VOLUME XXXIII – 1995

VOLUME XXXIII – 1995

Trieste 1996

CLAUDIO ZANOLLA, FRANCO COREN, FRANCO CUCCHI, FRANCESCO GIORGETTI, MASSIMO LOVO: Elaborazione dei dati gravimetrici in corrispondenza della Grotta Gigante (carso classico, Trieste,Iitalia)

 Nei primi anni ’70 nell’area della Grotta Gigante, Carso Triestino, sono stati acquisiti dati microgravimetrici volti a determinare la presenza di eventuali cavità intomo alla caverna principale. I dati gravimetrici (anomalia di Bouguer) sono stati ricomputati su di un grid regolare di maglia quadrata. Particolari algoritmi di calcolo applicati alla griglia, quali la determinazione del gradiente, la sua direzione, l’analisi della sua convergenza, permettono una immediata analisi qualitativa del dato gravimetrico volta all’identificazione di aree in cui si può   supporre   la   presenza   di   cavità,   che   è   correlata   a   deficit   di   massa.

GIAMPAOLO BIANUCCI: gas tossici in grotta

In questa nota si affronta il problema della presenza di gas tossici nella esplorazione speleosubacquea. Si descrivono le possibili fonti di emissione, le caratteristiche chimico-fisiche degli agenti tossici e le tecniche di rilevamento e dosaggio di questi. Si propongono, quali concentrazioni limite di esposizione, i valori TLV-TWA (Treshold Limit Value – Time Weighted Average) utilizzati nell’ambito dell’igiene industriale.

FULVIO GASPARO: Sulla presenza del genere stalita schiodte (araneae, dysderidae) in Friuli (Italia nordorientale)

Viene riportata la sinonimia di Stalita lynx Bùgnoli, 1978, descritta di due piccole grotte delle Prealpi Cantiche, con Harpactea grisea (Canestrini, 1868), specie epigea comune nell’arco alpino orientale (syn. nova). Stalita sp. prope nocturna Roewer, 1931, viene segnalata per una grotta delle Prealpi Giulie; si tratta del primo reperto del genere Stalita al di fuori del Carso   Dinarico.

ELIO POLLI – PINO GUIDI: Variazioni vegetazionali in un sessantennio (1935-1995) nella dolina della grotta Ercole, 6 VG (carso Triestino)

Frequenti sopralluoghi a scopo botanico e vegetazionale eseguiti nel corso di questi ultimi anni nella dolina baratroide e nella zona prossima all’ingresso della Grotta Èrcole, 6 VG, hanno consentito di delineare un quadro relativamente completo e preciso dell’attuale vegetazione ivi presente. È stato possibile di conseguenza eseguire un confronto fra le specie rilevate dal Morton nel 1935 e quelle presenti negli stessi ambienti nel 1995, agli estremi di un arco di tempo di 60 anni. In accordo con le recenti osservazioni eseguite in varie altre cavità dell’altipiano carsico triestino, si è notata anche nella Grotta Èrcole una diminuzione delle specie d’ambiente igrofilo che vengono via via sostituite da specie a carattere maggiormente termofilo, probabilmente a seguito delle sopravvenute variazioni climatiche. In particolare è stata osservata una marcata rarefazione di Phyllitis scolopendrium ed una riduzione di Polypodium interjectum   di fronte   ad   una  progressiva   espansione   di   Ruscus   aculeatus.

EGIZIO FARAONE: Progetti e discussioni sulle possibilità di rifornimento idrico a Trieste (1843 – 1847)

Nel periodo 1843-1845, scartata la proposta di utilizzare per il rifornimento idrico di Trieste l’acqua scoperta nell’Abisso di Trebiciano (ted. Trebitschgrotte, slov. Trebenska lama), vengono presi alcuni provvedimenti di scarsa importanza mentre si studia la possibilità di risolvere il problema   con   un   acquedotto   di   sufficente  portata.

Si scavano due pozzi sperimentali nella pianura di Zaule, ricca d’acque, ma poi si preferisce utilizzare la sorgente carsica del Risano (Rizana). Nel 1845 l’ingegner Sforzi, coadiuvato dall’ingegner Lorenzutti e dal tecnico Semetz, compie i rilievi sul terreno ed elabora il progetto, ma i lavori non vengono intrapresi Si può ipotizzare che ciò sia dovuto alla scarsa disponibilità di capitali privati, investiti preferibilmente nelle imprese ferroviarie e nelle compagnie di navigatone,   più   sicure   e  più   redditizie. Così nel 1846-1847 non si vede alcun progresso e la crisi del 1848, con la conseguente grave   situazione  finanziaria,   ritarderà   la   soluzione   del problema.

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