2003 – Il Sistema carsico della Cordillera

IL SISTEMA CARSICO DELLA CORDILLERA DE LA SAL

 

Pubblicato sul n. 48 di PROGRESSIONE – anno 2003

PREMESSA
Nel corso di una spedizione alpinistica sui vulcani che contornano il Salar di Atacama, nel nord del Cile, durante le fasi di acclimatamento, fummo accompagnati da guide locali a visitare delle grotte nella formazione salina della Valle della Luna, nei pressi della cittadina di San Pedro. La zona ci sembrò interessante dal punto di vista speleologico. Le interviste al personale del municipio e del locale Museo Antropologico, unitamente a una successiva ricerca bibliografica, ci convinsero che il sistema carsico intravisto era quasi sconosciuto. Solo le due grotte mostrate dalle guide turistiche si rivelarono già esplorate da un gruppo francese.
INQUADRAMENTO GEOLOGICO
La catena montuosa interessata dal fenomeno carsico è la Cordillera de la Sal, che si sviluppa per settanta chilometri di lunghezza per sette di larghezza, da Nord Est a Sud Ovest, nella parte settentrionale del Salar di Atacama. Le sue cime superano i 6200 metri di quota mentre la base del rilievo si trova a 2400 metri. Alcuni lembi di rocce saline si trovano anche oltre il Llano de la Paciencia, la valle che delimita a nord-ovest la formaione montuosa. La principale formazio­ne geologica della Cordillera è detta di San Pedro e si formò tra l’Oligocene e il Miocene da 36 a 9 milioni di anni fa. Si compone di depositi sedimentari di marna, arenaria, conglomerati, sale e gesso depositatisi in un Salar simile a quello attuale.La parte più settentrionale della Cordillera è interessata anche dalle formazioni vulcaniche del gruppo di San Bartolo, l’Ignimbrite Pelòn e l’Ignimbrite Sifòn, depositatesi sopra la formazione di San Pedro tra 9 e 7 milioni di anni fa. Le rocce della formazione di San Pedro sono state deformate dall’attività tettonica e gli strati sono spesso subverticali. Sopra di essi, in discontinuità angolare, spesso si incontrano il recente deposito di sabbia, polvere e ghiaia della formazione di Vilama o gli attuali depositi di sabbia (dune).
SISTEMA CARSICO
Le grotte esplorate si sono sviluppate nei depositi di sale e in minor misura in quelli gessosi. Si sono originate, probabilmente, tra 15000 e 6000 anni fa in un periodo più piovoso di quello attuale.Il deserto di Atacama, attualmente, è l’area più arida della terra con precipitazioni medie di un millimetro di pioggia all’anno. Tuttavia, la piovosità aumenta nella Valle della Luna e nella Valle della Morte nel nord della Cordillera, nella parte più vicina ai vulcani Licancabur, Sairecabur e Putana, alti 6000 metri, che registrano maggiori precipitazioni durante l’«Invierno Continental Boliviano», nei mesi da dicembre a marzo, quando sono possibili violenti temporali. In tal caso le grotte diventano attive e si possono osservare i segni del passaggio dell’acqua anche a grande altezza nelle gallerie. Le principali grotte esplorate, sono orientate da Nord a Sud o da Nord Est a Sud Ovest e sono grotte di attraversamento, alimentate da un bacino impermeabile all’incontro con il sale e sbucano come risorgive nei pressi del Salar, spesso rivelate dal solco torrentizio che ne consegue. Nelle parti alte della formazione salina si possono ritrovare relitti di antiche cavità abbandonate dall’attuale flusso idrico temporaneo. È molto probabile che i depositi sabbiosi in formazione, le dune in continuo movimento, occultino diverse cavità.

In esplorazione nella cavità SP 1 (Foto U. Tognolli)

LE ESPLORAZIONI
Nel corso del 2002 e del 2003 sono state esplorate e topografate 13 cavità naturali, di cui dodici tra la Valle della Luna e la Valle della Morte. La parte più a sud della Cordillera, difficile da raggiungere per la mancanza di piste rotabili e la presenza di campi minati, è tutta da esplorare Alcune grotte, già individuate, non sono state visitate per mancanza di tempo. Sul fondo di una grotta, il Pozzo del Meteorite, si è incontrato un deposito di gas pesante che ne ha inibito l’esplorazione, oltre a mettere a repentaglio la nostra vita.
L’AMBIENTE
Le grotte si aprono tra i 2400 e i 2500 metri di quota sul livello del mare, nei pressi del tropico del Capricorno, in ambiente desertico. La temperatura all’interno delle cavità è mite, sui 23 gradi, e le grotte, essendo quasi sempre di attraversamento, sono percorse da una notevole corrente d’aria discendente, soprattutto al mattino e nelle ore più calde. La polvere di sale, presente nell’aria soprattutto se smossa dai movimenti degli esploratori, ad esempio strisciando nei cunicoli bassi, può irritare le vie respiratorie per cui è opportuno l’uso di una mascherina. Più problematico è l’ambiente esterno che presenta i problemi classici dei deserti d’alta quota, con i rischi di disidratazione. È bene muoversi con grandi scorte d’acqua nelle ore mattutine o serali, riservando le ore più calde alle grotte o agli eccellenti punti di ristoro di San Pedro de Atacama. La roccia, ovvero il sale, si presenta compatto e resistente nelle parti più profonde delle grotte, vicino all’attuale livello di scorrimento delle rare acque meteoriche, mentre appare cariato e inconsistente nella parti più alte, abbandonate da tempo dai principali flussi d’acqua. Questo comporta che la maggior parte degli ingressi alti, o delle vecchie gallerie abbandonate da tempo dall’acqua, sono di difficile esplorazione per la difficoltà di trovare buoni ancoraggi per le corde e i rischi di frane. D’altra parte, per fortuna, le grotte principali sono di attraversamento, con poco dislivello, per cui si possono esplorare in risalita lungo l’alveo del corso d’acqua.
LE GROTTE
In assenza di un Catasto delle Cavità Naturali cileno, abbiamo numerato le grotte in ordine cronologico di esplorazione,con la sigla SP, per San Pedro, più un progressivo. I nomi attribuiti alle cavità sono di fantasia e/o toponimi individuati sulle mappe topografiche della zona e posizioni sono state rilevate con un GPS Garmin 12 nel sistema WGS84. Le quote sono state stimate in base ai dati di altimetro e GPS, con un limite di errore di ±10 metri. Il nord indicato nelle planimetrie è quello magnetico. I rilievi topografici sono stati eseguiti con bussola e cordella metrica. Le direzioni possono essere sbagliate anche di molto, per la presenza di rocce eruttive nelle vicinanze, che influenzano l’ago magnetico.
SP 1 – GROTTA DI NICHOLAS
Posiz.: S 22° 53′ 27″ 2 – W 68° 13′ 01″ 8 – Quota: m 2460 slm – Lungh.: m 20 -Prof.: m 40 – Ril: Elio Padovan, Umberto Tognolli, 9.2.2002
La cavità si apre sulla destra del Rio San Pedro, all’altezza dei ruderi della città Inca di Quitor, in una formazione gessoso-salina. Impostata su una frattura Nord-Sud, ha due ingressi principali di cui solo il più basso è accessibile senza attrezzatura. Pochi metri prima della grotta, all’imbocco del solco che vi conduce, ci sono i resti di una porta monumentale. La grotta, percorribile con facili arrampicate, è illuminata a tratti da camini che sbucano in superficie. Alla base del pozzo che costituisce l’ingresso alto, c’è il monumento funebre di un certo Nicholas, probabilmente precipitato dall’alto. È probabile che in un lontano passato la grotta sia stata attrezzata per raggiungere più comodamente il rio San Pedro dal villaggio sovrastante. SP 2 – MEANDRO DELLA VALLE DELLA LUNA
Posiz.: S 22° 56′ 37″ – W 68° 16′ 38″ -Quota: m 2450 slm – Lungh.: m 350 – Prof.: m 20 – Pzzi: m 15, m 20 – Ril: Elio Padovan, Fabrizio Pascotto, Umberto Tognolli, Fabio Kovacic, 10.2.2002.
Meandro saltuariamente attivo parzialmente ingrottato (350 metri complessivi). Alle quote più elevate risulta difficilmente praticabile per la sua angustia mentre verso valle si allarga fino a quasi due metri. È interamente nel sale. Nel ramo a Nord- Est le parti ingrottate sono raggiungibili solo con attrezzatura (pozzi di 15 e 20 metri).L’accesso alla cavità si trova ad una cinquantina di metri dal punto in cui la strada da San Pedro lascia la piana del Salar per inoltrarsi nella Valle della Luna e si presenta come una forra a cielo aperto da risalire. La grotta, nella sua parte iniziale, è spesso meta per i gruppi di turisti accompagnati dalle guide locali, che apprezzano la fresca corrente d’aria discendente, soprattutto nelle ore più calde.
SP 3 – CAVERNA DELLA VALLE DELLA LUNA
Posiz.: S 22° 56′ 39″ 3 – W 68° 16′ 40″ 9 – Quota: m 2452 slm – Lungh.: m 350 -Prof.: m 20 – Ril: Elio Padovan, William Starz, Umberto Tognolli, Fabrizio Pascotto, 12.2.2002.
La grotta si apre un centinaio di metri più a monte del Meandro della Valle della Luna, come quest’ultimo, sulla sinistra orografica della grande quebrada che interseca la strada da San Pedro alle prime faldedella Cordillera del La Sal. Alla caverna iniziale segue, dopo un ampio camino a cielo aperto, un passaggio basso, quindi una risalita e un pozzo di 11 metri che si può scendere senza corda. Segue un’ampia galleria di m 10×5, lunga oltre cento metri, che sbuca, superata una frana, in una forra a cielo aperto, lunga una settantina di metri, che termina alla base di un pozzo. Sopra la frana, una serie di gallerie e caverne conducono ad un meandro che inizia nella caverna principale, sulla sinistra orografica e si sviluppa per quasi centocinquanta metri in leggera salita. L’ultima parte, a cielo aperto, termina alla base di un pozzo di una quindicina di metri. Grandi depositi di sabbia nella caverna principale, indicano che la grotta è percorsa da un torrente di notevole portata, in occasione delle rare piogge. La cavità, nella sua parte iniziale, è spesso visitata da gruppi di turisti accompagnati dalle guide locali.
SP 4 – GROTTA DELLA MINIERA DI CHULACAO
Posiz.: S 22° 55′ 28″ 0 – W 68° 14′ 22″ 4 – Quota: m 2454 slm – Lungh.: m 670 -Prof.: m 45 – Ril: Umberto Tognolli, William Starz, Fabio Kovacic, Elio Padovan, Mitja Padovan, Fabrizio Pascotto, 16.2.2002.
La caverna si apre presso la miniera abbandonata di Chulacao, all’incontro tra la Cordillera de la Sal e la piana del Salar. A pochi metri dall’ingresso, una strozzatura rende difficile il passaggio. Si può aggirare con un passaggio alto sulla destra, oppure, ritornati all’aperto, si può seguire una traccia sulla destra che consente di accedere senza difficoltà alla seconda parte della cavità, prima risalendo e poi scendendo un ripido pendio fino al fondo di una forra, dove si ritrova la grotta.La grande galleria principale, orientata SE-NO, è illuminata, a cento metri dall’ingresso, da un alto camino che sbuca in superficie. Verso la fine, prima di sboccare nella forra terminale a cielo aperto, sulla destra parte un meandro che, dopo pochi metri, si sdoppia. Il ramo di sinistra è lungo settanta metri e termina sotto un pozzo a cielo aperto. Il ramo di destra, lungo più di 200 metri, termina pure alla base di un pozzo che comunica con l’esterno. Il pavimento di tutta la grotta è adorno di bianchissime concrezioni di sale. La sezione trasversale della galleria principale mostra un notevole ampliamento delle dimensioni nella parte più alta, a testimonianza di un passato più piovoso.

SP 5 – MEANDRO ALTA VALLE CHULACAO
Posiz.: S 22° 55′ 15″ – W 68° 14′ 36″ -Quota: m 2490 slm – Lungh.: m 50 – Prof.: m +1 – Ril: Elio Padovan, Daniela Parma, 5.2.2003.
Piccolo meandrino dal fondo bianco di sale, sulla destra orografica della Quebrada che porta alla Grotta della Miniera di Chulacao, SP 4, con dei salti di roccia. Si raggiunge scendendo dal belvedere sulla Valle della Luna, presso la strada Calama – San Pedro.Imboccata la quebrada, in un’ansa coperta della forra, sulla destra si apre il meandrino di metri uno per tre di altezza, la cui esplorazione è da completare.
SP 6 – GROTTA DEL METEORITE
Posiz.: S 22° 54′ 36″ 9 – W 68° 13′ 33″ 7 – Quota: m 2480 slm – Lungh.: m 20 -Prof.: m 40 – Ril: Elio Padovan, 3.2.2003.
NB!!! Pericolo gas!!! Il  pozzo si apre a una cinquantina di metri sulla destra dell’ultima discesa della strada che da Calama porta a San Pedro di Atacama, a tre chilometri e mezzo dalla cittadina. L’ingresso, rialzato di alcuni metri rispetto al fondo della quebrada che affianca la strada, misura m 20×15. A 10 metri di profondità si restringe in forma circolare di m 15×15. A 35 metri di profondità si incontra il fondo del pozzo, che sul lato est -nord est sprofonda in un meandro profondo 10 metri e largo due.L’esplorazione si è arrestata a quattro metri dal fondo del meandro, per la presenza di un gas pesante con conseguente mancanza di ossigeno. Pochi metri sopra l’imbocco del meandro si trova un chiodo infisso nella parete di sale, probabilmente utilizzato dai vigili del fuoco per il recupero di un infortunato caduto nel pozzo alcuni anni fa.
SP 7 – MEANDRO II A OVEST DI QUEBRADA HONDA
Posiz.: S 22° 56′ 17″ 4 – W 68° 15′ 47″ 7 – Quota: m 2470 slm – Posiz: Elio Pado-van, 6.2.2003.
L’imbocco di un meandro di metri 1,50×3 di altezza si trova ad una trentina di metri dal fondovalle, risalendo una forra parzialmente ingrottata fino alla base di una paretina di otto metri, difficile da salire. La grotta non è stata esplorata.

P 8 – GRANDE MEANDRO
Posiz.: S 22° 56′ 22″ 4 – W 68° 15′ 58″ 3 – Quota: m 2450 slm – Lungh.: m 540 -Prof.: m 35 – Ril: Elio Padovan, Fabrizio Pascotto, Daniela Parma, 7.2.2003.
La grotta si raggiunge abbandonando la carreggiata che porta alla Valle della Luna, un chilometro prima del punto in cui questa abbandona la piana del Salar, per inoltrarsi nella Cordillera e imboccando in risalita un solco torrentizio (quebrada), sulla sinistra del più ampio solco che scende dalla Quebrada Honda, il cui evidente intaglio sulla Cordillera è ben visibile dalla strada. Si risale il solco, profondo anche una decina di metri e scavato nei depositi alluvionali, eolici e vulcanici di questa parte del Salar, fino a incontrare le pareti di sale della Cordillera. L’ingresso della grotta è un maestosoportale, risorgiva delle acque temporalesche che possono raggiungere un metro cubo al secondo in massima portata. Dopo un’arrampicata di quattro metri su un deposito bianchissimo di sale ricristallizzato e un passaggio basso da superare carponi, si imbocca un meandro dalle dimensioni medie di due metri per quattro di altezza. Una galleria più antica e sovrapposta al meandro fa capolino in diversi punti lungo tutta la grotta. Dopo 500 metri il meandro sbuca all’aperto, preavvisato da alcuni camini da cui filtra la luce e anticipano l’uscita. Un tratto di forra profonda una trentina di metri e a tratti ingrottata, conduce alla base di un salto roccioso di una quindicina di metri, origine del torrente temporaneo che ha generato la grotta.

Stalattiti di sale (Foto F. Pascotto)

Tutta la cavità è adorna di splendide concrezioni di sale.talattiti di sale.
SP 9 – MEANDRINO SOFFIANTE SULLA DESTRA DI QUEBRADA HONDA
Posiz.: S 22° 55′ 22″ – W 68° 15′ 57″ -Quota: m 2450 slm – Posiz: Elio Pado­van, 11.2.2003.
Meandrino angusto da cui fuoriesce una discreta corrente d’aria. Non esplorato.
 SP 10 – MEANDRINO SULLA SINISTRA DI QUEBRADA HONDA
Posiz.: S 22° 55′ 39″ 2 – W 68° 15′ 56″ 4 – Quota: m 2460 slm – Posiz: Elio Pado­van, 11.2.2003.
Meandrino angusto. Non esplorato.
SP 11 – CONDOTTA DESTRA DI QUEBRADA HONDA
Posiz.: S 22° 55′ 36″ 4 – W 68° 16′ 00″ 2 – Quota: m 2470 slm – Lungh.: m 15 -Prof.: m 0 – Posiz: Elio Padovan 11.2.2003.
Condotta angusta, situata pochi metri a monte del principale salto roccioso della Quebrada Honda, sulla destra orografica della stessa.

SP 12 – MEANDRO II A EST DI QUEBRADA HONDA
Posiz.: S 22° 55’ 56” 2 – W 68° 15’ 07” 6- Quota: m 2450 slm – Lungh.: m 35 – Prof.: m +1 – Posiz: Elio Padovan, 4.2.2003.
Meandrino esplorato per una trentina di metri. Da esplorare e rilevare.
 SP 13 – ANSA COPERTA DI QUEBRADA HONDA
Posiz.: S 22° 55’ 50” – W 68° 15’ 52” -Quota: m 2452 slm – Lungh.: m 20 – Prof.:m 0 – Ril: Elio Padovan, 11.2.2003.
Ansa ingrottata della grande forra chiamata Quebrada Honda.

CONSIDERAZIONI GENERALI
La Caverna della Valle della Luna, la Grotta della Miniera e il Grande Meandrosono tra le più grandi grotte del Cile e tra le più grandi del mondo tra quelle nel sale,con oltre cinquecento metri di sviluppo. Il discreto concrezionamento (stalattiti e stalagmiti)delle grotte visitate, raro nella sua particolarità, dovuta alla formazione salina,da una parte pone il problema della tutela del fenomeno, minacciato da un accesso indiscriminato alle grotte, dall’altraoffre l’opportunità di sviluppo turistico di una di queste, per consentire a tutti di ammirare il fenomeno e creare, di conseguenza,i fondi necessari alla sua tutela. Pertanto si pongono i seguenti obiettivi per un’attività futura:
1) Individuare la grotta più adatta ad una sistemazione turistica.
2) Individuare le grotte da tutelare.
3) Creare un catasto delle grotte della regione presso il Municipio di San Pedroo il Museo Antropologico o altro ente che le autorità cilene volessero indicare, atto a ricevere tutti gli aggiornamenti che qualsiasi gruppo speleologico intenda fornire, per una migliore conoscenza del fenomeno carsico.-

 

 

Num. Nome Lunghezza Profondità
SP 01 Grotta di Nicholas o di Quitor 100 45
SP 02 Meandro della Valle della Luna 350 20
SP 03 Caverna della Valle della Luna 350 30
SP 04 Grotta della miniera di Chulacao 670 45
SP 05 Meandro alta valle Chulacao 50 1
SP 06 Grotta del meteorite 20 40
SP 07 Meandro II a ovest di Quebrada Honda
SP 08 Grande meandro 540 35
SP 09 Meandrino soffiante sulla destra di Quebrada Honda
SP 10 Meandrino sulla sinistra di Quebrada Honda
SP 11 Condotta destra di Quebrada Honda 15 0
SP 12 Meandro II a est di Quebrada Honda 35 +1
SP 13 Ansa coperta di Quebrada Honda 20 0

Una considerazione a parte merita il particolare concrezionamento osservabile nella zona. Dopo una delle rarissime piogge, l’ambiente, anche esterno, pare come fiorito in quanto il sale, sciogliendosi e ricristallizzando, si libera delle impurità eoliche acquisite nel tempo e assume il colore bianco candido che gli è proprio. In grotta, cristallizza in forme anche filiformi di rara bellezza.

Doppio cannello di sale ( Foto F. Pascotto)

Le più belle concrezioni le abbiamo ammirate nelle grotte di più difficile accesso e quindi ignote o trascurate dalle guide locali. Questo significa che è in atto un fenomeno di spoliazione delle cavità più frequentate.Fortunatamente, il fenomeno di formazione delle stalattiti e delle stalagmiti di sale è enormemente più rapido di quello più noto della calcite e quindi ci si può attendere un ripristino del concrezionamento delle grotte spogliate in tempi abbastanza brevi, una volta che siano protette. Nel caso di una grotta turistica si può ipotizzare anche un arredamento artificiale. ottenuto versando acqua sul poco potente strato di sale sovrastante la grotta. Particolare attenzione merita anche il fatto che le principali grotte sono attive. Il clima arido porta a minimizzare questo problema che invece sta acquistando rilevanza in seguito all’enorme sviluppo turistico dell’area di questi ultimi anni. Le caverne sono diventate luogo di bivacco per moltissimi giovani che non possono immaginare il rischio che corrono. Le tracce di piena nelle grotte indicano portate di un metro cubo al secondoo più, sufficienti per essere fatali per chi si trovi a dormire nel loro alveo. Pertanto sarebbe bene che le autorità locali attivassero un minimo di informazione e una certa sorveglianza nell’occorrenza dei rari acquazzoni stagionali.
PARTECIPANTI ALLE ESPLORAZIONI
Novembre 2000: Alberto Lazzarini, Danie-la Parma, Roberta Jovele, Walter Inglessi e Elio Padovan. Febbraio
Febbraio 2002: William Starz, Fabio Kovacic, Fabrizio Pascotto, Umberto Tognolli, Mitja Padovan e Elio Padovan.
Febbraio 2003: Fabrizio Pascotto, Fabio Kovacic, Daniela Parma e Elio Padovan.
Note:ll termine Quebrada, ricorrente nel testo, in Spagnolo significa solco vallivo, forra, con o senza acqua.

biografia:www.bhc.edu/academics/science/harwoodr/rhweb/ Chile2001/Atacama/Muerte.htm.