RICERCHE SULLA FAUNA IPOGEA DEI COLLI EUGANEI (PADOVA)
Pubblicato sul n. 46 di “Progressione “ – anno 2002
A fine marzo 2002, una breve ricognizione biospeleologica è stata effettuata da Fabio Stoch e dallo scrivente sui Colli Euganei, rilievi situati al margine meridionale delle Prealpi Venete, costituiti da intrusioni ed effusioni vulcaniche di età cenozoica, con scaglie di calcari mesozoici.
In considerazione della scarsità di grotte conosciute nella zona e del preminente interesse di campionare la fauna delle acque sotterranee, le ricerche si sono indirizzate prevalentemente verso sorgenti e pozzi, ubicati in rocce ignee, in calcari ed in qualche caso nei sedimenti alluvionali situati immediatamente al piede dei rilievi, le cui falde risentono fortemente degli apporti idrici provenienti dai colli.
I prelievi hanno consentito di raccogliere crostacei isopodi, numerosi anfipodi del genere Niphargus, riferibili a 3 specie, ed una interessante microfauna, data da copepodi ciclopoidi ed arpacticoidi, ostracodi, oligocheti e nematodi, attualmente in corso di studio.
Solo due sono state le grotte visitate, entrambe di piccole dimensioni, indicate-ci dall’amico Erminio Piva di Vicenza. Si tratta della Grotta di Sant’Antonio (1201 V/PD, comune di Teolo), scavata nelle trachiti e situata a 360 metri di quota alle spalle della chiesetta omonima sul versante meridionale del Monte della Madonna, sopra ledo; è formata da un unico vano in leggera salita che termina con un laghetto alimentato da acque di stillicidio, popolato sia da crostacei stigobi, sia da banali elementi troglosseni, fra cui numerose larve di salamandra. Un maggiore interesse biospeleologico, in quanto scavata in litotipi calcarei, riveste la Busa dell’Orso (1398 V/PD, comune di Rovobn) aprentesi ad appena 37 metri di quota in una depressione (ex cava?) nella tenuta dei Conti Papafava in località Frassanelle ed attrezzata per visite “turistiche — nonostante il modesto sviluppo dei vani ipogei — con gradinate ed una pavimentazione delle gallerie in lastre di pietra locale. La fauna terrestre raccolta nelle cavità si è rivelata di scarso interesse e costituita da specie trogbofile, quali i ragni Pholcus phalangioides (Fuesslin) e Nesticus eremita Simon — rinvenuti in ambedue le grotte — dipbopodi, isopodi e coleotteri carabidi e stafilinidi.
Fulvio Gasparo