L’ABISSO DOMUS DE JANAS

Pubblicato sul n. 49 di PROGRESSIONE – anno 2003
L’ABISSO DOMUS DE JANAS
“La leggenda racconta di piccole fate, le janas, quasi dei folletti che vivevano in grotte scavate nella roccia fatte a loro misura e le cui nicchie non erano altro che le culle dei loro bimbi. Le domus de janas hanno sempre affascinato per le loro dimensioni, quasi sempre anguste, per il profumo antico che le contraddistingue e, in alcuni casi, per la loro complessità”. (Da una tradizione popolare sarda) PREFAZIONE Un’invernale di cinque anni fa permise a Papo (Paolo Alberti, GSSG) e ad Angelo Dureghello (CGEB) accompagnati da Maci (Massimiliano Palmieri, CGEB), di scoprire l’ingresso della cavità stranamente libero dalla neve. Iniziarono così le prime esplorazioni portate avanti da Papo, Patrizia Vallara (Club 86 Roma) ed Angelo e successivamente ancora da Angelo e Giacomo Casagrande (GTS). I baldi giovani si fermarono a circa 200 metri di profondità alla fine di un “ventilato meandro”. Dopo un tentativo fallito nel febbraio 2002, le esplorazioni ripresero a marzo 2003 grazie anche all’aiuto di Bizio (Fabrizio Basezzi, GSSG). proseguendo poi fino ad agosto accompagnati da Paolin (Paolo Manca) e da un socio del Gruppo Grotte Treviso. Nello stesso periodo l’amico Umberto continua giustamente l’esplorazione dell’abisso portando a termine il rilievo e arrivando a quello che ora è il fondo. Inizia così una sana e costruttiva collaborazione. Clarissa Brun, GSSG INTRODUZIONE Luglio 2002, molo Audace: “Ciao Umberto, lo vuoi un abisso in regalo ? Ho trovato due anni fa un nuovo abisso in Canin e l’ho esplorato fino a circa -200, lasciandolo armato. Sarebbe da rilevare e forse anche prosegue. Io non vado più in grotta. Io vado in bicicletta”. Il discorsodel consocio e amico Angelo, incontrato per caso in occasione di una passeggiata serale sulle rive, mi ha lasciato da un lato sbigottito per come si possa perdere l’interesse per la speleologia dopo anni di intensa attività, dall’altro mi ha attratto per l’allettevole proposta. Inutile dire che i pochi minuti successivi che mi avrebbe dedicato sono stati spesi per chiedere i dettagli su dove si trovava l’ingresso dell’abisso. Due tentativi per ritrovarlo da parte mia nella stessa estate sono andati a buca. Per consolazione però sono capitato sull’ingresso di diversi nuovi pozzi che si sono aperti per la poca neve caduta negli inverni precedenti. Nell’estate 2003, proseguendo l’esplorazione di questi ultimi, quando ormai non ci pensavo più, mi è apparso all’improvviso l’ingresso descritto da Angelo. In tre punte, con l’aiuto di Laura, ho rilevato la grotta fino alla profondità di -282, constatando però che l’esplorazione nel frattempo era proseguita per merito, come ho saputo in seguito, di Papo, l’amico di Angelo con cui lo stesso aveva fatto le prime esplorazioni. Il rilievo era stato eseguito solo fino a -100 e così, avviando una proficua collaborazione tra CGEB e GSSG, si è giunti alla stesura del lavoro attuale. DESCRIZIONE L’ingresso è ubicato circa 400 metri a Nord di Sella Leupa sul bordo est di una valletta dal fondo ghiaioso e piatto, al limite tra calcari e dolomia. Tale valletta è percorsa da un torrente in genere asciutto ed è caratterizzata sul lato a monte da un ponte naturale. Si tratta del primo canale ad ovest di una grande conca che si estende sotto la mulattiera Poviz – Sella Prevala, nel tratto tra Punta Medon e Sella Leupa. Il percorso di accesso più diretto prevede di abbandonare il sentiero funivia – Poviz a circa due terzi e di risalire il canale dal basso, superando qualche piccolo salto. Dall’orifizio di m 0,6 x 1 si scendono i primi 30 metri, costituiti da una successione di pozzetti piuttosto stretti che in certi casi hanno richiesto brevi lavori di allargamento. Si prosegue fino a -50 con una successione di pozzi un po’ più larghi. Fin qui tutta la cavità presenta dei brevi ripiani detritici che richiedono attenzione in caso di trasporto di materiali. Ci si innesta quindi in tre bei pozzi erosi fino a circa -100. Superato un masso incastrato e altri due pozzetti ci si trova su un ripiano che si affaccia su un grande pozzo di m 76, avente le dimensioni massime di m 7 x 20. Verso l’alto si nota un grande camino inclinato. Scendendo il pozzo ci si rende conto che in realtà ben presto esso si sdoppia con un vano parallelo minore, collegato al principale tramite numerose finestre. Il fondo del pozzo, largo circa 4-5 metri, è costituito da un ghiaione inclinato che dopo una quindicina di metri conduce ad una strettoia in frana. Dopo averla superata e scesi altri due pozzetti, ci si trova su un bivio. Verso sinistra, dopo un ulteriore saltino, si può visitare un corridoio sovrastato da tre alti camini, verso destra si risale una paretina innestandosi in una condotta che dopo una cinquantina di metri, con alcuni salicendi, sprofonda in un bel pozzo meandro di circa 30 metri. Spostandosi nella discesa verso NE, si giunge, oltrepassando una finestra, in una stanzetta con un laghetto. Dalla parte opposta si percorre il meandro tenendosi piuttosto alti per circa 30 metri. Superati altri due pozzetti, il meandro diviene comodo ed inizia ad esser percorso da un torrentello. Un ulteriore pozzetto, con relativa cascatella e laghetto, conduce ad una saletta dal fondo ghiaioso. Da qui si sviluppa un corridoio percorso dall’acqua lungo circa 40 metri. Un passaggio basso viene superato con un bypass costituito da una finestra in alto sulla destra. Quindi, lasciata sulla destra una caverna in salita con depositi argillosi, la cavità prosegue con un corridoio che diviene sempre più fangoso. Alla fine per poter proseguire occorre risalire alcuni blocchi ricoperti d’argilla. Nel punto estremo si è arrivati, dopo una condotta fangosissima, su un pozzetto di m 5 a campana, che immette direttamente in un lago abbastanza largo e probabilmente anche piuttosto fondo. La successione dei pozzetti iniziali si sviluppa per una trentina di metri verso SO a partire dall’ingresso e pertanto il grande pozzo di m 76 viene circa a trovarsi al di sotto del canale esterno. Il corridoio cieco a -210, la condotta a -200 e il meandro a -230 si sviluppano su una stessa frattura-faglia, impostata ENE- OSO. La parte finale, che si protende verso Sud, ha la curiosità di svilupparsi in una zona che in superficie appare decisamente di roccia dolomitica, cosa dalla quale si potrebbe ipotizzare che la formazione del calcare del Dachstein in profondità tenda a prevalere sulla formazione della Dolomia principale espandendosi verso il vallone di Sella Prevala.

Abisso Dom
NOTE D’ARMO
(Abbreviazioni fraz = frazionamento, pia = piastrina su spit o fix, destra e sinistra vanno intesi scendendo in corda). Successione pozzi iniziali fino a -110: da farsi preferibilmente con corda unica, con attacco esterno su ponte, usati circa 15 fraz su pia e due fraz su spuntone con cordino. Da ricordare a circa metà del pozzo di 16,9 uno spostamento sulla parete opposta a quella di discesa e alla partenza del pozzo successivo di 12,4 un traverso con 3 pia. Pozzo di m 76: partenza con spostamento a destra con 3 pia, fraz a -13 a sinistra su pia, fraz a -22 a sinistra su pia, fraz a -36 in prossimità di un tetto su pia, fraz a -43 su pia dopo aver camminato su un ripiano a sinistra, fraz a -51 su pia. Saltini sotto la strettoia in frana e risalita partenza condotta: 4 pia. Pozzi da -200 a -230: attacco in condotta su due pia, fraz a -4,5 su pia, fraz a -8 su pia spostato a destra, fraz -14,4 spostato a destra su pia, pendolo a sinistra e arrivo in finestra, partenza P 6 su pia. Meandro a -230: traverso con 3 pia. Pozzetti finali: usati circa 6 pia. Umberto Mikolic
DATI CATASTALI
Abisso a Nord di Sella Leupa – Domus de Janas, sigla AF1 – CTR 1:5000 Sella Prevala 050022 – IGM 1:25.000 Sella Nevea – Posizione 1:5000: 13°28’49”6 – 46°22’25”6 -Posizione 1:25.000: 1°01’38”3 – 46°22’20”1 – Quota ingresso: m 1930 – Sviluppo planimetrico: m 433 – Profondità: m 282 – Pozzo accesso: m 3,6 – Pozzi interni del ramo del fondo: m 6,2/ 3,7/ 8,7/ 3,2/ 7/ 5,7/ 9,9/ 16,9/ 12,4/ 18,5/ 4,5/ 6/ 76/ 4,6/ 3/ +4/ 21/ 8/ 11,4/ 4,5/ 5,5/ 5 – Altri pozzi interni: m 2,3/ 5 – Scopritori: Angelo Dureghello, Paolo Alberti – Gruppi: CGEB, GSSG – Rilevatori: Clarissa Brunn, Paolo Alberti, Umberto Mikolic, Laura Bertolini – Disegnatore: Umberto Mikolic