OLTRE TIMAVO
ANCORA PALACELAR ….
Pubblicato sul n. 37 di PROGRESSIONE – anno 1997
Nel periodo di agosto siamo ritornati sul Palacelar per effettuare un campo di due settimane. Vista la nutrita partecipazione, la mole di lavoro svolta è stata notevole, grazie soprattutto al ritrovamento di un nuovo abisso battezzato Amore, quanto latte!” con un pozzo interno di 293 metri. Dividendosi spesso in due gruppi, i risultati non sono mancati neppure al “O. Findus” (-735 m). L’esplorazione si è concentrata sul ramo dei Megalodonti alla quota di -300, precisamente su un terrazzo di ‘Alien” (P. 280), dove un meandrino soffiante ci ha permesso di scendere questo braccio attivo, separato a tratti da meandrini corti ma severi, liberati infine da un gran pozzo di 157 metri (il magazziniere piangente”). Alla base del pozzo l’andamento èdiverso: viene seguito un meandro fossile per 200 metri fino ad un intasamento di fango nero, mentre più in basso tramite un P. 30, la struttura precipita con pozzi cascata fino ad un sifone, alla quota di -740. Contemporaneamente si sono svolte le esplorazioni in “Amore, quanto latte!”: una breve disostruzione a -80 è riuscita a farci esplorare questo vuoto potente di 293 metri dedicato ad Andrew Cunanan. Alla base di questo pozzo la direzione si mantiene verticale fino alla quota di -550 m, dove un terrazzo separa due vie: una scende fino a -605 m e si interrompe su una condotta allagata; l’altra, tramite un traverso sopra un P. 20 cieco, imbocca un meandro lungo 400 metri abbastanza comodo. A parte la comodità, il fondo di questo meandro non risultava essere quasi mai presente nell’ultimo tratto, tant’è vero che in qualche punto era 60 metri più in basso di noi! La fine di questo lunghissimo meandro è caratterizzata da un’ampia verticale dove con un pendolo a 30 metri dal fondo ed un’aerea traversata siamo ridiscesi nuovamente con un pozzo da 50 metri nel vuoto, arrivando in una sala cosparsa di massi di frana.Ogni angolo di questo enorme ambiente è stato scandagliato con una capillare battuta: a valle la sala termina in una frana, mentre a monte dopo aver seguito un copioso stillicidio scendendo i massi, la prosecuzione si ferma su un pozzetto molto stretto senza aria. Siamo alla quota di -745 metri. In meno di una settimana èstata portata a termine l’esplorazione, effettuato il rilievo e la documentazione fotografica, nonché il disarmo fino a -500, grazie alla determinazione e la costanza dei vari partecipanti (ogni giorno era una punta!). Nonostante la maggior parte del tempo sia stata impegnata per l’esplorazione in grotta, alcuni giorni (quelli di riposo) sono stati dedicati alla battuta esterna, scendendo svariati pozzi senza esito alcuno, a parte ovviamente Amore, quanto latte! Questo abisso, posizionato tra il limite estremo del Palacelar e la forca sopra Poviz, si trova in corrispondenza di un enorme depressione tettonica alla quota di 2000 metri e si sviluppa verso il sentiero 636A. Il P. 293 (A. Cunanan) è un pozzo determinato da una grossa frattura di forma lenticolare (dimensioni: 10 X 15); è interessato da numerosi terrazzi e risulta essere attivo dopo i primi 80 metri. Attualmente occupa il primo posto della graduatoria delle verticali che riguarda il Gruppo del Canin.
Massimiliano Palmieri
Hanno partecipato:Gianni Guidotti, Marco Bertoli, Alessandra Lotti – G.S.F.; Silvio Russi – C.A.T.; Matteo Baroni – U.S.A.L.; Stefano Scala, Marco Matto , U.S.V.;Valentina Seghezzi – U.S.B.; Matteo Riva dossi, Luca Tanfoglio, Claudio Settimo, Sonia Piccoli C.G.E.B.; Lorenzo Giollo, Alessandro Zorn, Licoris Toncinich, Ezio Gorella – S.A.G. e, della C.G.E.B., Marco Sticotti, Roberto Spina, Massimiliano ‘Maci’ Palmieri.