pure su Progressione 48: 15-17, Trieste 2003
International Symposium on the Utilisation of Karst Area, The British Caver, vol. 79 (1980): 48-49
Marcelliane (Liriche), Progressione 48: 13-14, Trieste 2003
E’ stato socio della Commissione Grotte dal 1954 al 1999.

 Ulteriori notizie su Marcello Delise si possono trovare in:

Guidi P., 1999: Marcello Delise, il Segretario, Progressione 40: 119
Guidi P., 1999: Marcello Delise, rettifica, Progressione 41: 70
Guidi P., 2003: Abisso del Segretario Marcello, Progressione 48: 11-13

OMAGGIO A MARCELLO DELISE

Pubblicato sul n. 48 di PROGRESSIONE – anno 2003
Il rag. Delise, ricordato nella storia della Commissione come “il Segretario” era anche un finto burbero che celava nel profondo dell’animo una vena poetica che si è concretizzata in alcuni brevi componimenti, per la maggior parte inediti. Sul “Buso”, il giornaletto da lui diretto fra la fine degli anni ’50 e la prima metà degli anni ’70, ne ha pubblicato soltanto alcuni, lasciando lo spazio della rivista agli altri, numerosi, “poeti” della Commissione. Ma oltre che poeta Delise era anche un narratore che presentava aspetti e fatti della Commissione di allora in racconti percorsi da una sottile ironia. Cogliendo l’occasione in cui i “vecchi” della CGEB descrivono la nuova grotta a lui dedicata, sottoponiamo all’attenzione del lettore alcuni versi, un racconto breve (copia anastatica dell’originale pubblicato nel 1974 sul n. 7 de “El Buso”) e uno dei suoi ultimi disegni dedicati a Giorgio Coloni, vecchio socio della “Boegan” con cui trascorreva le domeniche alla Grotta Gigante a fare i conti della settimana in base ai resoconti del capoguida Alceo Escer.
             La Redazione

RICORDO DI MARCELLO DELISE

MARCELLIANE (LIRICHE)

Ingressi proibiti, verticali più o meno appariscenti, voi nascondete mondi ignoti, sconosciuti.
Regni del silenzio e delle tenebre.
Civiltà dell’acqua filtrante. Culle abbandonate di forze travolgenti.
Immoti sipari di un teatro millenario in cui gli anni sono ore.
Leggendari rifugi dell’uomo primigenio.
Fucine della civiltà umana quando nacque e fuori era l’orrore.
Paesaggio danteschi di sovrumana bellezza.
Opere vive della natura indisturbata.
Rovescio del mondo dove la vita è esclusa o vive senza vedere.

                                          Made: (Marcello Delise) El Buso, 1 (1), genn. 1957

LIRICHE GROTTESCHE
Gli uomini sono scesi.
Rovistato ogni pertugio e cunicolo.
Ogni passaggio han percorso;
Tutto ciò che c’era da vedere han visto.
Tutto ciò che interessava han preso.
Amanti del pericolo, son scesi.
Non potevate negar l’accesso: dell’uomo
Ogni azion, se saggia, è carezza di figlio
È anelito di conoscere il vero.
Audaci son color che al rischio
Uniscono prudenza e raziocinio.
Rifuggon temerarie azion spesso nocive,
Intese come esibizion meschine.
Son giovani e il mistero è attrazion potente
In cuori generosi e saldi insieme.
Non speculazion terrena il spinge
Audacia solo e amor dell’avventura
*****
Là, dove il silenzio è rotto
dal suono di campane e dove immani i monti
guardano il pian che s’apre.

Bello e stupendo!
spettacolo di pace miro,
metro all’eterno,dei secoli fluire.
L’occhio dei semplici null’altro chiede: mirarti e stare.

Gli inquieti il tuo capitolo han chiuso
e sazi di orizzonti vanno a cercare nel grembo ciò che nascondi.
Non è furor, non è nequizia nè amor del tetro, ma inconscia brama di un’altra dimension che chiama!

Là, dove il silenzio è rotto dal suono di campane e dove immani i monti guardano il pian che s’apre.

Sotto quei piani e forre e in fianchi aperti l’uom segue le vie dell’acqua ascosa.
Attratto dal mistero ei scruta, indaga: sport talun lo chiama
Un giorno forse necessità suprema!
      Delmar (Delise Marcello)[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]